lunedì, marzo 21, 2016

IL “VILLACIDRO MURGIA” RINASCE A NUOVA VITA: LO STORICO, FAMOSO LIQUORE ‘GIALLO DORATO’ È TORNATO IN CIRCOLAZIONE!



Oristano 21 Marzo 2016
Cari amici,
Nel percorso di tutte le attività commerciali ci sono diverse fasi importanti: c’è quella di avvio, quella della crescita, quella della stasi, ma anche quella del calo, spessa imprevista e imprevedibile, che, spesso, può portare anche alla chiusura, se non si interviene con il necessario rinnovamento, capace di ridare una nuova vita. La mia riflessione di oggi riguarda proprio il percorso commerciale di una famosa azienda sarda, nata alla fine dell’Ottocento, che, dopo un glorioso percorso, nel 2011 dopo una pericolosa stasi sospese la produzione. Ciononostante, la storia di quest’azienda non era per fortuna arrivata al capolinea: dopo qualche anno di riflessione, la terza generazione della storica famiglia Murgia ha deciso di rilanciare la produzione di quel liquore che tanta fama aveva avuto in passato.
Sicuramente una decisione coraggiosa, così come coraggiosa fu l’idea del Comm. Gennaro Murgia, nel 1882, di far nascere a Villacidro una grande distilleria. Il coraggio, davvero, nel DNA di questa famiglia non è mai mancato! A distanza di oltre un secolo, ora la storia ora continua: nei giorni scorso, il 19 di questo mese di Marzo 2016, un prodotto davvero unico (la sua ricetta è rimasta sempre segreta), il VILLACIDRO MURGIA, è tornato in circolazione! Lo hanno ufficialmente annunciato Alessandro e Francesca Murgia, i quali, seguendo le orme del padre Francesco, hanno deciso di riprenderne la produzione. “Scusate il ritardo” hanno detto sorridenti (slogan utilizzato anche nella nuova pubblicità mandata in onda), davanti a un folto pubblico riunito nel Caffè Letterario di Piazza Zampillo, 6 a Villacidro, scatenando un grande applauso.
Quel giallo dorato, quel liquore che ha ammaliato intere generazioni, ha già ripreso vita, e, come prima e più di prima, riprenderà a percorrere in lungo e in largo non solo i sentieri della nostra terra ma anche le strade del mondo. Dopo aver ristrutturato gli impianti, dato aver dato una nuova veste grafica ai prodotti, i due fratelli hanno assicurato che il prodotto rimarrà sempre fedele al marchio ed alla ricetta originale nata oltre un secolo fa. “Da Lunedì le prime bottiglie saranno nuovamente in vendita”, hanno detto, scatenando non solo applausi ma anche qualche lacrima di commozione.
Questa bella storia, cari amici, merita di essere raccontata. Non sempre le iniziative commerciali riescono a sopravvivvere passando di mano da una generazione all'altra, mentre questa volta, dopo 134 anni, l’antica distilleria del Comm. Gennaro Murgia è gloriosamente arrivata integra alla terza generazione! Ripercorriamo allora insieme il felice cammino commerciale di un'azienda, iniziata da un uomo lungimirante alla fine dell’Ottocento.
Gennaro Murgia nasce a Serramanna il 17 febbraio del 1861 da un commerciante di bestiame, Luigi Murgia, e da Antonia Podda; compie i suoi studi a Cagliari, allievo e poi assistente del fisico Antonio Pacinotti, inventore della dinamo (1865). Uscito dall'Università con la laurea in Chimica Farmaceutica e Perito fisico-chimico, si sposa con Anna Corelli, figlia di un Notaio che operava a Villacidro. Come prima attività apre una farmacia a Muravera, ma poco tempo dopo preferisce spostarsi a Villacidro, dove acquista una delle 2 farmacie e apre un laboratorio di analisi chimico-minerarie che lavora per gli impianti di estrazione della zona.
Verso il 1886, grazie ad una buona conoscenza del mercato commerciale, coglie al volo l’opportunità data dalla grande richiesta di distillati alcolici di vino, creatasi a seguito della distruzione di molti vigneti operata dalla fillossera. Essendo la Sardegna, grazie al suo isolamento territoriale rimasta immune da questo flagello, decide di impiantare a Villacidro, in una zona ricca di falde acquifere, una distilleria continua a vapore. Per farla funzionare acquista vino in tutta la Sardegna, ricavandone dei distillati di gran pregio. Con questo prodotto decide di produrre un brandy, facendolo maturare e invecchiare in grandi botti di rovere; l’operazione riesce bene: il suo brandy compete senza timore con i migliori cognac francesi, e, presentato in tutte le più importanti Fiere d'Europa, viene molto apprezzato riportando sempre grandi onori.
In poco tempo la Distilleria Murgia diventa nota in Europa, e, dopo l’acquavite e il brandy, ‘inventa’ altri prodotti, liquori creati grazie alle sue profonde conoscenze di erboristeria. Nascono così nella sua fabbrica il Villacidro Giallo e Bianco, l’Amaro sardo, il Mandarino, l’Aperidro, l’Alkermes, la Crema Cacao, la Crema Caffé, il Curaçao, il Cedro, la Menta e diversi altri, prodotti che rispondono alle mode di quegli anni. Siamo ormai giunti al nuovo secolo e l’azienda è diventata grande: vanta una superficie di circa 300 ettari di terreni tra Villacidro e Serramanna, una distilleria e una fabbrica di liquori che esporta in tutta Italia. L’impegno è talmente grande che l’esperto uomo d'affari decide di vendere la farmacia, mantenendo solo il laboratorio chimico per la parte erboristica.
Siamo arrivati alla vigilia della Prima Guerra Mondiale e la fabbrica di liquori va a gonfie vele. Allo scoppio della guerra contro l’Austria il figlio Erminio parte per il fronte dove, però, morirà. La preoccupazione di Gennaro è ora quella di evitare il fronte all'altro figlio, Francesco, che è stato già richiamato come Tenente di Sussistenza, benché sia già sposato e padre. Per lui trova la giusta soluzione, sempre mediante l’utilizzo della chimica: la sua fabbrica di sapone viene considerata industria bellica e il figlio Francesco, Perito Industriale, viene autorizzato a restare a casa per dirigere la fabbrica. Anche al termine della guerra l’azienda resta affidata alle cure di Francesco, che, coadiuvato dal fratello Peppino, ne prende in toto le redini a partire dal 1923. È ora arrivato il tempo per il Comm. Gennaro, dopo una vita intensa, di ritirarsi a vita privata, che decide di trascorre a Cagliari, seguendo la crescita dei nipotini. Si spegne, colpito da una grave malattia, in una clinica toscana nel 1935.
Seguita dai figli, l'azienda per tutto il secolo scorso (sia l’attività delle distilleria che quella del liquorificio) non ha conosciuto crisi. Con l’avvento della globalizzazione, però, iniziano a farsi sentire i primi segni di stasi. Nel 2011 Francesco Murgia (nella generazione dei Murgia i nomi si ripetono) decide di gettare la spugna: di fronte ad un mercato globale sempre più difficile, soprattutto per un’azienda a gestione familiare come la loro, si convince che è inutile tenere aperto. La notizia della chiusura della produzione fa sensazione, e in poco tempo tutti iniziano a rimpiangere la bontà dei loro prodotti! Ora, però, dopo 5 anni di assenza dagli scaffali, l’indomita famiglia ha ripreso coraggio, e ha deciso di rilanciare quei prodotti una volta tanto amati. La famiglia Murgia, insomma, vuole dimostrare che a volte ci si può piegare, ma non spezzare!
Ora, il 'Villacdro Murgia' rinasce a nuova vita! A raccogliere e prendere in mano il testimone sono le nuove generazioni: i figli di Francesco, Alessandro e Francesca, giovani poco più che trentenni; sono loro ad aver deciso di lanciare una nuova sfida, che sa di antico e di moderno insieme; un mix di innovazione e tradizione, che certamente non deluderà gli estimatori dell’antica e rinomata produzione liquoristica. Se avranno la caparbietà e la costanza del loro bisnonno (io ne sono certo), certamente le loro speranze non saranno vane!

Cari amici, personalmente sono felice della rinascita di quest’azienda sarda, che vanta una bella tradizione e che sicuramente continuerà ad operare alla grande. Apprezzo anche il fatto che per rinascere l'azienda non sia passata di mano (come spesso avviene), magari ceduta anche ad operatori esteri. E’ bello pensare che il testimone sia rimasto in famiglia, che continui a trasmettersi di generazione in generazione! Così come mi piace constatare che i custodi dell'antica ricetta segreta del famoso liquore giallo nato all’ombra del Lavatoio di Villacidro, si continuino a chiamare Murgia...
Ciao, amici, a domani.
Mario

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