venerdì, novembre 10, 2023

IN SARDEGNA, NEL PERIODO DELL'INQUISIZIONE, UN PAESE (VILLACIDRO) ASSUNSE UNA NOMEA POCO GRADITA: “SA BIDDA DE IL COGAS”.


Oristano 10 novembre 2023

Cari amici,

Nel periodo caldo dell’Inquisizione spagnola nella nostra isola (secolo XVII), un centro agricolo della nostra isola salì in vetta alla classifica per qualcosa di poco piacevole; era il paese di VILLACIDRO. In questo centro, infatti, come risulta dalla documentazione sull'andamento dell’Inquisizione in Sardegna, ben sette furono le donne condannate per fattucchieria e stregoneria! Un numero a dir poco impressionante, tanto che da questo fatto il paese assunse la nomea di "SA BIDDA DE IS COGAS"!

Questo accanirsi verso le persone (in particolare donne) capaci e sapienti nel preparare rimedi naturali contro i mali che colpiscono la specie umana, starebbe a significare, a mio avviso, che a Villacidro ci fosse un buon numero di persone con una grande capacità farmaceutica, molto esperte nell'utilizzo e preparazione in particolare delle erbe; una pratica ritenuta alquanto riprovevole e fortemente contestata da parte della Chiesa, che la considerava un atto di stregoneria e di magia; in sintesi queste pratiche erano definite demoniache, in quanto in quel tempo, costituivano un serio pericolo per la religione, perchè potevano allontanare il popolo cristiano dalla fede religiosa.

L’Inquisizione non agiva con prove certe, per cui bastava poco per ritrovarsi imputati e condannati. I documenti ritrovati riguardanti questo modesto centro, evidenziano, scritte in rilievo, le condanne comminate dal Tribunale dell'Inquisizione Spagnolo (siamo nel 17° secolo d.C.), a ben 7 streghe villacidresi. Di queste 7 donne, tre furono imprigionate con l’accusa di aver causato la morte di alcuni neonati. Quasi certamente le sette donne furono accusate falsamente senza prove; esse erano donne note come “maistas de partu”, ovvero levatrici, alquanto abili nel coadiuvare le donne nel parto e nell’uso dei medicamenti, che tra l’altro erano accompagnati con la recita degli antichi “abrebus”, le parole proibite dei riti magici religiosi.

In Sardegna, come nel resto d'Italia e d'Europa, il Seicento fu un secolo in cui la presenza del demonio e la sua azione nel mondo erano talmente radicate nell'ideologia dei dottori della Chiesa, da costituire una vera e propria ossessione circa la presenza del diavolo (demonomania). A Villacidro furono proprio queste sette donne condannate per stregoneria a far sì che la diceria popolare attribuisse al paese la nomea poco gradita di “SA BIDDA DE IL COGAS”, il paese delle streghe. Nel resto della Sardegna furono molte le donne condannate per aver utilizzato le antiche pratiche della medicina popolare, fatte col sapiente utilizzo di erbe ed elementi naturali; pratiche, tra l’altro, legate al mondo magico-religioso. Erano pratiche e conoscenze tramandate oralmente di generazione in generazione, e le protagoniste erano quasi sempre le donne.  

Anche nel secolo successivo la caccia dell’Inquisizione continuò. L’Arcivescovo di Cagliari Monsignor Falletti inviò una missiva alla Santa Sede, evidenziando l'abuso di sortilegi e superstizioni da estirpare urgentemente da Villacidro. Fu così fondata la Congregazione di San Filippo Neri, dedita alla salute delle anime. I villacidresi, nell’intento di difendersi dalla presunta presenza del diavolo, si misero a edificare a Villacidro una chiesa campestre in onore di San Sisinnio, che la tradizione religiosa presenta come vincitore del diavolo tentatore e protettore della madre e del bambino dopo il parto.

Amici, in quell’epoca la mortalità infantile era molto alta, e le levatrici erano rispettate e temute allo stesso tempo, quasi potessero avere un invisibile potere di vita o di morte sul nascituro. A Villacidro, dove questa capacità di utilizzo dell’antica medicina popolare era alta, l’occhio della potente inquisizione era alquanto presente e il timore indotto per l’avanzare della superstizione, data la grande capacità de “is Cogas-maistas de partu” villacidresi, indusse il popolo a costruire a Villacidro una chiesa campestre in onore di San Sisinnio!

Insomma, Sisinnio era il Santo ideale per contrastare le streghe e proteggere i neonati, come i racconti orali arrivati fino a noi dimostrerebbero. San Sisinnio a Villacidro, paese del medio Campidano, viene festeggiato ogni anno la prima domenica di agosto. Ecco, dunque, che, alla forza de Is Cogas, veniva contrapposta quella di San Sisinnio, il venerato Santo dei villacidresi; al Santo vengono dedicati 4 giorni di festeggiamenti, durante i quali non si parla mai di streghe. Il santo è rappresentato da Sisinnio che schiaccia col piede, una testa di serpente con le fattezze da strega ed in braccio un bambino appena rapito.

Cari amici, Villacidro, come ben sa chi legge da tempo i miei post su questo blog, è anche famoso per un fatto che ha avuto ripercussioni in tutto il mondo: l’invenzione del VILLACIDRO MURGIA. Nel mio post del 21 marzo 2016 (chi vuole può andare a leggere o rileggere quanto scrissi cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2016/03/il-villacidro-murgia-rinasce-nuova-vita.html) riepilogai la storia di questa bella invenzione e della sua recente riscoperta. Anche la storia di questo liquore dimostra la grande capacità dei villacidresi di conoscere per bene la natura e le sue essenze. Villacidro, tra l'altro, è anche un paese ricco di grandi bellezze naturali, come la cascata de "Sa Spendula"

A domani.

Mario

 

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