Oristano 12 novembre 2023
Cari amici,
Saranno i funghi a
salvare il mondo dalla plastica, definita la peste del Terzo Millennio?
La triste realtà è che, PURTROPPO, l’uso sconsiderato della plastica è diventato ormai insostenibile
e debbono necessariamente essere trovate delle soluzioni. Tanti gli scienziati
che nel mondo stanno cercando soluzioni per cercare di smaltire le immense discariche di rifiuti di plastica presenti in terra e
in mare. Gli studi continuano e di recente alcune ricerche sembrano portare a
soluzioni inaspettate.
Un gruppo di ricercatori
dell’Accademia delle Scienze cinese e dell’Università di Agricoltura dello
Yunnan, in una discarica del Pakistan ha scoperto che il fungo chiamato Aspergillus
tubingensis può nutrirsi di plastica. Gli studiosi hanno osservato che il
micelio del fungo, cioè il suo apparato vegetativo aveva colonizzato un foglio
di materiale plastico in poliuretano, riuscendo a degradare completamente la
sua superficie, trasformando la plastica in materia organica.
Il dato più importante è che questo lavoro fatto dal
fungo era stato effettuato nel giro di poche
settimane, un periodo brevissimo quindi, accendendo le speranze dei ricercatori sul loro utilizzo futuro come "demolitori" della plastica. Certo, questo sarebbe un concreto aiuto per risolvere il problema dello smaltimento della
plastica, che purtroppo impiega molti decenni per degradarsi. Secondo il Forum Economico Mondiale, l’Aspergillus tubingensis
può risolvere anche il problema della microplastica nell’acqua potabile
mettendolo in un impianto di trattamento dei rifiuti o in un terreno
contaminato dal materiale.
Un altro studio, invece, ha
scoperto che nella foresta pluviale amazzonica è presente una specie di fungo
in grado di “attaccare” il poliuretano: si tratta del Pestalotiopsis
Microspora. Questo fungo svolge un lavoro straordinario, essendo in grado
di “mangiare” il poliuretano, un materiale molto resistente, utilizzato su larga
scala nei cicli industriali. In pratica il Pestalotiopsis consuma il
poliuretano e lo converte in materia organica. Il suo lavoro di “pulitore
naturale” può essere svolto anche in ambienti anaerobici, dunque, senza
ossigeno. Questa caratteristica, lo rende un candidato perfetto per ripulire le
discariche dando un aiuto fondamentale a ridurre più velocemente gli inquinanti
materiali in plastica.
Non è la prima volta che
gli scienziati hanno trovato degli organismi che possono aiutarci a distruggere
e smaltire la plastica. Questi funghi mangiatori di plastica hanno bisogno
di carbonio per sopravvivere. Sebbene il legno sia la loro fonte di
carbonio preferita, quando questo non è disponibile, il polietilene può fornire
loro un’alternativa. I test effettuati hanno dimostrato che questi funghi erano
facilmente in grado di adattarsi metabolicamente e non trovavano difficoltà a
cambiare la loro dieta quando non c’era legna sufficiente in giro. Per questo
motivo, in futuro, è possibile che i funghi possano essere utilizzati per
abbattere i rifiuti di plastica su scala più ampia, anche se ci vorrà del
tempo per il loro concreto utilizzo.
Chissà che, perfezionando
gli studi, questi funghi e forse anche altri potrebbero, essendo in grado di
decomporre le montagne di plastica, liberandoci da questa grande peste che continua a
colpirci, inquinando mari, fiumi e terra; sarebbe un modo per consentendoci di avere una concreta possibilità
per portare a soluzione il problema. Seppure i funghi finora non abbiano godono
di buona fama, (per la loro natura che li associa alla putrefazione e al
decadimento) questi organismi, non dimentichiamolo, hanno un enorme valore
economico, perché vengono impiegati per produrre molti cibi, vino e birra per, esempio, oltre all'utilizzo in campo medico e ambientale.
Cari amici, queste
recenti scoperte ci fanno capire una cosa importante: che la natura, seppure
soffrendo, è in grado di adattarsi alla disattenzione umana. Abbiamo stravolto
l’ambiente e la natura, ma attraverso questi microrganismi essa può ancora
darci una mano a risolvere le nostre azioni insensate. Purtroppo, noi, esseri
umani, non abbiamo ancora imparato a rispettare la natura, continuando a
violarla a nostro piacimento. Forse è arrivato il momento di riflettere
seriamente.
A domani.
Mario
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