lunedì, dicembre 05, 2022

LA PORTULACA: UNA PIANTA PREZIOSA, MA CONSIDERATA ADDIRITTURA INFESTANTE! INVECE È COMMESTIBILE E SALUTARE, IN QUANTO RICCA DI SOSTANZE PREZIOSE COME GLI OMEGA 3.


Oristano 5 dicembre 2022

Cari amici,

La PORTULACA (L., 1753 portulaca oleracea), che fa parte della famiglia delle Portulacaceae, appartiene ad un genere di piante succulente a distribuzione cosmopolita. Pianta alquanto resistente, è in grado di vegetare ovunque, tanto da essere considerata addirittura una pianta infestante; chi ha un orto o un giardino la conosce bene, in quanto la trova dappertutto, essendo capace di crescere addirittura all’interno dei vasi. La nomea popolare perciò la considera un’erba cattiva, in quanto fastidiosa e invadente, mentre in realtà la portulaca è tutto il contrario: è un’erba buona, nostra preziosissima alleata sia in cucina che della nostra salute.

Essendo numerose le varietà appartenenti alla famiglia delle Portulacaceae, molte sono utilizzate prettamente a scopi ornamentali e non commestibili, quindi è bene distinguere la portulaca oleracea dalle altre, perché solo questa è buona da mangiare, oltre ad essere ricca di proprietà molto utili al nostro organismo. La portulaca oleracea nei secoli scorsi, quando la medicina popolare era uno dei pochi rimedi accessibili, era alquanto utilizzata dalle famiglie in campo curativo, per le sue numerose proprietà officinali.

Nota anche come erba porcellana, quest’erba officinale cresce come detto in modo spontaneo dappertutto nel nostro Paese. Diffusa praticamente in tutte le nostre regioni, è nota con nomi alquanto curiosi e variopinti: ad esempio in Liguria è chiamata purselana, in Lombardia erba grassa, nel Lazio è nota invece come purcacchia o purcacc, mentre in Calabria viene chiamata andraca o purchiacchia; in Campania ha ben tre nomi: pucchiacchèlla, purchiacchèlla e chiaccunella; in Toscana viene chiamata perchiazza o sportellecchia, da noi in Sardegna è nota come barzellana.

La portulaca oleracea ha foglie succulenti, capaci di immagazzinare una grande quantità d’acqua, creandosi così delle riserve idriche durante i periodi di pioggia; in questo modo riesce a superare i periodi di siccità. Le foglie sono di un colore verde chiaro brillante, con la tipica forma ovato-bislunga; sono foglie tondeggianti carnose, sparse lungo il gambo (o fusto) della pianta, anch’esso molto carnoso e di colore rosso-marroncino. Il fusto è prostrato a terra (strisciante), in quanto si sviluppa esclusivamente in orizzontale, caratteristica saliente della portulaca.

I fiori sono di colore giallo, molto piccoli e si aprono solo quando c’è una bella giornata di sole: hanno una vita molto breve, solo poche ore, però si rigenerano continuamente. Quando i petali dei fiori cadono iniziano a formarsi delle piccole capsule verdi. Queste, seccandosi, si aprono lasciando cadere dei minuscoli semini neri (da questi il nome portulaca, “piccola porta”). I semi si propagano col vento, oppure trasportati dagli uccelli che ne sono ghiotti. Inoltre, non hanno bisogno di essere ricoperti dal terreno per germogliare, ed è questo uno dei motivi della grande diffusione di questa pianta, che in pochissimo tempo riesce a ricoprire grandi spazi.

Questa pianta pare sia originaria dell’Asia, in particolare dell’India, altri, invece, pensano che sia di origine sudamericana. La sua diffusione maggiore, si ebbe però, nei paesi del bacino del Mediterraneo. La portulaca, infatti, era ampiamente utilizzata nella medicina dell’Antico Egitto, e tra i Romani era apprezzatissima sia per i suoi usi alimentari che per virtù terapeutiche e “magiche”. Addirittura, Plinio il Vecchio la considerava un’erba utile per togliere il malocchio. Oggi la portulaca è una pianta diffusa e utilizzata in tutti i paesi del mondo.

Ma veniamo alle sue grandi virtù. La portulaca oleracea è ricca di preziosi elementi che le conferiscono ottime proprietà nutrizionali e terapeutiche. Contiene vitamine, in particolare la vitamina A sotto forma di beta-carotene (1320 IU per 100 gr), che è considerato un eccezionale antiossidante naturale; poi abbiamo la vitamina C (21mg per 100gr) e quelle del gruppo B (B1, B2 e B3), oltre che essere ricca di Omega 3, vero e proprio toccasana per il nostro organismo, risultando utile per ridurre le quantità di colesterolo cattivo e di trigliceridi presenti nel sangue. La pianta è anche ricca di sali minerali: in particolare il magnesio (68 mg per 100 gr), il potassio (494 mg), il ferro (2 mg), il calcio (65 mg). Altri elementi presenti sono: i folati, il fosforo, il sodio, lo zinco, il rame, selenio e manganese.

La portulaca ha un basso contenuto di calorie: ha solo 20 kcal per 100 grammi di prodotto, considerando anche che le foglie contengono il 90% d’acqua. Per queste sue caratteristiche la portulaca oleracea viene considerata un ottimo diuretico, un depurativo e un vermifugo naturale. È inoltre una pianta dissetante e antidiabetica. Nella tradizione della medicina popolare veniva utilizzata per il trattamento di nausea e diarrea e nei casi di enterite acuta. Altri utilizzi riguardavano il trattamento delle emorroidi e gli stati emorragici del post-parto. Infine, un’altra caratteristica di questa pianta è la sua ricchezza di mucillagine (circa il 40% sul peso secco), che è considerato un emolliente naturale. Per questo motivo la portulaca oleracea si può utilizzare per realizzare impacchi con cui si curano: acne e eczemi, pelle arrossata e punture di insetti.

Quanto al suo consumo in cucina, la portulaca ha una grande tradizione. Ne vengono utilizzate le foglie e i rami più teneri per la preparazione di gustose insalate, miste o semplici. Quest’erba, infatti, è caratterizzata da un tipico sapore amarognolo e pungente, che la rende deliziosa al palato. Altro utilizzo riguarda la preparazione di zuppe, in quanto il contenuto di mucillagine rende più denso e oleoso il brodo. Si può usare anche nella preparazione di pastelle fritte, in aggiunta a frittate o come contorno, semplicemente condita con olio evo e limone. Nelle regioni meridionali è tradizione conservare i rametti e le foglie da tenere sottaceto o in salamoia, per poterli poi consumare come contorno durante i mesi invernali.

Cari amici, come tutti i vegetali commestibili, anche la portulaca ha delle controindicazioni (poche) circa il suo consumo. L’unica controindicazione dell’utilizzo della portulaca oleracea riguarda i soggetti che soffrono di calcoli renali. La pianta, infatti, contiene ossalati, cioè sostanze che, in soggetti predisposti, contribuiscono alla formazione dei fastidiosi calcoli. Che dire, siete d’accordo che è una pianta amica che un po’ tutti dovremo rivalutare?

A domani.

Mario

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