Oristano 18 dicembre 2022
Cari amici,
La MANTIDE RELIGIOSA
(Mantis religiosa L. 1758), denominata anche mantide europea, è una delle
specie più comuni dell'ordine Mantodea. Originarie dell'Africa, da cui si
diffusero rapidamente nell'Europa meridionale e nell'Asia minore, le mantidi si diffusero
successivamente anche nel Nord America come specie aliena. Il suo curioso nome
di mantide religiosa, nome particolare e altisonante, gli deriva dalla sua
tipica postura, che vede le zampe anteriori unite ed alzate come se fossero giunte
in preghiera. Anche il termine attribuitogli, mantide, gli fu dato in
quanto il termine scientifico “mantis” significava “profeta”: nell’antichità, infatti,
questo animale veniva collegato a presagi di eventi imminenti.
La mantide religiosa,
amici, oltre ad essere un insetto alquanto pittoresco, è ulteriormente noto per
le sue particolari abitudini sessuali, che lo hanno reso famoso anche al di
fuori dall’ambito naturalistico. Ma vediamo meglio sia come è fatto quest'insetto che le sue
particolarissime abitudini. È un insetto di medie dimensioni, dove il
dimorfismo sessuale premia in grandezza gli esemplari femminili: queste
misurano infatti circa 7,5 cm mentre i maschi arrivano soltanto a 6 cm. La
colorazione di questo animale varia dal verde brillante al marrone chiaro,
tinte molto utili per mimetizzarsi tra le foglie e l’erba contribuendo alle
grandi doti predatrici della mantide religiosa.
La mantide è anche dotata
di ali, ma è interessante sottolineare che solo gli esemplari giovani di
entrambi i sessi e i maschi in età adulta sono in grado di utilizzarle: questo
perché il peso delle femmine adulte inibisce la capacità di spiccare il volo.
Un altro segno molto particolare è la presenza di due macchie nere sulle zampe anteriori, che ricordano degli occhi, elemento che viene utilizzato a scopo difensivo. La mantide è un insetto tendenzialmente solitario,
che si aggrega soltanto durante la fase riproduttiva: nel caso di uno stallo tra due
maschi, questi combattono fino alla morte.
Si tratta, amici, di un insetto predatore molto paziente, in grado di attendere per lungo tempo la propria
preda grazie alle sue ottime doti di mimetizzazione che gli consentono, poi, di colpire al momento
giusto. Ma di cosa si nutre la mantide? I suoi bersagli preferiti consistono
generalmente in falene, grilli, mosche ed altri piccoli insetti; curiosamente, a
volte, può capitare che la mantide riesca ad avventarsi anche su prede di grossa
taglia come rettili e piccoli anfibi, mettendo in mostra tutte le sue capacità
di predatore carnivoro. Pensate che le mantidi sono in grado anche di catturare i
velocissimi colibrì, grazie alla distensione delle proprie zampe, un movimento
impercettibile per l’occhio umano.
Tuttavia, amici, ad aver
creato la grande fama di quest’insetto è sicuramente il suo cannibalismo
post-nuziale: il fatto che l’esemplare femminile divori il maschio dopo
l’accoppiamento (e spesso anche durante l’atto), a partire dalla testa, è infatti un comportamento molto noto anche a chi non è propriamente un appassionato di insetti! Durante
l'amplesso il maschio si posiziona sulla femmina e le loro antenne iniziano a
sfiorarsi come fossero in atteggiamenti amorosi. Appena il maschio smette di
accarezzare con le sue antenne la sua compagna, quest'ultima lo decapita e
inizia il macabro rito del pasto post-copula! Il povero maschio, pensate, continua
la sua opera fecondatrice pur senza la testa, perché una volta decapitato i
gangli inibitori vengono messi fuori uso dalla decapitazione per cui l'animale
resta ancorato alla femmina, e col tempo divorato dalla sua compagna.
La domanda che in tanti
si pongono è il perché di questo “cannibalismo sessuale”, a cui gli esperti hanno cercato di dare la giusta risposta. Il motivo base è che la mantide femmina si
ciba del maschio per trarre le energie necessarie a produrre e a far crescere
le sue uova. Anche se la vicenda può risultare terribile e da film dell'orrore,
questo comportamento non è poi così inusuale nel mondo degli animali: anche altri
insetti, come i ragni o scorpioni e altre specie animali come i cefalopodi
compiono questi riti di cannibalismo. La riproduzione, il perpetuarsi delle specie, è un atto necessario, anche se sacrifica gli individui adulti.
Cari amici, tra gli
studiosi non sono mancate discussioni e ricerche approfondite per meglio comprendere
il significato evolutivo del cannibalismo negli animali. Tuttavia, la teoria
più diffusa afferma che la fecondità delle femmine aumenta dopo l’accoppiamento
e l’atto di cannibalismo. Insomma, per salvaguardare la riproduzione della
specie tutto è ammesso anche il cannibalismo, un modo “animalesco” per
affermare che “il fine giustifica i mezzi”, di machiavellica interpretazione!
A domani.
Mario
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