Oristano 17 dicembre 2022
Cari amici,
Voglio iniziare il post
di oggi, che parla del mistero dei “MOAI” sull’isola di Pasqua, con le parole
del grande Alberto Angela: “L’Isola di Pasqua è una piccola terra che
emerge dal nulla, in mezzo all’Oceano, tra vento e silenzio, dove si innalzano
incredibili statue alte cinque o sei metri, unico lascito di una civiltà
scomparsa e monito per gli esseri umani del XXI secolo. In qualche modo la
Terra è un’isola di Pasqua nell’universo”. (Alberto Angela).
La misteriosa isola di Pasqua,
con i suoi giganteschi Moai realizzati in pietra vulcanica, alti e alquanto
pesanti, le cui dimensioni vanno dai 2 ai 10 metri, continua a mantenere i suoi
antichi segreti. Quest’isola, scoperta proprio nel giorno di Pasqua, il 5
aprile del 1722, dall’olandese Jacob Roggeveen, è ancora un mistero. Ricca di segreti
mica di poco conto, se pensiamo che gli esploratori trovarono sull’isola quasi
mille Moai, disseminati per tutta l’isola, oltre a circa 300 Ahus, santuari
rituali su cui poggiano le statue sacre.
Questa curiosa isola
vulcanica della Polinesia, di dimensioni modeste (misura solo 170 chilometri
quadrati), il cui nome reale è Rapa Nui, che significa grande isola, ha
una storia umana millenaria che, però, continua a rimanere misteriosa, di
difficile ricostruzione, anche a causa della mancata decifrazione del sistema
di scrittura pittografica (rongo-rongo) utilizzato dalla popolazione originaria,
che ad oggi è risultato ancora incomprensibile. Questi colossi di pietra lavica, dalle analisi
effettuate risultano realizzati tra il 1100 e il 1500, dall'antica civiltà di
Rapa Nui, andata poi a scomparire.
A rappresentare la
sconosciuta, antica cultura di questo popolo sono rimasti i Moai, ben 887,
sparsi in tutta l’isola, che costituiscono la principale attrazione dei
visitatori, nonostante il loro significato resti tutt’ora sconosciuto. Questi
giganti di pietra che "sorvegliano" l'isola del Pacifico hanno un
torso, piuttosto stilizzato, a sorreggere il capo. In alcuni casi la loro
figura emerge completamente da terra - si stima che il monolite più alto, noto
come Paro, si erga per circa 10 metri dal suolo. Mentre in altri, il corpo
della statua giace sottoterra, e i 150 Moai più famosi si trovano sepolti fino
alle spalle sul fianco di un vulcano.
Per quanto all’inizio si
pensasse che queste statue avessero solo il capo, conficcato sulla terra, gli
archeologi scoprirono poi il tronco interrato in molti di essi. Quanto al loro
misterioso significato, forse essi rappresentavano antichi sovrani o, come
pensano oggi i ricercatori, simulacri di divinità, monoliti augurali portatori
di benessere e prosperità, dove essi volgono lo sguardo; per questo nell'isola
di Pasqua molti di essi sono rivolti verso il mare, da sempre fonte di vita per
quel popolo di pescatori. Per altri studiosi, invece, sarebbero offerte agli dei,
capaci di favorire eventi propizi, come la caduta della pioggia e la crescita
di abbondanti coltivazioni.
Più interessante (e per
certi versi misteriosa) è la spiegazione del “come” queste colossali statue
furono realizzate e innalzate. Alte anche 10 metri e pesanti fino a 80
tonnellate, come possono essere state lavorate, spostate e poi innalzate? In un’isola
priva di alberi, come potevano le antiche popolazioni trasportare le statue
senza usare leve e rulli di legno? Recenti studi, fatti dagli archeologi analizzando
i pollini depositati nei tre laghi dell'isola, confermano che un tempo l'isola
era coperta di foreste. I pollini rivelarono che le piante scomparse erano
palme del Cile, che crescono fino a 20 metri d'altezza e hanno un fusto di 90
centimetri di diametro.
Fu stimato che un'intera
statua richiedeva almeno un anno per essere scolpita e che per il trasporto
fosse necessario il lavoro di 180 uomini. La statua veniva fatta scorrere su
rulli e per sollevarla e posizionare la statua sul basamento in pietra si
usavano grandi tronchi usati come leve. Una recente teoria accredita l’ipotesi
che la scomparsa di questo mitico popolo sia derivata dalla sua ingordigia: per
erigere, infatti, un numero così imponente di statue si è certamente dovuto
procedere all’abbattimento della maggioranza degli alberi presenti,
determinando così la desertificazione del suolo.
Cari amici, per decenni
gli archeologi hanno cercato soluzioni possibili, sul come le sculture fossero
state create e trasportate, con una popolazione di soli 7000 abitanti; eppure,
l’esistenza di questi giganti dimostra le straordinarie abilità dell’uomo, capace
di costruire cose grandiose, ma anche di distruggerle, pagando un prezzo
alquanto alto! Oggi la sovranità sul territorio dell’Isola di Pasqua è del Cile,
che nel 1935 la trasformò in Parco Nazionale e che nel 1995 venne eletta
Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO. Chissà che gli studi su quest’isola,
che continuano senza sosta, non arrivino a decifrare le tavolette rongo-rongo e
si spera che gli ulteriori scavi ci regalino ancora sorprese, come la scoperta
di corpi seppelliti sotto ogni Moai, come pare da notizie recenti.
A domani.
Mario
1 commento:
Alcune considerazioni su quanto scritto:
1) Il materiale con cui sono state costruite le statue non si trova nell'isola. Deve provenire da qualche altra parte.
2) Esistono dei tunnel ora sommersi che scendono verso il mare.
3) Considerando che il livello del mare è salito di 150 metri circa 12000 anni fà si può ipotizzare che provenga da delle cave ora sommerse.
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