Oristano 26 novembre 2023
Cari amici,
La storia che ha portato l'uomo all’utilizzo dell'Intelligenza Artificiale ha radici lontane. Già negli anni Cinquanta del
secolo scorso, quando i computer erano macchine da calcolo enormi, ingombranti
e con poca capacità di memoria, il matematico inglese Alan Turing,
parlando in un programma radiofonico della Bbc, anticipò il futuro portato da
queste macchine; la sua era la visione di un futuro in cui computer
intelligenti avrebbero superano “le nostre deboli forze e preso il controllo
del nostro operato”. Allora pareva solo una suggestione distopica di una mente
visionaria, ma così non è stato.
Dopo di lui le previsioni
furono tante e di segno opposto: c’è che fece previsioni ottimistiche e altri
che ne fecero, invece, di catastrofiche, come il fisico teorico Stephen Hawking,
che in un’intervista del 2 dicembre 2014 affermò che, se era pur vero che
l’intelligenza artificiale poteva portare grandi benefici, essa, “decollando
da sola, modificandosi e progettando e costruendo autonomamente sistemi sempre
più capaci, avrebbe potuto travolgere gli esseri umani, vincolati dal ritmo
lento dell’evoluzione biologica”.
Nel gennaio del 2015 è
ancora Hawking, con Elon Musk e più di 150 scienziati e pensatori, a
firmare una lettera aperta intitolata “Priorità di ricerca per
un’intelligenza artificiale solida e benefica”. Il testo sottolineò che l’Intelligenza
Artificiale poteva portare grandi vantaggi all’umanità, ma il documento
allegato segnalò anche l’esistenza di rischi in molti ambiti, e affermò che
risolvere il problema del controllo dell’A.I. sarebbe stato un serissimo
problema, addirittura cruciale!
Ebbene, amici, credo che l’Intelligenza
Artificiale non possa essere ritenuta "da demonizzare", ma resa capace, con stringenti controlli da parte dell'intelligenza umana, di essere di
reale, concreto supporto allo sviluppo dell’umanità. Perché ciò accada, dobbiamo però fare in
modo che essa possa sempre restare sotto il vigile controllo umano, ovvero costruire un
sistema, seppure complicato, di severo controllo; insomma, dovremo essere capaci di gestire una forma di “superintelligenza
artificiale sicura”, capace di assistere l’uomo e non sostituirsi ad esso! Grande
attenzione, dunque, agli attuali sistemi autonomi, che operano senza controllo
umano, quindi capaci di ritorcersi contro l’uomo stesso.
Nel settembre del 2021
l’UNESCO pubblicò un report intitolato “La corsa contro il tempo per uno
sviluppo più saggio” e il 24 novembre 2021 definì, in forma di
raccomandazione, un insieme di norme etiche per L’A.I. Era il primo strumento
globale di definizione degli standard su questo tema. Lo adottarono 193 Paesi
ma, comunque, senza potere normativo. In seguito, nel maggio 2022, anche la
Commissione Europea pubblicò una Risoluzione sull’intelligenza artificiale
nell’era digitale.
Amici, di certo in tanti,
in particolare i giovani, hanno grande paura del futuro. Spesso, di fronte ai
cambiamenti continui, le paure e le incertezze ci assalgono. La paura è che
le macchine possano sostituire l’uomo in tutto, e la domanda è: cosa
faranno allora le nuove generazioni? Io penso che la speranza non deve mai
mancare! L’intelligenza artificiale generativa (la forma più recente di AI), questa avanzata tecnologia che sta emergendo, appare come una soluzione capace di affrontare le
aspettative del lavoro futuro dei giovani, oltre che quelle dei ‘senior’
attuali.
Entriamo dunque senza
timore nell’ottica dell’automazione fornita dall’A.I. Generativa come
alleato: uno dei principali timori in capo agli attuali lavoratori di mezza età
è la crescente difficoltà a svolgere compiti fisici o ripetitivi. In questi
casi il futuro prossimo dell’A.I. generativa può certamente assumere questo
peso e queste responsabilità, liberando il lavoratore dalla fatica fisica e
permettendogli di concentrarsi su compiti più stimolanti e gratificanti. In questo modo anche il lavoratore non più giovane potrà utilizzare questa tecnologia, che lo porterà a misurarsi su nuove sfide
e quindi anche ad avanzare nella sua carriera.
L’Intelligenza
Artificiale, opportunamente gestita e controllata, può dare una grossa mano all’espletamento
del lavoro attuale e futuro; insomma, consentirà ad ogni lavorate, giovane o
anziano che sia, di utilizzare al meglio le sue capacità, liberandolo del lavoro di
routine poco gratificante e appagante. Dall’impiegato al manager, dal capo
squadra al tecnico qualificato, l’Intelligenza Artificiale Generativa può
essere non un nemico ma un alleato prezioso, capace di rendere la vita
lavorativa più gratificante e sicura. L’automazione ben gestita e controllata non
dovrà sostituire l’uomo, ma supportarlo e liberarlo dai compiti che lo tengono
intrappolato nella routine.
Cari amici, io credo che,
in particolare le nuove generazioni, con l’Intelligenza Artificiale generativa,
possano guardare con fiducia verso il futuro, se noi sapremo creare le giuste protezioni; i giovani potranno così trovare nuove
opportunità di inserimento lavorativo, che li porteranno, se capaci, a
percorrere con successo la strada della loro realizzazione.
A domani.
Mario
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