sabato, dicembre 24, 2022

IL FUTURO PROSSIMO DEL MONDO DEL LAVORO? ALQUANTO DIVERSO! L'ERA DIGITALE STA PER TRAMONTARE, SPODESTATA DA UNA NUOVA ERA: QUELLA COGNITIVA.


Oristano 24 dicembre 2022

Cari amici,

L’innovazione nel mondo del lavoro è sempre in evoluzione: dal pesante lavoro manuale si è passati a quello delle prime macchine, per arrivare, poi, ai robot, ai computer e al digitale, quello che oggi noi stiamo vivendo. Ma questo non è un punto d'arrivo, ma solo un punto di sosta, d'attesa. Sul mondo del lavoro, relativamente al futuro prossimo, sull'orizzonte appare già il tramonto dell’era del digitale, che lentamente ma inesorabilmente viene spodestata da una nuova era: quella cognitiva. Vediamo in realtà cosa bolle in pentola, ovvero cosa sta realmente per cambiare.

Un webinar organizzato dal Competence center for Human Resources del SIDI (Swiss Institute for Disruptive Innovation) ha fatto il punto sul mondo del lavoro nei prossimi anni e sui comportamenti più idonei da adottare per affrontare i cambiamenti da parte dei lavoratori e delle aziende. Il primo aspetto messo in evidenza dai vari esperti intervenuti nel corso dell'evento è che nel futuro prossimo l’innovazione sarà più dirompente che mai. Nei prossimi 20 anni andremo incontro ad un cambiamento che sarà più grande di quello degli ultimi 200 anni.

Come scrive il giornalista Michael Pontrelli su Tiscali, “siamo già dentro la quarta rivoluzione industriale della storia ed entreremo velocemente nella quinta. La novità più importante (anche se solo in pochi ne sono consapevoli) è che l’era digitale è ormai da considerarsi "il passato". Già da qualche anno siamo entrati in una nuova era, quella cognitiva, in cui l’elemento psicologico conta più di quello tecnologico. Questo cambio di paradigma impatterà su tutti i processi economici e dunque anche sul mercato del lavoro. Aziende e lavoratori dovranno adattarsi per affrontare nel migliore dei modi un contesto competitivo caratterizzato da una sempre maggiore volatilità, da incertezza, complessità e ambiguità. 

Questo processo di adattamento richiederà un profondo mutamento culturale, perché la cultura rappresenta il cuore della nuova era cognitiva. Cultura individuale del lavoratore e cultura aziendale debbono trovare un nuovo equilibrio, che simbolicamente può essere rappresentato da una lettera T, dove le conoscenze specialistiche possono identificarsi nella barra verticale, e competenze psicologiche, invece, nella barra orizzontale; in sintesi, bisogna arrivare al cosiddetto mindset, avvero al risultato di mettere insieme una pluralità di fattori: apertura mentale, emotività, comunicazione, motivazione.

Come già detto prima, il cambiamento (adattamento) deve riguardare sia i lavoratori che le aziende. I primi non possono più permettersi il lusso di curare unicamente il proprio orticello (fare bene il proprio compito) ma devono svolgere un ruolo attivo nell’innovazione dell’organizzazione. In che modo? In primo luogo, superando il timore di sbagliare, proponendo delle novità e in secondo luogo mettendo costantemente in discussione il proprio modo di lavorare. Le aziende, invece, devono favorire questo tipo di approccio da parte dei lavoratori rivedendo i tradizionali modelli organizzativi. La priorità a tutti i livelli deve diventare il coinvolgimento psicologico/emotivo dei lavoratori attraverso la creazione di contesti motivanti.

Motivazione che non può ridursi agli incentivi economici (notoriamente di breve durata) ma che deve essere fondata sul coinvolgimento dei collaboratori in tutti i processi aziendali, anche quelli relativi alle macro-strategie aziendali. Per superare il timore del fallimento e stimolare l’innovazione le aziende devono invece introdurre meccanismi di rewarding (gratificazione) che non si limitano ai casi di successo, oltre alla creazione di modelli organizzativi piatti, fondati sull’esistenza di team trasversali senza gerarchia interna, orientati all’innovazione e alla soluzione di problemi.

L’era cognitiva sarà un banco di prova per tutte le aziende. Le good pratices (buone pratiche) da seguire per affrontare nel migliore dei modi l’era cognitiva sono chiare. Questo però significa che è sufficiente conoscere la strada da seguire, in quanto quella via è necessario percorrerla! Lo dimostra un recente fatto: l’ingresso in Twitter di Elon Musk, caratterizzato da licenziamenti di massa e da terrore psicologico. La storia insegna che il progresso non avviene seguendo una linea retta. A fasi di avanzamento seguono inevitabilmente fasi regressive. 

Musk appena preso il comando di Twitter ha cancellato lo smart working ma pochi giorni dopo, di fronte all’inaspettato esodo volontario di un terzo dei dipendenti, lo ha rispolverato per provare a trattenere i migliori. Ecco la conferma che anche un reazionario come il nuovo padrone del noto social network non può riportare completamente indietro le lancette della storia. L'era cognitiva è qui per restare e tutte le aziende dovranno prima o poi capire che l'importanza della dimensione psicologica all'interno delle organizzazioni non può più essere sottovaluta.

Ringrazio di cuore il giornalista Michael Pontrelli, di questa acuta analisi che mette in chiaro, senza ombre, la dimensione del lavoro nel nostro prossimo futuro.

A domani amici.

Mario

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