lunedì, novembre 20, 2023

TESORI MILLENARI DI SARDEGNA. NON SOLO NURAGHI, TOMBE DI GIGANTI E BETILI, MA ANCHE DOMUS DE JANAS CON STRAORDINARIE SCALE SCAVATE NELLA ROCCIA.


Oristano 20 novembre 2023

Cari amici,

Che la civiltà nuragica ci abbia lasciato tracce straordinariamente importanti è indubbiamente una realtà incontestabile! Nonostante la poca attenzione (non solo dei sardi, ma degli storici in generale) finora riservata all’antichissima storia del popolo sardo (a partire dalla civiltà pre-nuragica e nuragica), credo che "tutti, ma proprio tutti" dovremo batterci e alzare la voce, noi sardi, perché a questa straordinaria civiltà, certamente anche superiore a quella di tanti altri popoli oggi osannati, venga dato il giusto riconoscimento, finora negato.

Oggi, cari lettori, voglio parlare con Voi di una particolare “DOMUS DE JANAS”, che, unica nel suo genere, risulta corredata all’esterno di curiose scale scavate nella roccia. Come possiamo apprendere da fonte certa (parlo della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro), questa Domus, che si trova nel complesso archeologico di Musellos posto nelle vicinanze della periferia meridionale del centro urbano di Ittiri, in regione Giundali, risulta scavata su un piccolo rilievo posto ad un’altezza di 390 m.s.l.m. a circa 700 metri dal Nuraghe Majore e a breve distanza dai nuraghi di Giuntali, Ena Ortu e Cunedda. 

È questo un territorio formato da altipiani costituiti da rocce prevalentemente trachitiche e basaltiche, attraversato da fertili vallate destinate alla coltivazione. Come si legge sul sito di Ittiri Turismo, “questo complesso risulta scavato sul fianco occidentale di una collinetta calcarea. Il nucleo principale della necropoli, frutto di varie trasformazioni relative a diverse fasi dell’utilizzo nel corso dei secoli, è costituito da tre ampie celle collegate fra loro e disposte in successione da Nord a Sud”.

A rendere praticamente unica questa particolarissima Domus de Janas è proprio la presenza di queste antichissime scale; la necropoli, come detto, è composta da diverse domus, poste in diversi punti, alcuni anche distanti tra loro. Il gruppo più numeroso riguarda una serie di ambienti aperti sul fianco occidentale della collinetta calcarea. Il nucleo principale è stato sicuramente riutilizzato nei secoli successivi, in quanto ha subito diverse trasformazioni; le tre ampie celle dotate di scale esterne sono collegate fra loro, e risultano disposte in successione da Nord a Sud.

La particolarità, finora unica, come accennato, è che la parete di roccia dove le domus sono collocate, risulta scavata, ai lati dell’ingresso del vano centrale, da due strette gradinate, attraverso le quali è possibile raggiungere il pianoro soprastante. Come accennato prima (notizia rilevata dal sito del Comune di Ittiri), la Domus che ha subito più trasformazioni e quella più a Nord, in quanto presenta una pianta irregolarmente quadrangolare, con la parte destra sopraelevata rispetto al resto dell’ambiente.

Gli studiosi, facendo una serie di confronti con analoghi esempi di architettura rupestre, presumono che la trasformazione più importante dell’ipogeo sia avvenuta in età altomedievale; lo dimostrano la fossa rettangolare scavata a ridosso del piano rialzato, il balcone presente nella roccia che corre lungo la parete opposta all’ingresso, e le nicchie scavate nelle pareti. La successiva frequentazione di questi ambienti da parte di Cristiani è rilevabile dalla presenza di una croce incisa sull’ architrave della porta che mette in comunicazione la prima aula con la seconda.

Più in dubbio, circa i tempi di esecuzione, sono gli interventi effettuati nel secondo e terzo ambiente, che risultano poco leggibili a causa della profonda erosione avvenuta nella roccia, che in più punti si presenta friabile e polverosa. Ad epoca moderna sono invece riferibili le trasformazioni come il caminetto realizzato alla destra dell’ingresso e la sistemazione dell’ingresso stesso.

Cari amici, le testimonianze più significative della civiltà prenuragica e nuragica, come detto in premessa, sono oggi così evidenti che negare il valore di questa antica civiltà, che ha lasciato tracce monumentali delle sue grandi capacità possedute, sarebbe fare come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia,. Tracce così chiare e leggibili che, dopo millenni, svettano ancora orgogliosamente nella nostra terra di Sardegna, a testimoniare un passato grandioso, per quanto troppo spesso trascurato e ignorato!

A domani.

Mario

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