venerdì, marzo 18, 2016

MISERICORDIA E PERDONO: LA SOFFERTA RICONCILIAZIONE TRA AGNESE MORO E GLI EX BRIGATISTI.

Oristano 18 marzo 2016
Cari amici,
se è pur vero che l’uomo per sua natura è fragile, eternamente combattuto tra il bene e il male, tra la rettitudine e il peccato, le conseguenze dell’errore commesso sono difficili, spesso impossibili, da riparare. Già nella Bibbia vengono descritti i primi peccati dell’uomo: dalla violazione di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre all’uccisione di Abele da parte di Caino. Peccare, dunque è umano, ma perdonare il peccato commesso risulta, poi, estremamente difficile, il più delle volte impossibile. Eppure ci sono persone capaci di superare questa barriera, di scavalcare i fragili umani limiti e arrivare, con grande coraggio e bontà d’animo, alla riconciliazione ed al perdono.
Una di queste splendide figure è certamente Agnese Moro, figlia del nostro grande statista Aldo, ucciso dalle Brigate Rosse nel lontano 1978. Gli anni Settanta del secolo scorso furono i così detti ‘anni di piombo, nei quali il gruppo armato delle Brigate Rosse cercò col sangue di sovvertire l’ordine democratico. La mattina del 16 marzo del 1978, infatti, con un feroce blitz in Via Fani a Roma, le Brigate rosse sequestrarono Aldo Moro, dopo averne ucciso la scorta. Fu quella la drammatica escalation di una lotta politica violenta, una delle vicende più cupe della recente storia italiana. Moro, dopo una lunga prigionia, durata ben 55 giorni, fu ritrovato cadavere all’interno del bagagliaio di una Renault 4 rossa, parcheggiata in via Caetani, una traversa di via delle Botteghe Oscure, a poca distanza dal luogo del sequestro.

La mia riflessione di oggi con Voi, intende onorare proprio questa splendida figura di donna che, dopo innumerevoli e indicibili patemi d’animo, è riuscita a superare l’odio per gli assassini del padre. Mi ha affascinato la sua capacità di metabolizzare un sentimento terribile, negativo, trasformandolo attraverso il perdono e la misericordia in un sentimento positivo, quello della riconciliazione. Non credo sia stato facile, ma Lei con grande caparbietà e determinazione, con vero spirito cristiano, ci ha provato riuscendoci, anche se, bisogna dirlo, spesso incompresa anche dai suoi stessi familiari.


Questa Sua straordinaria capacità di riconciliazione l'hanno potuta toccare con man anche molti giovani oristanesi, che in gran numero non sono voluti mancare all’incontro organizzato per gli studenti del Liceo Classico De Castro il 16 Marzo scorso, giorno dell’anniversario dell’agguato di via Fani. Con Agnese Moro c’era l’ex brigatista Andrea Coi, uno degli uomini del gruppo armato dell’agguato. L’incontro, a cui hanno partecipato oltre ai dirigenti scolastici, politici e l’Arcivescovo Mons. Ignazio Sanna, ha visto una grande partecipazione di giovani. Agnese Moro ha dialogato con loro a lungo, fianco a fianco, con l’ex esponente delle Brigate Rosse, creando un forte impatto emotivo-educativo in quei giovani che, con grande attenzione, hanno ascoltato non solo i fatti e i misfatti di quegli anni lontani, ma anche preso atto della difficile prova della riconciliazione, del riscatto e del conseguente perdono. Ampiamente positiva la valutazione dell’incontro da parte dell’Arcivescovo, mentre il Sindaco, a nome della città ha voluto porre, nella piazza dove si affaccia l’Istituto scolastico già dedicata ad Aldo Moro, una targa ricordo dell’evento.
Percorso difficile quello del perdono di Agnese, partito da un dolore immenso: l’immotivata uccisione non solo di un padre ma anche di un uomo di stato, impegnato nella guida della nazione. Un cammino irto di ostacoli, cominciato nel 2000, quando alcuni ex esponenti della lotta armata e parenti dei caduti sono arrivati a incontrarsi, provare a dialogare, attraverso uno scambio reciproco delle esperienze vissute. Metabolizzazione di fatti terribili, vissuti da entrambe le parti con sofferenza e, per i colpevoli, dopo aver pagato il loro debito con la giustizia.
Il primo episodio di riconciliazione tra vittime e colpevoli avvenne circa 3 anni fa, una domenica: era il 17 giugno 2012. Nel piccolo cimitero di Torrita Tiberina, dove riposa la salma di Aldo Moro, si ritrova un gruppo di persone. Ognuno dei presenti sembra assorto nei suoi pensieri: nel gruppo c’è Agnese Moro e altri familiari di vittime del terrorismo, rosso e nero; ci sono anche tre ex brigatisti della strage di via Fani. Ad un certo punto, davanti alla tomba del padre, Agnese li abbraccia. Una scena incredibile, pensando ai giorni dell’odio e del piombo di trentaquattro anni prima!
Pur in modo meno appariscente di quella volta, questo difficile dialogo si è rinnovato più volte: nel 2013 anche qui ad Oristano, quando Agnese, nel Giugno di quell’anno, incontrò un altro brigatista, Franco Bonisoli. In questi ultimi anni Agnese e Andrea Coi stanno andando in giro per l’Italia per lanciare un messaggio chiaro e preciso: può esserci riconciliazione anche dopo vicende dure e crudeli, come il sequestro e l’uccisione di un padre. I due ex “avversari” si sono conosciuti 7 anni fa in un rifugio gesuita sulle Alpi Marittime. Il dialogo, prima freddo e informale, si è lentamente trasformato in riflessione-riconciliazione, ed ha maturato positivamente entrambi: vittima e carnefice. Da questa ‘nuova amicizia’ è nato questo loro andare avanti e indietro per l’Italia con uno scopo preciso: parlare ai giovani studenti e insegnare loro che anche i fatti più brutti della vita possono essere superati, volendo, attraverso la forza del perdono, della misericordia, della riconciliazione.
Cari amici, a 38 anni di distanza dal tragico fatto di sangue, quello portato da Agnese Moro è un messaggio di speranza, in un momento sociale abbastanza difficile: un messaggio importante e attuale, in una Europa alle prese con la violenza terroristica, in particolare di matrice islamica. Un forte stimolo a vedere l’altro, anche se diverso, anche se di altro credo politico o religioso, come un fratello da rispettare e non da combattere. Un messaggio che diventa auspicio per un futuro migliore, in particolare in quest’anno speciale che Papa Francesco a dedicato proprio alla Misericordia!
A domani.
Mario



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