Oristano 7 novembre 2023
Cari amici,
Credo che sia ben noto il fatto che le decisioni più
importanti si prendono a tavola. I governanti, sia quelli di ieri che quelli di oggi, quando intendono prendere decisioni importanti, di solito lo fanno di fronte ad una tavola imbandita. Lo stare a
tavola riesce a rasserenare gli animi, predispone chi vi partecipa al dialogo e al
confronto, favorendo certamente le decisioni da prendere. Ebbene, curioso come sono, partendo da questo
concetto mi sono posto alcune domande: i grandi del passato che la storia ci ha
fatto conoscere "com’erano a tavola"? Erano crapuloni, amanti dei pranzi luculliani,
oppure si limitavano a mangiare solo lo stretto necessario? La mia ricerca, che
ha riguardato 5 personaggi del passato e 3 contemporanei, ha prodotto il
seguente risultato.
Partiamo da CESARE,
il grande condottiero dell’antica Roma. Giulio Cesare, nonostante fosse un
nobile romano, e quindi se lo potesse permettere, a tavola era molto
morigerato; appena sveglio beveva un bicchiere d’acqua e poi mangiava pane e
formaggio. La stessa cosa avveniva a pranzo, durante il quale aggiungeva frutta
fresca e vino; alla sera invece introduceva carne, salse e spezie; talvolta, ma
non spesso, si concedeva qualche banchetto e delle feste con altri nobili.
Anche NAPOLEONE BONAPARTE
non era un grande mangiatore. Tormentato da problemi gastrici, Napoleone spesso
saltava i pasti (si dice soffrisse di una ulcera gastrica) e mangiava
rapidamente e spesso con le mani. A lui viene attribuita la ricetta del famoso
pollo al marengo; quando nel lontano 14 giugno 1800, al termine di una battaglia
mandò il suo cuoco a preparargli una succulenta cena, poiché i mozzi di cucina
avevano trovato ben poco in giro, il cuoco fece saltare del pollo nell’olio insaporito
dall’aglio, aggiungendo dei pomodori, poi guarniti con un uovo fritto e qualche
gambero di fiume, cospargendo infine il pollo con abbondante cognac che in
Francia non manca mai. Pare che l'innovativa ricetta riscosse un successo insperato.
Quanto a LUIGI XIV
(più noto come il Re Sole) si dice che avesse un grandissimo appetito, dovuto
forse al suo intestino più lungo del normale. Alla sua corte, quanto alla cucina, erano oltre 500,
tra panettieri, ortolani, cuochi, macellai che ruotavano per assecondare i suoi
desideri. I banchetti erano sempre sontuosi: il menù comprendeva quattro
minestre, carne di fagiano e pernice, insalata di legumi, castrato in umido,
prosciutto, dolci e frutta. Una piccola curiosità: a Luigi XIV è attribuito il
merito della diffusione della cioccolata, trasformatasi poi in una moda di
corte, grazie al contributo della golosa moglie.
Anche CARLO MAGNO si
dice che fosse un “moderato”: infatti si faceva servire soltanto quattro
portate, ma la carne arrosto non doveva mai mancare anche perché era considerata
simbolo di virilità e potenza. Questo stile di alimentazione lo portò a
soffrire di gotta, anche se, all’epoca, la gotta era vista come uno status
symbol, quindi positiva e buona per la salute. Si pensava che, grazie agli
attacchi di gotta, il corpo “evacuasse” sostanze nefaste: gli uomini che si
accorgevano di avere la gotta ne gioivano, e, pensate, la vedevano come un
presagio di longevità!
A parlare delle
preferenze alimentari di GARIBALDI è stata la figlia Clelia, che ha
parlato anche del soggiorno dell’eroe dei 2 mondi a Caprera, dove il padre
teneva capre, pecore e mucche che fornivano del delizioso latte fresco.
Garibaldi amava i piatti genuini, prediligeva il minestrone alla genovese con
il pesto e gustava volentieri un buon piatto di stoccafisso. Nel suo soggiorno
in Sud America aveva imparato ad apprezzare le grigliate di carne, ma, da vero
nizzardo, amava la tradizionale bouillabaisse, sceglieva spesso pesce oppure
selvaggina, era goloso di ricci di mare e gamberetti, oltre a gradire le fave,
il pecorino e le olive in salamoia.
Parlando dei tempi attuali, il nuovo sovrano inglese CARLO
3° D’INGHILTERRA, ha delle abitudini alimentari davvero particolari. Banditi aglio e
cipolla per evitare che questi alimenti creino problemi di alitosi nelle occasioni
di rappresentanza, al neo sovrano non piacciono cibi troppo elaborati,
prediligendo i prodotti di stagione; ha un debole per asparagi coltivati in
casa, miele di origine locale e frutti di bosco. Ogni giorno i cuochi
presentano al monarca un piccolo libro contenente il menù ed eventuali
suggerimenti. Come rivela The Independent, Re Carlo da anni salta il pranzo,
come il trend del digiuno intermittente impone, concedendosi solo una colazione
e un pasto serale, entrambi leggeri. La sua giornata inizia d'abitudine con un
semplicissimo uovo sodo, anche se a dar retta alle voci accontentare Carlo non
è affatto facile. Secondo The Independent l'uovo in questione va cotto a fuoco
lento, seguendo le rigide istruzioni del re, al massimo per tre minuti! Guai a
sbagliare.
Quanto al Presidente
degli USA JOE BIDEN, la sua grande passione è la pasta! Una passione che
non ha precedenti tra i Presidenti Usa, se pensiamo che per prendere per la
gola Trump bastava il fast food, Obama amava invece i nachos, George W. Bush la pizza
con topping di cheeseburger, mentre per Bill Clinton il cheeseburger. A chi deve
la sua passione per la 'pasta italiana' Joe Biden? Quasi sicuramente alla
moglie Jill, che è italo-americana. Il suo cognome da nubile è infatti Jacobs, cognome anglicizzato da Giacoppo.
E ora, per concludere,
parliamo del nostro Presidente SERGIO MATTARELLA che, a quanto pare, è
molto ghiotto di zuppe e vellutate; preferisce ceci, lenticchie e roveglia,
un’antica varietà di piselli. Di tanto in tanto, Mattarella richiede un
assaggio di anelletti al forno, primo piatto palermitano, così come spaghetti
al pomodoro, verdure e pesce, sempre con pochi condimenti, all'insegna di una
sobrietà che riflette il suo carattere. Insomma, tale menù, tale Presidente!
Cari amici, spero vi abbia fatto piacere conoscere meglio le abitudini alimentari di alcuni GRANDI, del passato e anche del
presente!
A domani.
Mario
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