Oristano 9 settembre 2023
Cari amici,
In Italia, secondo i dati
della Banca d’Italia (calcoli a fine 2016), circolano poco meno di 4miliardi
di banconote, per un valore stimato superiore ai 150miliardi di euro. I
biglietti, durante la loro circolazione di tasca in tasca, diventano, giorno
dopo giorno troppo logori, anche per cause esterne come macchie, strappi,
bruciature, scritte, etc.; in questi casi, dopo un attento vaglio, vengono
ritirati dalla circolazione dalla Banca d’Italia. È un sistema sofisticato di
verifiche e controlli quello messo in atto dalla nostra Banca centrale, tendente
a garantire l’autenticità e la qualità delle banconote circolanti.
Controlli |
Nell’attento processo
di selezione, infatti, vengono intercettate, oltre le banconote logore,
anche quelle falsificate, purtroppo con l’utilizzo di tecniche raffinate,
sempre in aumento. La domanda che in tanti si pongono è: “Queste banconote logore,
tolte dalla circolazione e sostituite da banconote nuove di zecca, che fine
fanno?”. La risposta è semplice: vanno distrutte dalla Banca d’Italia mediante triturazione.
Il risultato finale sono delle bricchette, ovvero dei blocchi, dei mattoncini
contenenti i frammenti delle banconote sminuzzate. Amici, il controvalore non è
di poco conto: è di molti Miliardi di euro! Il problema, però, non finisce qui!
Bisogna pensare al modo migliore di “smaltire” questi numerosissimi mattoncini.
I sistemi adottati finora
dal nostro Istituto di emissione sono stati diversi. Fra i primi usati, quello
della termodistruzione, con recupero di energia termica proveniente dalle
banconote triturate, poi altri, come ri-macerare i frammenti ricavando della
carta; di recente, però, si è pensato ad un utilizzo curioso, alquanto diverso!
Vediamo cosa hanno pensato certe menti ingegnose per riutilizzare le bricchette
di banconote confezionate da quella montagna di biglietti logori tolti dalla
circolazione e sostituiti dai biglietti nuovi. Ecco come: trasformando i
frammenti delle vecchie banconote usurate e tolte dalla circolazione, in materiale
da costruzione!
Si, amici, la Banca
d’Italia, grazie ad un rapporto di collaborazione con l’Università
Federico II di Napoli, ha deciso di utilizzare una parte dei mattoncini
costituiti dai frammenti di banconote per realizzare dei particolari mattoni e tipi
di intonaci per l’edilizia, ovvero in materiale per costruire case!
Indubbiamente quest’idea appare un perfetto esempio di positivo riuso creativo in
edilizia, di questo prodotto particolare giunto a fine vita; un evidente,
chiaro esempio di applicazione pratica di economia circolare, trasformando un
rifiuto in risorsa.
Nel 2022 il ritiro dalla
circolazione delle banconote logore, poi triturate e confezionate in mattoncini,
è aumentato in volume del 7 per cento rispetto all’anno precedente, raggiungendo
un totale di 638 tonnellate. Una quantità di scarti non indifferente che,
dall’anno scorso, su indicazione della Banca Centrale Europea, dovranno
essere trattati con un’attenzione particolare. Di recente la BCE ha infatti
rivisto i criteri relativi alla gestione dei rifiuti costituiti da banconote
triturate, chiedendo alle banche centrali di abbandonare lo smaltimento in
discarica entro il 2022.
In ossequio ai
suggerimenti della BCE, la Banca d’Italia a partire dal 2023 ha stabilito che
tutti i rifiuti costituiti da banconote logore triturate venissero conferiti a
impianti per la produzione del combustibile solido secondario (impiegato negli
impianti industriali) o per il recupero energetico (termovalorizzazione).
Grazie a questa iniziativa è stato possibile evitare l’emissione di 37
tonnellate di anidride carbonica equivalente. Ma ora, con l’accordo raggiunto
con l’Università Federico II di Napoli, i biglietti triturati potranno
diventare dei mattoni per costruire case.
Insomma, amici, questi “biglietti
di banca”, ormai inutilizzabili, anziché finire bruciati possono vivere una
seconda vita. Un campione di banconote triturate è stato già utilizzato
in prova per la realizzazione in laboratorio di alcuni campioni di mattoni e di
intonaci a base di calce. “I risultati ottenuti sono positivi”, si legge
nel rapporto, “la presenza dei frammenti di banconote logore nella calce
migliora le caratteristiche di resistenza alla flessione del materiale sia nel
confronto con i provini realizzati senza additivi, sia rispetto a quelli
realizzati addizionando altri prodotti di scarto come materie plastiche e
canapa”. Alla luce di questi primi risultati, l’Istituto sta valutando le
modalità per estendere lo studio anche agli aspetti di fattibilità industriale.
Banca d'Italia Oristano |
Cari amici, l’argomento
che ho voluto trattare con Voi oggi, mi è alquanto congeniale: oltre ad aver
operato nel settore come lavoro (in banca operavo come manager), ho avuto il privilegio di
essere nominato, una volta andato in pensione, “funzionario onorario” della filiale
della Banca d’Italia di Oristano. per anni ho avuto il compito di fare le
verifiche di cassa, essendo detentore di una delle 3 chiavi del caveau.
Quando
la filiale di Oristano, come tante altre minori fu soppressa, ebbi il piacere
e il privilegio, con i miei colleghi del Consiglio di Reggenza della Banca, di essere
ospitato a Roma, in Via Nazionale - sede centrale di Bankitalia - potendo anche visitare il grande stabilimento
dove nascono le banconote in Euro; è stato un grande onore poter visitare l’immenso
deposito dell’oro (le riserve auree della B. d’Italia) in lingotti e le grandi
macchine che fabbricano l’Euro! In ricordo, mi è stato donato un bricchetto,
uno di quelli di cui parliamo oggi, che conservo gelosamente!
A domani.
Mario
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