giovedì, dicembre 22, 2022

SECONDO GLI ESPERTI DI MIND@WORK PER ESSERE FELICI BISOGNA COSTRUIRE RELAZIONI SODDISFACENTI, OVVERO DI QUALITÀ.


Oristano 22 dicembre 2022

Cari amici,

Che una buona comunicazione sia oggi da considerarsi non solo utile ma addirittura indispensabile, non sono certo io il primo a dirlo; in particolare nel mondo degli affari e delle relazioni, una buona comunicazione serve a costruire rapporti proficui e soddisfacenti, ovvero di qualità, con il risultato di ricavarne un certo benessere interiore, ovvero essere felici. La specie umana, lo sappiamo, è una specie sociale e relazionale. Lo stesso filosofo Aristotele così definì la compagine umana: “costituita da persone capaci di unirsi in gruppo e costruire comunità e società”.

Secondo gli esperti di Mindwork (Mind@Work è un think tank, ovvero un gruppo di esperti impegnato nell'analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo economico e politico), per essere felici è necessario costruire delle “relazioni di qualità”, e per farlo vengono suggerite “tre mosse”, necessarie per promuovere la comunicazione empatica. Il mondo del business, come loro sostengono, è in continua evoluzione, per cui le Organizzazioni e le Aziende devono misurarsi ogni giorno con nuove sfide: profittabilità, ottimizzazione, innovazione, produttività… solo per citarne alcune.

Mind@Work, l'interessante team multidisciplinare che grazie alle sinergie messe in campo, tutte di alto valore strategico, lavora per comprendere le condizioni e i trend di mercato, opera in modo da rispondere, a più livelli, alle esigenze di business dei clienti. L’obiettivo è quello di costruire valore aggiunto per ogni singolo cliente. Insomma, per Mind@Work è importante garantire la migliore strada per raggiungere il successo.

Essendo, dunque, "noi", esseri relazionali, dobbiamo costruire la nostra identità ed avere la giusta percezione del mondo anche grazie alle relazioni con gli altri. Prima nell’infanzia, relazionandoci con i nostri adulti di riferimento, e successivamente interagendo con l’ambiente circostante e con le persone che ne fanno parte. A confermare la bontà della relazione sociale è la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui il nostro benessere e la qualità della nostra vita, dipendono, inevitabilmente, anche dai legami che instauriamo e coltiviamo.

La ricerca in ambito psicologico ha da tempo dimostrato che la percezione di supporto sociale rappresenta uno dei principali fattori di promozione della salute, oltre che un potente antidoto allo stress. Secondo il noto Grant Study di Harvard, le buone relazioni costituiscono la base per la felicità, il benessere e la salute. Le relazioni sono, dunque, un elemento da valorizzare ogni giorno e all’interno di ogni contesto: sia in ambito personale che in quello professionale; infatti, il contatto con l’altro permette di alleggerire il carico che ognuno sente su di sé, allentando le tensioni e dando valore alla propria quotidianità, arricchendola e qualificandola.

Ma allora, come costruire relazioni di qualità? Ascolto attivo e comunicazione empatica rivestono certamente un ruolo essenziale e costituiscono due elementi chiave: da promuovere giorno dopo giorno. Non comunicare è impossibile. Secondo lo psicologo austriaco Paul Watzlawick, la comunicazione è parte integrante della vita di tutti i giorni e ci permette di relazionarci con le altre persone, di esprimere emozioni, vissuti, bisogni e stati d’animo. Le parole, così come il silenzio o la messa in atto di un comportamento, sono messaggi che influenzano chi ci circonda.

Per questo è importante valorizzare le nostre risorse personali e favorire una gestione efficace e consapevole della comunicazione. Le relazioni di qualità, però, non sono fatte solo di parole e messaggi ma anche, e forse soprattutto, dell’ascolto. In particolare, di un ascolto attivo, accogliente e non giudicante. Non è un caso, dunque, che l’ascolto attivo sia alla base della comunicazione empatica: un tipo di comunicazione, cioè, basato sulla possibilità di andare oltre il proprio sé e instaurare una connessione autentica con l’altra persona. Ed ecco cosa suggerisce il team degli esperti di Mindwork: Tre best practice, necessarie per promuovere la comunicazione empatica.

1 Cambiare la prospettiva. Nell’osservare ogni giorno il mondo che ci circonda tendiamo a effettuare valutazioni e giudizi basati su esperienze e idee personali. Il nostro modo di interpretare la realtà, però, non è l’unico possibile. La comunicazione empatica parte proprio da questa consapevolezza. Vivere in maniera empatica significa, infatti, osservare senza valutare, mettendo in discussione i propri assunti. È importante, quindi, imparare a mettere da parte i propri filtri, adottando una prospettiva neutrale. È questo il punto da cui partire per abbracciare la prospettiva delle altre persone, accogliendone emozioni e punti di vista.

2 Ascoltare – non per rispondere. Ascoltare vuol dire esserci. L’ascolto è parte integrante di ogni relazione, ma spesso si tende ad ascoltare in modo passivo e discontinuo. Per promuovere relazioni di qualità e favorire una comunicazione empatica è molto importante che l’ascolto sia attivo, interessato, accogliente e legato al momento presente. Un tipo di ascolto, dunque, orientato non solo alla risposta, quanto piuttosto alla presenza. Bisogna esercitarsi, perciò, a dare peso e valore a ciò che viene raccontato piuttosto che affrettarsi a rispondere.

3 Domandare – trasformare il giudizio in curiosità. Nella nostra società, l’atto di domandare è spesso sottovalutato e messo in secondo piano. Si evitano domande per timidezza, per imbarazzo, per abitudine o anche per paura. Le domande però permettono di conoscere, scoprire, entrare in contatto e, soprattutto, mettere in discussione il proprio punto di vista, aprendosi a quello delle altre persone. Proprio per questo, nel pieno rispetto di privacy e riservatezza, può essere utile esercitarsi a porre domande aperte e interessate che lascino ampio spazio alle risposte e alle riflessioni, evitando invece interrogativi che assumano già al loro interno la risposta.

Cari amici, per concludere la riflessione di oggi, c’è da dire che i suggerimenti dati dagli studiosi vanno meditati con grande attenzione, se vogliamo davvero ottenere risultati. L’essere umano, infatti, è fatto di tempo, spazio e relazioni. Lo stare insieme alle altre persone ci definisce e impatta in maniera profonda sul nostro benessere psicologico. In tal senso, l’ascolto attivo e la comunicazione empatica diventando due elementi chiave per promuovere relazioni di qualità e promuovere il benessere all’interno nostro e all'esterno. Chiudo con le parole di John Donne: “Nessun uomo è un’Isola, completo in sé stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra”.

A domani.

Mario

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