domenica, dicembre 04, 2022

BATTERIE. ECCO L'ALTERNATIVA EUROPEA AL MONOPOLIO CINESE: LE BATTERIE AGLI IONI DI SODIO, DETTE ANCHE “BATTERIE AL SALE”.


Oristano 4 dicembre 2022

Cari amici,

Con l’avanzare della mobilità elettrica, il mondo delle batterie avrà uno sviluppo enorme, oserei dire straordinario. Ebbene, questo settore, questo "mondo in movimento" che gravita sulle batterie, è oggi, in larga misura, in mano ai colossi asiatici, che prima di altri hanno operato per garantirsi solide catene di approvvigionamento dei preziosi materiali necessari al loro confezionamento.  Nichel, manganese, litio e cobalto, sono le materie prime utilizzate per le batterie agli ioni di litio, come quelle che tutti noi portiamo in tasca nei telefonini, batterie confezionate, come anticipato, con materiali gestiti da gruppi cinesi. La Benchmark Mineral Intelligence, una società di consulenza specializzata britannica, stima che la Cina raccolga attualmente il 75% della capacità mondiale della raffinazione del cobalto e il 59% di quella della lavorazione del litio.

Indubbiamente una “dipendenza pericolosa” in un periodo come quello che stiamo attraversando, di grande trasformazione tecnologica, che l’Europa mal digerisce, tanto che si sta muovendo per cercare di limitare i possibili futuri danni. Sono sempre di più, infatti, le big (e le startup) occidentali, Europa in testa, costantemente al lavoro per rompere questo preoccupante monopolio cinese. Una via per cercare di conquistare il settore può essere sicuramente quella di riuscire a progettare batterie che. al posto delle terre rare e delle "solite" materie prime critiche, adottino materiali più economici e di più facile reperimento, come il sodio e lo zolfo, per esempio, che potrebbero prendere il posto del litio e del cobalto.

Questo significa che è urgente e necessario trovare quanto prima una tecnologia di rottura, che può anche rappresentare un’enorme opportunità di crescita, oltre ad una seria alternativa alle batterie agli ioni di litio, costose e che ci creano la pericolosa dipendenza. Uno dei problemi importanti, tra l’altro a breve scadenza, è che nei prossimi anni l'industria dell'auto potrebbe trovarsi di fronte a una carenza di offerta di batterie al litio, rispetto al boom della prevista domanda. Quindi, avere alternative come le batterie agli ioni di sodio o come quelle al litio-zolfo potrebbe essere d’aiuto per evitare eventuali colli di bottiglia.

Con la creazione di batterie agli ioni di sodio, per esempio, si potrebbe arrivare ad avere accumulatori con prestazioni simili a quelle attuali, con risparmi di costi dell’ordine del 60%. Per farlo, chiaramente, la ricerca riveste un ruolo fondamentale. Le "competenze", ovvero le capacità innovative, potrebbero quindi essere le più importanti "materie prime" necessarie alle aziende dell'Europa e degli States, per cercare di azzerare il gap con le aziende cinesi, operando anche sul fronte del riciclo e riutilizzo delle batterie già prodotte. Oggi, infatti, gli accumulatori allo zolfo hanno ancora problemi di durata, degradandosi molto in fretta, mentre le batterie agli ioni di sodio hanno ancora una densità energetica insufficiente per applicazioni in campo automobilistico: per garantire percorrenze adeguate dovrebbero essere troppo pesanti e ingombranti. C'è ancora molto da fare quindi.

L’Europa, dunque, lavora febbrilmente per cercare di allentare la dipendenza cinese in questo settore e gli studi e gli esperimenti continuano senza sosta. In Germania, e più precisamente all’Università di Humboldt, a Berlino, si studia una batteria agli ioni di sodio alquanto innovativa, sia per i materiali usati sia per il fatto che sfrutta l’intercalazione (accumulo di ioni di sodio in un reticolo cristallino) sia nell’anodo sia nel catodo. Il progetto, finanziato dal Consiglio Europeo della ricerca nell’ambito del programma Orizzonte 2020 dell’Unione Europea, è ancora in fase embrionale, ma potrebbe in futuro permettere al Vecchio Continente di giocare un ruolo da protagonista su questa tecnologia.

Cari amici, quanto sta succedendo in Europa, in questo momento, fa riflettere non poco circa la dipendenza da altri Stati per certi approvvigionamenti, come il gas e i carburanti. Spezzare, quando possibile, certe dipendenze è non solo utile ma necessario, in quanto il monopolista, qualunque cosa venda, fa il suo prezzo, senza applicare le normali leggi di mercato! Ben vengano dunque gli studi per eliminare i monopoli e le esagerate dipendenze.

A domani.

Mario

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