Oristano 25 settembre 2023
Cari amici,
I gatti sono creature
affascinanti e allo stesso tempo enigmatiche, tanto che nel corso dei secoli hanno
suscitato nell’uomo grandi passioni e, a volte, anche grandi timori, come nel
caso dei gatti neri. Circolano molte dicerie sui gatti, frutto sicuramente della
loro formidabile capacità sensoriale molto sviluppata, che ha aiutato prima i
gatti a sopravvivere come cacciatori solitari e poi ad adattarsi a dividere il territorio con gli esseri umani, instaurando con essi rapporti anche molto
intensi.
In particolare i gatti
neri hanno da sempre affascinato l’immaginario collettivo con la loro capacità straordinaria,
l’eleganza e il mistero. Sul gatto nero sono nate superstizioni e credenze
popolari a 360 gradi, che andavano dal considerarli portatori di buona fortuna,
a quello di esseri malvagi portatori di tristi presagi di sventura. Era (ed è...) luogo comune pensare che “Il gatto
nero porta sfortuna!”. Chi non ha mai sentito almeno una volta questa frase? Indubbiamente
pochi. Ma vediamo insieme come è nata questa ideai della sfortuna portata dal
gatto nero.
Nella cultura dell’antico
Egitto i gatti erano adorati e venerati; ad esempio, la Dea Bastet – divinità
dal simbolo positivo di armonia e felicità, protettrice della casa, custode
delle donne incinte e capace di tenere lontani gli spiriti maligni, era
rappresentata come un bellissimo gatto nero o come una donna con una testa di
gatto. Questa venerazione garantiva ai felini neri protezione e rispetto, in
quanto suoi emissari in terra. Anche nell’antica Roma il gatto nero era
considerato un portafortuna, tant’è che alla morte di questi era usanza
cremarli e spargere le loro ceneri sui campi, in segno di auspicio per un buon
raccolto.
Ad incrinare la
venerazione verso il gatto nero ci pensò il medioevo. La leggenda della
negatività portata dal gatto nero sorse proprio nel Medioevo, periodo in cui ci si
spostava frequentemente con le carrozze trainate dai cavalli; questi animali
molto sensibili si spaventavano nel vedere all’improvviso un gatto
attraversargli la strada, in particolare nel vedere gli occhi dei gatti neri al
buio. I cavalli allora si imbizzarrivano e i passeggeri si spaventavano, cosa
che iniziò a far credere che i gatti neri fossero animali del demonio. In
questo periodo buio, in particolare per la religione, il gatto nero venne
considerato un animale diabolico: l’incarnazione delle streghe, il simbolo del
male.
A confermare ai cristiani
che il gatto nero impersonava il diavolo ci pensò nel 1200 Papa Gregorio IX, il
quale condannò i gatti neri ad una spietata caccia perché considerati “animali
delle streghe”. Da allora questi poveri animali furono banditi e perseguitati
perché associati al diavolo. Questa paura irrazionale e l’odio verso questi
felini portò a causare la quasi totale scomparsa del gatto dai territori
europei; ciò provocò una crescita smisurata del numero di roditori, che nel
1600 contribuirono alla diffusione della peste.
Amici, le superstizioni,
purtroppo, nascono in fretta ma non si estinguono facilmente. Tutt’oggi in
molti Paesi sussiste la superstizione del gatto nero e si crede che questo
porti sfortuna. A vedere il gatto nero in negativo sono Stati come l’Italia, la
Spagna, gli Stati Uniti; in altri Paesi, invece, il gatto nero è simbolo di
fortuna e averlo in casa significa prosperità, come in Giappone, in Scozia e in
Inghilterra. Anche chi è amante dei gatti, spesso, trova difficoltà ad amare
incondizionatamente un gatto nero. Il dubbio che sia un animale che porta sfortuna supera quell’amore che verso questi animali si ha.
Focalizzando l’attenzione
sull’Italia possiamo dire che le credenze sul gatto nero abbondano! Ad esempio
molti pensano che “vedere il felino sbadigliare, la bufera vuol
scoppiare”; un gatto che starnutisce è di buon auspicio per chi l’ha
sentito; sentire dei miagolii di venerdì, soprattutto di notte, preannuncia un
litigio; un gatto nero che ci attraversa la strada porta sfortuna; e molti,
molti altri esempi ancora. Per non parlare delle superstizioni riguardante il
comportamento dei gatti rispetto ai diversi fenomeni meteorologici: se il gatto
si lava dietro le orecchie, trascorre molto tempo sdraiato sul dorso o guarda
fisso fuori dalla finestra, pioverà; se corre per casa come un matto e graffia
tende e cuscini, arriverà un forte vento; se dorme con le zampe ripiegate sotto
il corpo, arriverà il freddo; se sta seduto dando le spalle al fuoco, ci sarà
una tempesta di neve, etc.
Cari amici, il fatto che noi sardi
siamo particolarmente scaramantici è una realtà incontestabile! Quanto al gatto
nero la tradizione sarda gli ha, da sempre, attribuito poteri magici. Questo animale nella tradizione della nostra isola aveva
una natura ambivalente: poteva rappresentare l’incarnazione vivente di un
demone maligno, oppure quella di una forza o entità benigna. Ancora oggi si pensa che
maltrattare l’elegante felino porti male. Inoltre, al gatto, soprattutto se era
nero, le credenze popolari dell’Isola attribuivano la capacità di proteggere la
casa dagli spiriti maligni.
A domani, cari lettori!
Mario
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