Oristano 30 dicembre 2022
Cari amici,
In passato la “caccia al
tesoro” era roba da ragazzi, inventata per trascorrere in modo lieto giornate
passate all’aperto in occasione di festività o ricorrenze importanti. Oggi,
questo modo di stare insieme, giocoso e aggregante, è poco usato, sostituito da
ben altri modi di trascorrere il tempo libero. Ebbene, perché oggi inizio il
post quotidiano parlando di “Caccia al tesoro”? Per raccontarvi una
storia vera che all’apparenza potrebbe sembrare quasi incredibile, anche se è
accertato che è avvenuta veramente. Ecco la storia.
Il signor Forrest Fenn è
un americano tenace e avventuroso; nato nel 1930, si realizza nella carriera
militare fino a diventare Maggiore dell’aeronautica militare americana,
ricevendo anche la “Silver Star” per le 328 missioni aree compiute in Vietnam.
Tornato a vestire gli abiti civili, da sempre appassionato di antiquariato, nel
1972 mette in piedi, con la compagna Rex Arrowsmith, una galleria d’arte e
antiquariato, la Fenn Gallery, a Santa Fe, in New Mexico, specializzata
in sculture, bronzi e manufatti dei “native americans”, gli indiani d’America.
L’attività viene alquanto
apprezzata e in poco tempo la galleria diventa una meta obbligata per appassionati e
collezionisti, riscuotendo un notevole successo (tra i suoi clienti figuravano
Gerald R. Ford, Jacqueline Kennedy Onassis, Cher, etc.), tanto che Fenn diventò
presto un miliardario. Nel 1998, però, per Forrest arrivò la terribile notizia: era colpito dal male del secolo, il cancro, e i medici gli pronosticarono un’aspettativa di vita non
superiore ai tre anni. Fenn capì che la sua fine era imminente, considerato che anche il padre era stato anch’egli
condannato dal cancro, tanto che anni prima aveva preferito ingoiare un flacone di
medicinali e farla finita subito.
Ma Forrest, diversamente dal padre, elaborò nella sua
mente una curiosa idea perché il suo ricordo sopravvivesse alla sua morte: quella di preparare
una grande caccia al tesoro. Detto fatto. Nascose in un punto segreto fra le montagne poste tra New
Mexico, Colorado, Wyoming e Montana uno scrigno colmo di oro, pepite, monete
rare, gioielli e pietre preziose per un valore stimato fra uno e tre milioni di
dollari; poi seminò nove indizi nelle pagine della sua autobiografia (uscita nel
2010) “The Thrill of the Chase: a Memoir”. Una volta nota al pubblico, la sua
caccia al tesoro diventò virale, e in tanti, all’incirca 350mila persone,
decisero di tentare la fortuna e andare a cercare di recuperare il tesoro nascosto, partendo per la
straordinaria “CACCIA AL TESORO DI FEN”.
Una ricerca mica facile, amici miei, considerata la pericolosa zona di ricerca, tanto che ben 5 ricercatori nel
tentativo di recuperare il forziere persero la vita! Al conto delle vittime,
vanno aggiunti anche i nomi delle persone denunciate perché nella foga di ritrovare
il forziere hanno continuato a spaccare ed abbattere senza pietà antichissimi
manufatti sacri alle tribù indiane e protetti dalle leggi locali. Episodi che
non fecero altro che accrescere la leggenda del forziere! Pensate che girano voci secondo le quali il tesoro era custodito in una robusta cassa del XII secolo con chiusura frontale e
preziose decorazioni che ritraevano cavalieri e fanciulle. Ma erano solo voci,
mai smentite o confermate da nessuno.
Ci sono voluti 10 anni,
ma alla fine la caccia al tesoro ha dato i suoi frutti; un giovane riuscì ad individuare il punto esatto dove il tesoro era nascosto. Questo giovane
fortunato si chiama Jonathan Stuef, per tutti “Jack”: è uno studente in
medicina del Michigan che come i tanti altri era ossessionato dal tesoro di
Forrest e dalla voglia di cercarlo e ritrovarlo. Scoperto il tesoro, contattò Forrest
Fenn, che, nonostante il parere dei medici, continuava da 10 anni a combattere
strenuamente la sua battaglia contro il male; era il 6 giugno del 2020 (poco
prima che Fenn morisse) e fu lo stesso Fenn a dare l’annuncio che la caccia al
tesoro era finita e il forziere ritrovato. “Mi congratulo con lui – commentò
Fenn – è stato abile a scovare gli indizi giusti nascosti nel mio libro: è
stato davvero bravo. Ora la ricerca è ufficialmente finita”.
Ora, dopo la morte di
Fenn, lo straordinario contenuto dell’antico forziere, è in mano alla casa
d’aste “Heritage Auctions”, che ha messo in vendita i preziosi in un’asta online che si
concluderà proprio in questo mese di dicembre 2022. I 476 oggetti rivenuti
nell’antico forziere pesano 19 chili e sono diventati altrettanti lotti,
valutati inizialmente due milioni di dollari. Si tratta di monete, gioielli,
manufatti vari. Alla conclusione dell’incanto si vedrà se la stima è stata
congrua. La curiosa caccia al tesoro ha fatto pensare a tanti americani il perché
un antiquario 80enne aveva deciso di seppellire, scatenando una grande caccia
al tesoro, un baule pieno di oggetti tanto preziosi? Secondo quanto dichiarato
da Heritage Auctions, il signor Fenn concepì questo gioco perché «vedeva la
caccia al tesoro come un giusto addio ad una vita ben vissuta» oltre che come
un incentivo per il pubblico a uscire e avventurarsi nella natura.
Cari amici, che dirvi:
una storia davvero curiosa, che certamente fa meditare e riflettere!
A domani.
Mario
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