Oristano 28 novembre 2023
Cari amici,
Fin dagli albori dell’umanità
l’uomo cercò di utilizzare la forza del vento per i propri bisogni. Utilizzò il vento per un concreto aiuto
nel lavoro e nei suoi spostamenti per mare. La forza del vento, ben prima di essere
utilizzata come fonte produttiva di energia, infatti, fu utilizzata per navigare per
mare andando alla scoperta di nuove terre, issando le vele di piccole e grandi navi; così come anche sulla terraferma, per far muovere, con la sua forza, le
prime macchine rudimentali per macinare il grano e gli altri cereali, oppure per pompare l’acqua dai pozzi.
Man mano che la
popolazione cresceva, bisognava sfruttare le varie fonti di energia
disponibili, e il vento poteva essere davvero di grande aiuto. Sulla terra furono costruiti dei grandi mulini a vento, gigantesche strutture che sfruttavano l'energia del
vento (energia eolica) facendo muovere delle antiche macchine dotate di ingranaggi che, attraverso la rotazione di grandi pale, trasformavano l’energia eolica in energia
meccanica.
Il mulino a vento,
secondo le ricerche storiche, ebbe origine in Persia (oggi Iran), intorno al 3.000 avanti Cristo. Non tutti gli studiosi, però, sono concordi (altri attestano che questa
invenzione risale invece al VII secolo d.C.), Queste strutture cattura vento
erano costituite da costruzioni innalzate sulla torre di un castello o in cima
ad una collina; il vano superiore ospitava le macine, quello inferiore il
rotore. Erano usate per produrre la farina dal grano oppure da altri cereali. Queste costruzioni erano realizzate in mattoni crudi, fango e legno. Nell’antica regione dell’Iran, il Nashtifan,
sono presenti ancora oggi circa 50 di questi mulini di cui 9 ancora funzionanti
dopo il restauro.
Col passare del tempo numerosi mulini a vento sorsero un po’ in tutte le parti del Vecchio Continente, come il mulino ideato dall'ingegnere greco Erone di Alessandria, costruito nel primo secolo
d.C. considerato uno dei più interessanti per l’utilizzo dell’energia eolica. Anche in Italia sorsero queste strutture: antiche turbine a vento a sei pale, conservate o restaurate, sono
tuttora in uso nelle saline di Trapani, dove svolgevano la funzione sia di macina sale che di pompa idraulica, per pompare acqua di mare da una vasca
all'altra.
Amici, i primi mulini a vento
nati in Persia, a Nashtifan, avevano le pale che ruotavano su un asse verticale. Queste, erano numerose: andavano da sei a dodici pale, rivestite in stuoie di canne, ed erano usati per
macinare grano o per estrarre acqua; mulini a vento che erano alquanto diversi da quelli europei, nati in data più
recente. Ampiamente usati in Medio Oriente e in Asia centrale, successivamente
si diffusero anche in Cina e in India. In Europa i pochi mulini a vento
orizzontali furono costruiti durante il XVIII e il XIX secolo, come ad esempio il
mulino Fowler a Battersea a Londra e il mulino Hooper a Margate nel Kent.
I primi esempi di mulini
a vento europei erano mulini a palo, così denominati per il largo palo
verticale su cui si basava l'intera struttura. Montando il corpo in questo
modo, il mulino può ruotare così da ricevere il vento frontalmente, un
requisito questo fondamentale di qualsiasi mulino a vento per operare con
efficienza. Alla fine del tredicesimo secolo furono introdotte strutture in
muratura, sulle quali, a differenza del mulino a palo, era possibile far
ruotare solo la testa del mulino invece che l'intero corpo.
Si stima che in Europa il
numero di mulini che sfruttavano il vento durante la loro massima diffusione si
aggirasse attorno a 200.000, molto meno rispetto ai mulini ad acqua (500.000).
I mulini a vento erano utilizzati in regioni dove la presenza d'acqua non era
sufficiente, dove i corsi d'acqua gelavano in inverno e su terreni privi di
pendenza, per cui la velocità dell'acqua era troppo bassa per generare la
potenza necessaria. Con l'avvento della rivoluzione industriale l'importanza
dei questi mulini, sia a vento che ad acqua, venne meno, come fonte di energia, anche se si
continuò a costruire dei mulini a vento fino al diciannovesimo secolo.
Amici, di recente gli antichi mulini a vento sopravvissuti sono oggetto di "restauro e conservazione", per il loro interessante valore storico. Dei 10.000 mulini
in uso nei Paesi Bassi nel 1850, circa 1.000 sono ancora in piedi. La
maggior parte di questi sono mantenuti da volontari e qualcuno viene usato ancora
per scopi commerciali. Ci si chiede: "come hanno fatto queste strutture,
realizzate con materiali di poco pregio come terra cruda e mattoni e ingranaggi
e pale di legno a superare i secoli ed arrivare ancora funzionanti a noi"? Certamente sono stati costruiti senza pensare a quella deleteria strategia, invece tanto in vigore oggi, che si
chiama “obsolescenza programmata”!
Cari amici, purtroppo,
viviamo nell’era dell’usa e getta, e la questione dell’obsolescenza programmata
(tanto in vigore per gli elettrodomestici che si disattivano dopo un periodo
stabilito) sta rovinando forse in maniera irreversibile il mondo, riempiendolo
di spazzatura. I progetti che gli uomini hanno cercato di portare avanti nei
secoli, dimostrano quanto oggi stiamo sbagliando!. I mulini di Nashtifan sono un
esempio unico di come queste antiche popolazioni utilizzassero, sin dai tempi
più remoti, l’energia del vento con l’utilizzo di una serie di mulini a vento
che, ancora oggi, risultano parzialmente funzionanti. Se riflettessimo e
pensassimo che, spesso, progredire non vuol dire disfarsi del passato…
A domani.
Mario
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