Oristano 20 luglio 2023
Cari amici,
Che le energie
rinnovabili siano il futuro del nostro pianeta è una realtà INELUTTABILE. Il presente ha ancora troppi vincoli con la precedente
era dei combustibili fossili, ma questo è un cappio dal quale presto dovremo
necessariamente liberarci. Tramontate le fonti energetiche fossili, dovremo necessariamente dipendere dalle nuove energie, quelle che sono definite rinnovabili, ovvero non
esauribili, come per esempio, l’energia eolica, solare, idroelettrica o
geotermica. Nel mondo, la domanda di energia cresce in continuazione e, al
tempo stesso, cresce anche la necessità di ridurre la CO2, combattere l’effetto
serra e diminuire le emissioni in atmosfera di quelle sostanze dannose per la
nostra salute.
Ho fatto la premessa di
cui sopra per parlare oggi con Voi del continuo assalto che si sta portando alla
nostra isola per l’installazione in ogni dove (in terra e in mare) di un
immenso numero di pale eoliche, capaci di rompere quel millenario equilibrio
naturale che la nostra isola vanta e che è giusto e doveroso conservare, senza
SE E SENZA MA! “Sardegna quasi un continente”, è il titolo di un famoso
libro di Marcello Serra, che mette in evidenza, per chi non la conosce,
la grande diversificazione del paesaggio sardo, profondamente legato alla
storia geologica dell’Isola e alla sua particolare insularità, che nei millenni ne ha accresciuto
la straordinaria bellezza e particolarità.
La nostra antichissima isola,
come molti ben sanno, si porta appresso, da millenni, una la realtà storica e
archeologica unica al mondo, tanto che può vantare un primato mondiale, ossia quello
della più alta densità di monumenti archeologici del mondo! Il paesaggio storico
culturale in Sardegna è un elemento di così grande importanza da aver portato questi
beni dell’isola ad essere inseriti tra i patrimoni dell’Unesco, quale straordinario “museo a
cielo aperto”. Che dire, poi, della flora dell’isola, caratterizzata da
tantissimi endemismi, ossia da quelle specie vegetali che crescono esclusivamente in
Sardegna, e della fauna, anch’essa contraddistinta dalla presenza di diversi
endemismi, oltre ad animali a rischio estinzione? Le specie di uccelli poi, sia quelle
stanziali che quelle migratorie di passaggio, sono circa 340, cifra che
corrisponde al 74% dell’intera avifauna italiana, un dato a dir poco unico!
Ebbene, in un contesto
così particolare, alquanto delicato e da proteggere, da quale oscuro disegno deriva la decisione relativa alle numerosissime richieste di installazione di gigantesche “Torri eoliche” produttrici di
energia rinnovabile proprio nella nostra isola? Torri che, pur con la finalità produttiva di energia, rischierebbero
di rovinare un patrimonio unico e irripetibile! Forse perché altre Regioni non
vogliono le mega- torri nel loro territorio?
Forse perché la Sardegna, da sempre colonia, ha avuto (ed ha) il primato
delle servitù, a partire da quelle militari? Si vuole che la Sardegna continui ad essere solo una colonia da sfruttare? Tra l’altro c’è un particolare che
non può di certo sfuggire: la Sardegna è già auto sufficiente come produzione
di energia elettrica (abbiamo abbondante anche quella idroelettrica), perché quindi
continuare a produrne? Di certo per darla alle altre Regioni!
Si, amici, la Sardegna attualmente produce
circa 12mila e 335 gigawatt all’ora a fronte dei consumi netti pari a 8mila e
426 gigawatt all’ora. Questo vuol dire che la produzione netta di energia
elettrica generata sul territorio regionale è maggiore del 40,8% del fabbisogno
netto isolano. Dall’indagine dell’Osservatorio sull’energia che analizza a
livello regionale l’evoluzione dei costi delle bollette per le famiglie, nel
2017 la bolletta media della luce per una famiglia sarda era di 518€ contro una
media nazionale di 432€, il dato più alto. La Sardegna, quindi, produce energia
elettrica più di quanto gliene serva ma i cittadini la pagano più del resto
d’Italia. Vi sembra una cosa giusta? Io direi che è una vergogna!
Amici, è in corso
l'assalto dell'eolico in Sardegna! Sono tantissimi i progetti presentati per la
realizzazione di parchi eolici, sia terrestri che offshore in Sardegna.
Parliamo di centinaia e centinaia di aerogeneratori alti più di 270 metri
l’uno, come se in mezzo al mare venisse conficcata una selva di grattacieli da
90 piani ciascuno! E quelli ipotizzati in vicinanza di Nuraghi, e siti
archeologici? Una vera vergogna! Le concessioni, che interessano chilometri su chilometri di
tratti di mare sardi, potrebbero compromettere in maniera irreversibile gli
equilibri dell’ecosistema della flora e della fauna marina, nonché ovviamente
quelli su terra, che violentano il paesaggio naturalistico tipico della
Sardegna, oltre a quello storico e archeologico.
Eppure la tutela del
paesaggio e dell’ambiente rientra tra i principi fondamentali della
Costituzione della Repubblica Italiana, che, all’Articolo 9 recita: “La
Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle
future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela
degli animali.”
Purtroppo, amici, è la
lunga storia di colonizzazione della Sardegna che si ripete! Nel 1800 la
Sardegna fu disboscata perché era indispensabile l’utilizzo del carbone e della
legna. Gli industriali al soldo del Piemonte rasero al suolo intere foreste, lasciando
alla Sardegna la degradazione catastrofica del suo territorio. Il grande studioso
sardo Giuseppe Dessì così scriveva, nel suo romanzo “Paese d’ombre”: “La
salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governi piemontesi, la
Sardegna continuava ad essere tenuta nel conto di una colonia da sfruttare,
specialmente dopo l’unificazione del regno”.
Cari amici, da sardo che ama
e crede nella sua terra, mi sento di affermare "con grande convinzione" che il problema non è l’eolico
in sé (che insieme alle altre fonti rinnovabili sarà una valida alternativa
all’uso del fossile), ma il modo in cui in Italia lo si vuole mettere in atto! Ogni regione deve fare la sua parte e a decidere non devono certo essere le
multinazionali che ora stabiliscono i luoghi dove installare le torri. Sarebbe
davvero auspicabile che, anche in Italia, si arrivasse ad un modello simile a
quello tedesco: tutte le regioni dovrebbe concorrere alla produzione
energetica, individuando le aree più consone per l’installazione degli impianti,
nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio. È arrivata l'ora che i sardi dicano con forza “BASTA!”, mettendo fine alla atavica sudditanza, presente purtroppo in tutti i campi; altrimenti,
anche per la produzione di energia elettrica, la Sardegna continuerà ed essere perdente,
sacrificando, forse per sempre, il proprio piccolo, fragile e unico paradiso terrestre
che possiede, l’unico in grado di garantire un futuro ai propri figli!
A domani.
Mario
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