sabato, settembre 30, 2023

“UNIVERSO 25”: UN ESPERIMENTO DI OLTRE MEZZO SECOLO FA, FATTO DALL’ETOLOGO E BIOLOGO JOHN CALHOUN, SI STA PURTROPPO RIVELANDO ATTUALE...


Oristano 30 settembre 2023

Cari amici,

Nel 1968 l’etologo e biologo John Calhoun, portò avanti un esperimento di psicologia sociale, denominato “Universo 25”, con il quale costruì uno scenario utopico utilizzando dei topi; lo scopo era quello di scoprire quali sarebbero stati, nel campo umano, gli effetti della sovrappopolazione. Cinque anni dopo quell’esperimento, quella “metropoli abitata dai topi”, DA LUI CONCEPITA, finì per essere devastata. Lo studio in realtà aveva dimostrato che gli effetti del progressivo sovraffollamento possono essere molto dannosi a tutti i livelli, compreso quello umano.

Seppure paragonare la vita animale, in questo caso quella dei topi, non possa essere, tout court, applicata agli esseri umani, l’esperimento di John Calhoun offre degli spunti di riflessione stimolanti. Ma vediamo meglio insieme come si è svolto questo interessante esperimenti effettuato in una fattoria del Maryland. L’esperimento “Universo 25” era inizialmente iniziato positivamente, come in un vero giardino dell’Eden per i topi, ma nel corso degli anni si trasformò completamente, diventando un inferno.

L’etologo John Calhoun era un esperto che, per gran parte della sua vita, aveva lavorato per il National Institute of Mental Health degli Stati Uniti. Nella seconda metà del XX secolo la sovrappopolazione e il sovraffollamento erano motivo di grande preoccupazione per la Comunità scientifica, e l’etologo, rinomato ricercatore, cercò di effettuare l’esperimento scientifico che fu denominato “Universo 25 nel 1968. Lo effettuò in una proprietà rurale a Poolesville, nel Maryland, per poter studiare il comportamento dei ratti in un contesto di sovrappopolazione di specie.

Fu allestito pertanto uno spazio ampio e confortevole, dove i topi potevano usufruire di molteplici aree di nidificazione e fonti costanti di cibo e acqua. La città dei topi era stata costruita all’interno di un recinto, provvisto di tunnel, con dimensioni di 2,7 metri di larghezza per 1,4 metri di altezza. I topi avevano tutto ciò di cui avevano bisogno, tranne lo spazio. In questo spazio attrezzato furono introdotte quattro coppie di topi; L’osservazione della loro vita accertò che ogni 55 giorni il numero delle nascite raddoppiava. Dopo un anno e mezzo (19 mesi) dall’inizio dell’esperimento, c’erano già 2.200 topi in quell’habitat. Questo grande ritmo riproduttivo è stato spiegato dall’assenza di predatori e dal facile ’accesso al cibo.

All’inizio sembrava una società ideale, ma presto iniziarono a manifestarsi fenomeni di grande interesse per la psicologia sociale: eccoli. Iniziarono a stabilirsi delle gerarchie, con maschi alfa dominanti che controllavano gli harem femminili; i topi che avevano perso i combattimenti con i maschi dominanti crearono gruppi di “fughe”; i combattimenti e le lotte furono costanti, finché i maschi alfa smisero di difendere i loro gruppi di femmine. Le femmine, invece, avviarono comportamenti di difesa per i cuccioli, in quanto il livello di violenza era così alto tanto che finirono per abbandonare o trascurare la loro prole.

Col passare del tempo (tra i 315 e i 600 giorni) si verificarono comportamenti aberranti che spezzarono la struttura sociale. Le femmine diventarono sempre più aggressive e molte smisero di rimanere incinte. Le regole normali si spezzarono, dando vita a comportamenti sessuali compulsivi, compreso l’accoppiamento tra topi dello stesso sesso. Fu verificato anche il cannibalismo, si spezzarono i legami sociali e dopo circa 600 giorni i topi smisero di riprodursi, di difendere i territori e si limitarono a compiti basilari per la loro salute, come l’alimentazione e la toelettatura.

Insomma, la studiata popolazione dei ratti, di fronte alla rottura assoluta di tutti gli schemi sociali, iniziò una progressiva estinzione. In particolare i giovani che nascevano in quell’ambiente ormai caotico, dominato dalla violenza crescente, non ricevevano alcuna protezione e nessun legame si instaurava con loro. Questi topi furono definiti dagli studiosi “giovani delinquenti” e “disertori sociali”, paragonandoli, credo, ai nostri “giovani bulli” che tutti i giorni ci dimostrano la loro capacità delinquenziale.

Cari amici, che cosa ci può insegnare l’esperimento “Universo 25”? Questa indagine, che fu pubblicata sulla rivista The Royal Society of Medicine, arrivò praticamente a stabilire che l’esperimento può essere rapportato alla nostra società umana. Il dottor John Calhoun ha presentato il suo lavoro sul comportamento del topo come un’analogia del mondo che viviamo oggi. Le sue previsioni appaiono oggi ancora più realistiche di ieri!  A differenza degli anni ’70, i tassi di natalità sono diminuiti in modo significativo nei Paesi sviluppati: siamo una società sempre più anziana. A questo, dobbiamo aggiungere un altro fenomeno: è normale che i giovani non abbiano interesse per l’amichevole socialità e neanche per il sesso? Siamo arrivati allo scenario utopico di Calhoun?   C’è davvero da riflettere e meditare….

A domani.

Mario

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