martedì, settembre 12, 2023

QUALE FUTURO PER IL DANARO CONTANTE? DOPO LA SVEZIA, ORA ANCHE CUBA IMPONE D’IMPERIO L’USO DELLA MONETA ELETTRONICA.

Oristano 12 settembre 2023

Cari amici,

In Svezia già nel 2018, secondo quanto riferiva anni fa il New York Times, nel Paese il contante rappresentava appena l’1% dell’economia, contro l’8% negli Usa e il 10% in Europa. Appena il 10% degli svedesi dichiara di aver utilizzato il contante nel corso dell’ultimo anno e circa la metà delle 1.400 filiali bancarie del Paese nemmeno accettano più i depositi di moneta fisica. In prospettiva, infine, si prevede che metà degli esercizi commerciali cesseranno di accettare il pagamento in banconote e monete entro il 2025.

Oggi, passeggiando per le vivaci strade di Stoccolma, è frequente vedere nelle vetrine dei negozi un cartello con scritto “No Cash” o “Card Only”. Con la carta, pensate, potete anche fare un’offerta a un senzatetto, oppure, fare l’offerta in chiesa. La Svezia, insomma, ha intrapreso un rapido percorso verso una società Cashless, cioè senza banconote. Un esempio anche per altri Paesi, sempre più stimolati a passare alla moneta elettronica, seguendo le sue orme, come il Canada e, più vicino a noi, Austria e Paesi Bassi.

Di recente anche un altro Paese poco allineato all'Occidente, come CUBA, ha deciso di superare l’uso delle banconote e passare alla moneta elettronica. Lo fa usando anche le maniere forti per convincere la popolazione ad abbandonare i pagamenti in contanti. Il Paese sudamericano sta cercando di limitare sempre di più l'uso del contante in primis per ragioni economiche: "Per gli alti costi associati alla sua emissione (di banconote), trasporto, lavorazione e stoccaggio, nonché per la crescente domanda del numero dei bancomat, necessari per prelevare", hanno dichiarato ufficialmente le autorità cubane.

Secondo quanto riporta il Corriere, le imprese non potranno più utilizzare gli sportelli automatici (quindi niente prelievi) e non si potrà superare la soglia dei cinquemila pesos (l'equivalente di 190 euro) sui pagamenti in denaro quando si tratta di rapporti contrattuali. Un probabile collegamento diretto con la decisione del Governo è la totale abolizione dell'acquisto della benzina in contanti: questa si potrà acquistare soltanto con carte elettroniche! La validità di queste restrizioni è stabilita già a partire dal 1° settembre.   Insomma, amici, la sorte delle banconote comincia e dimostrarsi segnata!

Nell'Unione Europea le cose vanno, però, abbastanza a rilento. nel 2020 la Banca Centrale Europea ha emesso 141 miliardi di euro di nuove banconote (+11% in un anno) e questo porta la moneta fiduciaria in circolazione in Europa alla vertiginosa cifra mai raggiunta prima di 1.435 miliardi di euro. Due tendenze in apparenza contrastanti, se pensiamo che si cerca in ogni modo di spingere fortemente la moneta elettronica. Il problema è che gli europei vogliono poter scegliere con quale modalità pagare beni e servizi, a seconda delle situazioni; non è un caso, infatti che, sebbene i pagamenti elettronici siano sempre più diffusi anche nel nostro Paese e in modo particolare tra i giovani, il 58% delle transazioni in area euro avviene ancora tramite il contante.

Amici, l’uso del contante varia da Paese a Paese a seconda dei livelli di digitalizzazione, ma la tendenza è abbastanza chiara: permane saldamente soprattutto per le piccole transazioni. Mantiene quindi un valore fondamentale per garantire l’inclusione finanziaria delle fasce più deboli e meno digitalizzate e per questo banche centrali e governi si stanno esprimendo a favore della sua tutela. La stessa BCE dichiara che “la strategia per il contante mira a garantire che il contante rimanga ampiamente disponibile e accettato sia come mezzo di pagamento che come riserva di valore”. La banconota resta dunque un bene pubblico e potervi avere libero accesso un diritto fondamentale.

Ovviamente c’è da considerare anche il fattore rischi, sul passaggio. tout court, dal pagamento in contanti al pagamento elettronico. Basti pensare al caso di una catastrofe naturale che dovesse interrompere per un lungo periodo la rete di comunicazione internet. Nessuno potrebbe più accedere al proprio denaro, né disporne. Cosa accadrebbe? In alcuni casi recenti di interruzione prolungata del sistema ITC, i contanti distribuiti dagli ATM sono andati esauriti nel giro di pochi minuti. Ciò significa che è necessario accordarsi su una via di mezzo, ovvero prevedere il mantenimento di un sistema di circolazione del denaro contante anche in futuro. Un sistema certamente diverso da quello attuale, più agile e meno costoso. Perché questo possa avvenire, però, è necessari che le banconote restino in circolazione il più a lungo possibile, anziché viaggiare in continuazione tra il negoziante, la banca e il cliente.

Una soluzione potrebbe essere quella di trasformare i negozi di prossimità in punti di prelievo e versamento. Per molte categorie di commercianti questa potrebbe rappresentare anche una nuova modalità per attirare clientela nel proprio negozio e stringere ulteriormente il rapporto con essa. Un esempio recente di adozione su vasta scala di una soluzione simile è rappresentato dall'India, dove il Governo ha chiesto alle banche di mettere a disposizione dei cittadini soluzioni tecnologiche che rendano possibile trasformare i comuni negozi in sportelli di prelievo e versamento del contante.

Cari amici, indubbiamente un problema non facile da risolvere….ma la soluzione dovrà essere trovata!

A domani.

Mario

 

1 commento:

Giovanni ha detto...

Consiglierei a molti di leggersi questo articolo apparso su ZeroHedge ( https://www.zerohedge.com/political/austrian-economics-vs-cbdc-esg-ubi-and-other-newfangled-socioeconomic-gimmicks ). Certo, è il punto di vista dei rappresentanti di una scuola economica ma non occorre essere dei geni per capire che queste monete elettroniche hanno un tallone d'Achille ben visibile: energia! Se non c'è corrente elettrica non possono essere usate! Inoltre qualunque imposizione di tale moneta entra in contrasto con l'articolo 693 del codice penale e l'articolo 1277 di quello civile oltre ad essere in contrasto con lo Statuto della Banca d'Italia.