Oristano 10 dicembre 2022
Cari amici,
Chi in futuro la produzione
di energia debba necessariamente fare a meno dei combustibili fossili (mettendo
in atto un serio processo di “de-carbonizzazione” per garantire un futuro al
nostro pianeta) è una certezza incontrovertibile. Le soluzioni in studio, prospettate
dai tecnici per uscire dalla dipendenza dei combustibili fossili, sono diverse,
anche se ora la più accreditata è il passaggio all’elettrico, che dovrebbe mandare
in pensione il tradizionale motore a scoppio, oggi operativo sulle autovetture,
i camion, gli aerei e le navi. Ebbene, ora alle due vie tracciate per
abbandonare i combustibili fossili (trazione elettrica con batterie e fuel cell
a idrogeno) si è aggiunta una terza via, che si sta affacciando prepotentemente
all’orizzonte.
A lanciare il guanto di
sfida alle due vie tracciate in precedenza, è un’azienda canadese, leader nelle
tecnologie di alimentazione dei motori con carburanti alternativi, la Westport
Fuel Systems. Quest'azienda ha trovato la soluzione giusta per convertire a idrogeno i
tradizionali motori a scoppio utilizzati nel trasporto pesante, con il
risultato di azzerarne anche le emissioni. La tecnologia di alimentazione utilizzata
e quella della Westport H2 Hpdi, già testata su strada in Nord America e
successivamente mostrata alle autorità europee subito dopo la presentazione al
recente salone di Hannover.
Questa innovativa tecnologia
permette di alimentare a idrogeno gli attuali motori a scoppio del trasporto
pesante, riducendo quasi totalmente le emissioni e senza la necessità di un
cambiamento epocale dell'intero sistema industriale e della rete di
distribuzione dei combustibili. Il nuovo sistema di alimentazione è derivato dalla
tecnologia Hpdi, già diffusa commercialmente per l'alimentazione dei veicoli
industriali con Gnl - gas naturale liquefatto, un combustibile che consente un
abbattimento significativo delle emissioni rispetto al gasolio.
Secondo i dati forniti
dalla Westport Fuel Systems, il nuovo sistema di alimentazione a idrogeno consente
al motore a combustione interna di un Tir di avere il 20% in più di potenza, il
15% in più di coppia e un'efficienza maggiore del 10% rispetto alla versione
diesel. Numeri di grande interesse, che vanno ad unirsi alla riduzione quasi a
zero delle emissioni di CO2. Una terza via davvero interessante, quella
dell'alimentazione a idrogeno di motori a combustione interna, che, secondo la
Westport, non va assolutamente sottovalutata nel confronto sia con elettrico che con le batterie e celle a combustibile a idrogeno.
Amici, le due precedenti strade
tracciate, finora le più accreditate per il raggiungimento della sostenibilità
del settore del trasporto pesante su gomma, erano entrambe basate
sull'elettrificazione totale della trazione e richiedevano quindi una completa
riconversione della filiera produttiva dei veicoli. Nel caso dell'elettrico a
batterie, in particolare, anche per la rete di rifornimento sarebbe stata
necessaria la totale trasformazione della grande rete di ricarica necessaria.
Il numero uno della
Westport Fuel Systems David Johnson, ha dichiarato: "L'alimentazione
a idrogeno di motori a combustione interna grazie alla tecnologia H2 Hpdi
permette di migliorare le performance dei veicoli industriali rispetto al
diesel e abbassare i costi di decarbonizzazione a carico della società.
Auspichiamo quindi che la Commissione Europea e gli Stati membri possano dare
impulso alla diffusione dell'idrogeno verde, supportandone anche l'utilizzo nei
trasporti".
Le affermazioni fatte da
Johnson in realtà altro non erano che un chiaro invito a non puntare soltanto
sull'elettrico per il trasporto pesante su gomma, come sta invece avvenendo per
le automobili. Nel calcolo delle emissioni sull'intero ciclo di vita e dei
relativi costi per le società presentato dalla Westport Fuel Systems, inoltre,
l'alimentazione a idrogeno di camion con motore a combustione interna risulta
competitiva anche rispetto alla conversione a idrogeno con celle a
combustibile. Cruciale, per l'ottenimento di questo risultato socioeconomico,
oltre che ambientale, è il fatto che il sistema produttivo per le tecnologie di
trazione basate sul motore a combustione interna già esista e non richieda
grandi costi di conversione per l'adozione del nuovo combustibile.
Amici, alla base di
questa “terza via”, necessaria per i trasporti del futuro, c’è ovviamente il
costo di produzione dell’idrogeno, che sarebbe conveniente solo se l’estrazione
avvenisse con l’uso di energie rinnovabili. Finora, infatti, l’idrogeno è
prodotto con altri sistemi, costosi e inquinanti, mentre il così detto “idrogeno
verde” è ottenuto partendo dall’acqua, con il processo di elettrolisi, che
prevede l’utilizzo di energia elettrica rinnovabile per “scomporre” l’acqua in
idrogeno e ossigeno, senza produzione di CO2. Questa è l’unica tipologia di
idrogeno su cui punta anche la UE perché appare la più ecologica, sia prodotta
con il sole con i pannelli fotovoltaici che dal vento con le pale eoliche.
Cari amici, sarà davvero
l’idrogeno che governerà il trasporto del futuro?
A domani.
Mario
1 commento:
E come si produce l'idrogeno? Grazie all'elettrolisi! Ma l'elettrolisi ha bisogno d'energia ( elettrica)! Nota: l'idrogeno è un gas estremamente volatile che va tenuto pressurizzato a basse temperature per poter essere trasportato. Ora facciamo un pò di calcoli: se per rifornire una stazione di benzina serve un mezzo da 40 tonnellate, per trasportare l'equivalente in idrogeno ne servono ventuno! Per potere svolgere le operazioni di riempimento dei serbatoi sotterranei della stazione in sicurezza quella dovrebbe essere chiusa al pubblico. Voi come gestore della stazione sareste disponibili a chiudere la vostra stazione 21 giorni in un mese? Certamente no! Ora passiamo dal lato dell'acquirente: sareste voi disponibili a munire la vostra macchina di un serbatoio criogenico grande 21 volte quello in dotazione alla vostra macchina prima? Inoltre l'impianto criogenico della vostra macchina deve essere sempre acceso altrimenti fughe di gas! Per viaggiare in sicurezza poi non solo vi dovreste munire di tute protettive contro eventuali esplosioni ma anche antigelo! Questa è innovazione!
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