martedì, settembre 19, 2023

UNA PERICOLOSA DIPENDENZA DAI SOCIAL: IL “PHUBBING”, LA PERICOLOSA PRATICA DI ISOLARSI DAL CONTESTO SOCIALE DIALOGANDO CONTINUAMENTE CON LO SMARTPHONE.


Oristano 19 settembre 2023

Cari amici,

C’è un pericoloso “VIRUS” che sta contagiando schiere sempre maggiori di persone amanti dello smartphone, in particolare i giovani: è stato chiamato “PHUBBING”, e consiste nell’avere un rapporto così stretto con il proprio smartphone da non separarsene mai, dialogando costantemente con esso anche in presenza di familiari, amici, e addirittura del proprio partner. Alzi la mano chi non ha mai visto, almeno una volta, in una riunione di gruppo, sia di familiari che di amici, alcuni di questi soggetti che, ignorando il resto della compagnia, restavano per proprio conto, intenti a smanettare il proprio smartphone, digitando e interagendo sui social.

Indubbiamente è un comportamento poco consono alla vita sociale, come minimo irritante per il resto del gruppo, definito, bonariamente, come minimo di grande maleducazione, purtroppo sempre più imperante. È questo un fenomeno sotto certi aspetti nuovo, che ha contagiato in particolare i giovani, e che tecnicamente è stato definito “PHUBBING”. Parola di origine inglese, che coniuga il termine phone con il termine snobbing e sta a indicare come che il telefonino sta contribuendo, in modo alquanto pericoloso, a ridurre l’interazione sociale, snobbando gli altri e ignorandoli.

La triste realtà è che oggi la diffusione massiccia dei telefonini e dei tablet, sta modificando radicalmente il nostro modo di agire e di stare insieme agli altri. A differenza del passato, non ci si incontra più per dialogare, parlare, discutere, ma ci si fossilizza osservando lo schermo dello smartphone stando in silenzio, assorti nei videogiochi e presi dai social. Di fatto ci isoliamo sempre più, ignorando chi ci sta intorno, catturati dal magico display del telefonino, diventando sempre più parte di quella “Folla solitaria” ben descritta da D. Riesman.

I giovani in particolare considerano il telefonino un’appendice della propria mano, digitando ovunque e in qualsiasi momento, da soli e in compagnia. Con lo smartphone sempre in mano, è come un costante dialogare con un personale AVATAR, attraverso il quale viene osservato un mondo più virtuale che reale. A prescindere dal rischio che molti giovani corrono a girare per strada senza guardare la strada, e che li ha portati spesso a sbattere contro un ostacolo non visto (cosa che ha spinto alcune amministrazioni comunali d’Inghilterra a foderare i pali della luce), il Phubbing si è rivelato un serio pericolo.

Amici, questo comportamento, definito dagli specialisti un serio disturbo comportamentale, costituisce la premessa per far sì che il soggetto raggiunga un pericoloso livello di “Disagio relazionale”, accompagnato da depressione o isolamento sociale. Uno studio condotto dagli specialisti J. Roberts e M. David ha rilevato che su un campione di 145 giovani coppie, il Phubbing impatta sulla soddisfazione della relazione e sul benessere generale della coppia, generando distanza e anche stati di depressione in alcuni individui.

Questa “disattenzione” nei confronti degli altri che ci circondano, quando è totale produce un vuoto di partecipazione emotiva ed empatia. Gli studi recenti stanno confermando l’allarme: da qualche anno sono in aumento le nuove dipendenze dagli strumenti di comunicazione e dalla rete, ma è in vertiginosa crescita l’isolamento per la prevalenza del mondo virtuale su quello reale, anche all’interno delle relazioni di coppia e in quelle familiari o professionali. Continuando di questo passo diventeremo praticamente tutti vittime del phubbing, seppure senza rendercene conto!

Il triste fenomeno del Phubbing non accenna, purtroppo, a diminuire e, in particolare nei Paesi anglosassoni, sono già partite delle campagne volte a fermare il Phubbing. In Italia questo termine è ancora sconosciuto ai più e poco o nulla si fa, soprattutto sul piano educativo, per prevenire il fenomeno e aiutare i nativi digitali ad un uso corretto dei vari dispositivi di comunicazione. Aiuto che deve partire dalla famiglia, perché l’educazione di base deve sempre partire dal proprio nucleo familiare, che deve dare l’esempio fin dall’adolescenza.

Cari amici, credo che ci sia proprio poco da aggiungere…

A domani.

Mario

 

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