Oristano 8 giugno 2019
Cari amici,
Chi ha la mia età da
piccolo non ha conosciuto la TV, semplicemente perché non c’era! Ero già un
ragazzo quando negli anni Sessanta del secolo scorso la TV iniziava ad apparire
e a destare una curiosità immensa. Inizialmente gli scarni programmi in bianco
e nero trasmessi dai pesanti e ingombranti televisori forniti di tubo catodico,
potevano essere visti solo in locali pubblici (per l’alto costo degli
apparecchi), ma la tecnologia, come sappiamo, spesso cammina in fretta, ben più veloce dei
nostri passi. Ora il ricordo di questo iniziale mezzo di ricezione appare
oltremodo sbiadito, considerati gli immensi passi avanti fatti. A dimostrarlo basta dare uno sguardo all’ultima invenzione che rivoluzionerà, in modo addirittura
straordinario, le trasmissioni televisive.
È stato un gruppo di
ricercatori dell'Università di Cambridge a realizzare i pixel più piccoli al
mondo: pensate, circa un milione di volte più piccoli rispetto alla tecnologia
oggi in commercio! Un risultato a dir poco incredibile, che apre la strada ad
interessanti prospettive mai prima prese in considerazione, e che consentiranno uno sviluppo enorme dei futuri schermi, ben diversi da quelli attuali per qualità e dimensione.
La scoperta risulta basata
sul principio della cosiddetta "risonanza plasmonica", una particolare
interazione che avviene tra le nanoparticelle e la luce. Un principio applicato
anche ai Quantum Dot, particelle queste
ultime che sono in grado di emettere luce di un determinato colore in base alla
grandezza dei nano-cristalli. Certamenti processi difficili da capire per i non addetti
ai lavori, che alla fine restano stupiti solo del risultato, per senza comprenderne
il procedimento.
I ricercatori dell’University of Cambridge sono
riusciti nell’impresa “intrappolando” la luce all’interno di particelle d’oro
(queste particelle d'oro vengono incapsulate in polimeri conduttori); inoltre i
nuovi straordinari mini-pixel, come ha confermato il team di scienziati,
avranno addirittura un costo produttivo inferiore rispetto a quelli attuali. La
notizia, pubblicata sulle pagine della rivista Science Advances, ha
inevitabilmente incuriosito le grandi case produttrici di tecnologia, in quanto
la scoperta può aprire la strada alla costruzione di futuri schermi di
dimensioni stratosferiche, grandi anche come la facciata di un edificio.
Grazie a queste
particolari caratteristiche, i nuovi pixel potranno essere nebulizzati su
grandi superfici in modo da creare schermi dallo spessore sottilissimo e
flessibili. Su questi schermi enormi le immagini saranno addirittura più nitide
e brillanti di quelle che osserviamo oggi: una chiarezza visibile anche sotto
la luce diretta del sole; questi schermi, inoltre, avranno la capacità di
funzionare anche senza un’alimentazione costante. Tra i possibili utilizzi futuri,
oltre ai già citati maxi schermi, anche lo sviluppo dei dispositivi Internet of Things (IoT).
Amici, un’invenzione sicuramente
rivoluzionaria, considerato che finora costruire schermi flessibili di grandi
dimensioni aveva un costo proibitivo, in quanto i dispositivi attuali richiedono
tecnologie di alta precisione e processi tecnici molto costosi. Il nuovo
materiale, invece, può essere spruzzato su grandi superfici e questo abbatte i
costi di produzione. Il segreto dei pixel sviluppati dai ricercatori di
Cambridge è, pensate, una minuscola particella d'oro del diametro di qualche
miliardesimo di metro! La particella viene posta su una superficie riflettente
che intrappola la luce. Inoltre è circondata da un sottile rivestimento
plastico, che cambia chimicamente quando riceve un impulso elettrico e questo
fa in modo che il pixel cambi colore.
Hyeon-Ho Jeong, uno dei
coordinatori della ricerca, in un’intervista ha dichiarato: "Inizialmente
avevamo disposto le particelle su un materiale di alluminio, ma poi abbiamo
scoperto che la tecnica spray è più veloce". Il risultato è che i
pixel di nuova formazione potranno consentire una miriade di nuove
applicazioni: oltre agli schermi, potrebbero essere utilizzati per realizzare
vestiti e abiti mimetici, dispositivi indossabili e flessibili provvisti di
sensori per misurare varie tipologie di dati, finestre e segnaletica
"smart". Questi nuovi pixel, inoltre, sono molto efficienti, in
quanto non richiedono un'alimentazione costante per mantenere il colore
desiderato.
Cari amici, la scoperta
credo che porterà delle innovazioni grandiose, fino ad oggi considerate solo
fantascienza. Mi riferisco ai futuri dispositivi Internet of Things (IoT), che
con questi nuovi pixel faranno sicuramente un grande salto di qualità. Nel
prossimo futuro la ricerca si concentrerà sull'ampliamento della gamma di
colori che i nano-pixel possono visualizzare, cercando al contempo nuovi partner
per sviluppare gli strumenti necessari a produrre la tecnologia.
Ne
vedremo delle belle!
A domani.
Mario
Smart-city, la città del futuro
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