Oristano 19 dicembre 2022
Cari amici,
Il castello di Quirra, costruito
in cima al monte Cudias in agro di Villaputzu, in passato fu uno dei castelli più potenti
di tutta la Sardegna, ed è un peccato che oggi di questo antico maniero restino
solamente dei ruderi, dai quali, però, possiamo immaginare la grandezza di un
tempo. Fu edificato per volere dei giudici di Cagliari nella metà del XIII secolo,
ed a questi venne strappato alla fine dello stesso secolo da Nino di Gallura.
Passato nelle mani pisane venne concesso nel 1324 agli aragonesi, come la
stragrande maggioranza dei castelli sardi di allora. Nel 1363 il castello passò
nelle mani di Berengario Carroz, conte del Quirra, ma questo in seguito infeudò
il castello, contravvenendo alle regole di successione, a donna Violanta.
Questo valse una lunga lotta contro il giudicato d’Arborea. Dalla fine del Trecento
non si parlerà più direttamente del castello, bensì della contea di Quirra,
divenuta poi marchesato. Con l'arrivo dei Savoia il castello ruppe definitivamente i
rapporti con i Carroz.
Ebbene, amici, su questo
castello, oltre la storia, sorsero non poche leggende, probabilmente legate all’avidità,
alla brutalità e alla violenza insita nei nobili che vi abitarono. Una delle figure che
risultano fortemente legata al castello di Quirra è quella di Berengario
Carroz; si racconta che l’uomo, innamoratosi di Donna Eleonora Manriquez, fece
uccidere la moglie, Beatrice d’Arborea, dopo averla accusata di tradimento. Un'altra figura, ancora più dominante sul
castello, però, è quella di Donna Violanta Carroz, protagonista
di diverse leggende, che la definiscono perfida, avida e sanguinaria.
Una leggenda racconta che
sia morta cadendo da un dirupo, dopo aver nascosto in un luogo segreto un
telaio tutto d’oro. mentre un’altra afferma che il conte di Mandas,
innamoratissimo di lei la chiese in sposa. Lei, considerato che l’uomo non era
proprio di bell’aspetto, poiché non gradiva la proposta, cercò un artifizio per evitare il matrimonio. Propose, allora, dopo aver acconsentito formalmente e certa che quanto richiesto sarebbe stato impossibile da realizzare, di vincolare l'accettazione al fatto che lui la doveva raggiungere
in cima al castello su una carrozza trainata da 4 cavalli. Un’impresa titanica,
praticamente impossibile allora, visto che non esisteva una strada e l’unica via
praticabile era molto impervia e grossi massi impedivano il cammino nell’ultima
parte del tragitto.
Il conte, considerato che
la natura gli aveva negato il bell’aspetto ma gli aveva dato abbondante
caparbietà, riuscì nell’impresa, e, dopo aver mobilitato una moltitudine di uomini, che spianarono il percorso, arrivò con la carrozza al castello e la
prelevò: Lei, seppure a malincuore, lo seguì. La carrozza lasciò così il
castello, transitando su quella strada che ancora oggi è nota con il nome Sa
scala de sa Contissa. Donna Violanta Carroz animò nel tempo tante leggende, dalle quali essa usci protagonista in negativo, tanto
da essere ricordata con il nome di Violanta la Sanguinaria.
Sempre dando credito alle leggende, esse raccontano che, per quanto sposata, lei si invaghì di un altro uomo, riuscendo anche
a sciogliere il vincolo precedente per vivere con l’amante. Il parroco che
contestò la sua scelta, però, non la passò liscia: venne fatto impiccare, e il suo cadavere rimase a
lungo affisso al castello di San Michele a Cagliari, ad attestare il potere
della famiglia. Violanta in realtà morì sola e amareggiata nel 1511 nel
convento di San Francesco di Stampace, dove si era ritirata.
Cari amici, in realtà le
leggende hanno sempre un fondo di verità, nel senso che esse nascono da fatti
veri, ma che la leggenda ingigantisce a più non posso! Indubbiamente la
Sardegna, tra storia e leggenda ne ha davvero tanto da raccontare! Peccato che
i giovani non amino molto studiare la storia delle nostre radici!
A domani.
Mario
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