Oristano 29 luglio 2023
Cari amici,
Dobbiamo davvero imparare
a gestire il nostro tempo. Viviamo in una società che ha rovesciato il concetto
di “Lavorare per vivere”, trasformandolo in “Vivere per lavorare”. Ed
ecco che la giornata, tolte le pochissime ore notturne di riposo, risulta
totalmente impegnata, vissuta con affanno e stress, che alla fine porta proprio
al rovesciamento del concetto prima espresso: la perdita di quel necessario,
salutare “spazio-tempo”, da dedicare a noi stessi. Si, dovremmo essere capaci di
riuscire a governare per bene la gestione del tempo lavorativo, meglio detto “Time
Management” (termine ben più usato visto che ormai “inglesizziamo” al massimo tutti
i termini possibili), programmandolo senza mai escludere la necessaria pausa
rigenerante.
In realtà viviamo una
vita così caotica, compressa ed asfissiante, che non siamo più abituati a fare
la necessaria “pausa”, ovvero a restare, anche se per poco, senza fare nulla! La
chiara dimostrazione l’abbiamo sotto i nostri occhi: non solo in ufficio, ma anche
quando rientriamo a casa. Infatti, dopo una doccia, ci mettiamo in poltrona con
l’intento di rilassarci, ma la prima cosa che prendiamo in mano è lo smartphone,
e come minimo chattiamo e navighiamo sui social, quasi che la nostra mente
avesse disimparato a rilassarsi, senza pensare a nulla, ovvero a resettare i
mille pensieri che ci assillano.
Si, amici, l’uomo del
Terzo Millennio, ha completamente dimenticato la necessità “DELL’OTIUM DEI
LATINI”, quel dolce far niente prima in auge, necessario per una sana e
corretta esistenza. Oggi viviamo in un mondo malato di workaholism,
ovvero di dipendenza dal lavoro, che è diventata di fatto una dipendenza
comportamentale. Eppure la nostra generazione, quella di cui facciamo parte, cresciuta
nell’epoca analogica, dovrebbe ben sapere che la pausa, lo stacco, non è fonte
di noia ma di creatività; che rilassarsi, non significa “non fare nulla”, ma
dare l’avvio, invece, alla fantasia creativa.
Amici, dedicare una parte
anche piccola della nostra giornata a darci “una pausa” significa volerci
bene, favorire la nostra salute, in primis quella mentale; vuol dire sedersi in
relax, chiudendo fuori per un po’ tutti gli impegni. È come resettare corpo e
mente, dare il tempo al materiale e all’immateriale che ci compongono di
ricaricarci di energia fisica e psichica per poter poi ripartire meglio. In
realtà, so bene che non è semplice resistere alla tentazione di fermarci dagli impegni,
dedicando uno spicchio del nostro tempo a noi stessi!
Nella vita il tempo è
la cosa più importante che abbiamo, ed è per questo che dobbiamo dividerlo nel
modo migliore possibile pensando anche a noi stessi, non solo dedicandolo agli
altri, “costretti” come siamo a farlo durante il lavoro. Bisognerebbe stabilire
una reale e concreta suddivisione tra lavoro e vita privata, con dei confini
chiari. Il principio fondamentale della gestione del tempo è aver sempre chiaro
“cosa si sta facendo e quando lo si sta facendo”, in modo da ritagliare il
giusto tempo anche per sé stessi, concedendoci la giusta pausa.
Una cosa fondamentale da
ricordare è quella di essere realisti: attenti alla classica concezione del “Tempo
= Denaro”! Una massima valida solo perché in effetti il tempo è una risorsa
scarsa. Utilizziamo, quindi il tempo dividendolo senza lasciarci ingannare dal
guadagno, perché chi troppo vuole, poi nulla stringe! Non diamo mai agli altri più
tempo di quello che è necessario, perché poi manca a noi e sappiamo bene che il
tempo è un bene limitato, che non è elastico!
Cari amici, riassumendo
la riflessione di oggi, sono convinto che ottimizzare il tempo deve essere una
priorità; nel lavoro dare il meglio è senz’altro una necessità, ma questo non deve
mai sacrificare la persona e la sua vita privata. Dare retta a mille richieste
extra è pericoloso: da accogliere ove possibile, altrimenti bisogna dire, con
eleganza, di NO. A volte questa regola del
saper dire di no (con delicatezza) agli altri, riesce a salvaguardare sé
stessi. È questa una regola valida sia nel lavoro che nella vita privata. Anche
ad un amico, se non possiamo, dobbiamo dire di no: “Scusami ma ora non posso
proprio, possiamo sentirci più tardi?”.
A domani, amici cari.
Mario
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