venerdì, settembre 08, 2023

A PADOVA, COLLOCATA NEL “PALAZZO DELLA RAGIONE”, C’È UNA FAMOSA PIETRA, RETAGGIO DELLE REGOLE FINANZIARIE DEL PASSATO: “LA PIETRA DEL VITUPERIO".


Oristano 8 settembre 2023

Cari amici,

A Padova c’è un antico palazzo, detto “Palazzo della Ragione”. È un edificio che risale al Medioevo e vanta uno dei più grandi ambienti coperti d'Italia, tanto che non ha uguali nell'architettura civile italiana dell’epoca. Una costruzione che ha contribuito a rivoluzionare i sistemi edificativi dell’epoca, tanto che ancora oggi è un simbolo della città. È un palazzo costruito con ‘severa nobiltà’, con una grandissima sala al piano superiore, che all'epoca era la più grande sala pensile (cioè, sollevata da terra) del mondo, un vero miracolo di ardimento architettonico e di solidità. Il Palazzo della Ragione sorse al centro di un articolato complesso di edifici comunali, tra i quali il Palazzo degli Anziani e l'antico Palazzo del Consiglio, ancora in parte esistenti, la cui costruzione è datata a partire dalla fine del XII secolo.

La grande sala al piano superiore è attualmente utilizzata per le grandi esposizioni artistiche e le manifestazioni importanti; questo grandioso salone misura circa 80 metri di lunghezza per 27 metri di larghezza, ed è coperto da una vertiginosa struttura lignea di forma ogivale (cioè, a sesto acuto) alta quasi 40 metri. Il primo utilizzo del palazzo (la prima realizzazione risale al 1219) aveva lo scopo di ospitare i tribunali e gli uffici finanziari, ruolo che ebbe non solo in età comunale, ma, sia pure con uso ridotto, anche durante la signoria Carrarese e tutta la dominazione Veneziana, fino al 1797. Nel pavimento del salone, nella direzione della larghezza, c'è una striscia bianca e nera: è il segno del 12° meridiano che passa per Padova. Su di esso battono i raggi del sole che entrano dalla bocca della faccia dorata che sta sulla parete verso piazza delle Erbe.

Il pian terreno, invece, fu utilizzato per ospitare le postazioni di mercato di generi alimentari. Le vecchie botteghe sotto il Salone costituivano (e ancora oggi costituiscono) uno degli angoli più suggestivi e caratteristici di Padova. Nella vasta dimensione del palazzo tanti i venditori: ogni bottega è ricca di prodotti alimentari di qualità: formaggi, carni, insaccati, pesce che provengono da tutta Italia. L'antico edificio, che è rimasto sempre vivo, appare al forestiero come una enorme nave capovolta (che poggia su 90 piloni, disposti in quattro ordini). Un palazzo che destava grande ammirazione presso i contemporanei, la cui fama è rimasta intatta.

Amici, in questo importante palazzo oggi il visitatore, oltre alle numerosissime opere (dipinti, sculture e monumenti) può ammirare una particolare “Pietra”, utilizzata in passato per mettere alla berlina i debitori che non onoravano gli impegni presi. Questa pietra, detta “PIETRA DEL VITUPERIO O DEL FALLIMENTO”, si porta appresso una grande storia che oggi ho il piacere di raccontarvi. Scolpita in un blocco di porfido nero, posto su una base quadrata a tre gradini, questa Pietra testimonia il singolare intervento di un certo Frate Antonio che, nel 1231, presentandosi davanti al Consiglio Maggiore per perorare la causa dei debitori insolventi e dei falliti, riuscì a far modificare lo Statuto che prevedeva il carcere a vita per i debitori insolventi.  

La modifica, introdotta a seguito dell’intervento del frate, prevedeva la trasformazione della pena detentiva in una pubblica esecrazione della persona che si era macchiata del reato. Questa, come pena, prevedeva che il debitore insolvente venisse obbligato a spogliarsi, rimanendo con la sola camicia e in mutande (da cui il proverbio "restar in braghe de tela"), e, alla presenza di almeno cento persone, doveva sedersi per tre volte sulla pietra ripetendo "cedo bonis" (rinuncio ai beni) e poi lasciare la città per rifarsi una vita altrove. Nel caso fosse rientrato in città senza il consenso dei creditori, sarebbe stato nuovamente costretto a sedere sulla Pietra del Vituperio e in più gli sarebbero stati gettati addosso tre secchi d'acqua.

Amici, da tempo questa antica pietra è posta al centro del salone del Palazzo della Ragione, e oggi il visitatore la trova collocata alla destra dell'entrata principale. Ebbene, in perenne ricordo dei tempi andati, è presente ancora oggi, tra l'antico Palazzo del Consiglio e la parte orientale del Palazzo della Ragione, il Volto della Corda, un grandioso arco di passaggio verso piazza delle Erbe costruito nel 1277; quest’arco fu così denominato perché lì i bugiardi, i falliti, gli imbroglioni, i debitori insolventi, venivano colpiti sulla schiena con una corda. In quest'arco vi erano diverse Corde, che rimanevano sempre appese a cinque anelli di pietra infissi nel muro del Volto, per ricordare ai venditori, oggi come ieri, di essere sempre onesti. L'angolo posto sotto al Volto della Corda prende il nome di Canton delle busie (angolo delle bugie) perché lì avvenivano gli incontri tra i commercianti.

Cari amici, sia la parola “Vituperio” (che ancora oggi, sta a significare la negatività di una persona che è andata in rovina), che il detto "restar in braghe de tela" sono espressioni forti, derivate proprio dalla storia, spesso triste, di chi per qualche ragione è andato in rovina!

A domani.

Mario

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