lunedì, giugno 10, 2019

“MINI BOT” E…DINTORNI! COSA BOLLE IN PENTOLA DIETRO L’IPOTESI DELLA CIRCOLAZIONE PARALLELA DI NUOVI "MINI TITOLI" A FIANCO DELL’EURO, LA NOSTRA MONETA LEGALE?


Oristano 10 giugno 2019
Cari amici,
In Italia una circolazione di “mini titoli” a corso legale (seppure in realtà non fosse della vera e propria carta moneta), avvenne nel 1975. In quell’anno i primi miniassegni fecero la loro comparsa, emessi dalle banche per compensare la carenza di monete metalliche, con un valore nominale di 50, 100, 150, 200, 250, 300 e 350 lire. Furono chiamati 'mini' perché erano sì assegni circolari, ma più piccoli di quelli normali. Fu un marchingegno studiato per superare il divieto di emettere moneta (prerogativa esclusiva delle banche centrali), e le banche ordinarie pensarono all’assegno circolare di piccolo taglio e formato, intestato ad enti e società e già muniti della loro girata; in pratica diventarono “titoli al portatore” e venivano scambiati come vera e propria moneta corrente.
Ebbene, un qualcosa di simile a questi titoli (che al momento portano la denominazione provvisoria di “MINI BOT”), starebbe per tornare in auge, stante una provocatoria proposta fatta dalla Lega, che, forte del consenso popolare ottenuto alle ultime elezioni, l’ha lanciata con convinzione. I Mini Bot, anch’essi presunti “titoli particolari” non assimilabili alla carta moneta, verrebbero utilizzati per pagare gli ingenti debiti che lo Stato ha nei confronti di una miriade di aziende che da tempo non riescono ad incassare i loro crediti nei confronti delle varie branche della Pubblica Amministrazione. Come è immaginabile, alla notizia è esploso un vespaio di polemiche, arrivate non solo dalle opposizioni ma anche dall’interno della stessa maggioranza di Governo!
I Mini Bot, stando ai si dice, sarebbero un surrogato dei titoli di stato, che tuttavia non verrebbero assegnati in un'asta del Tesoro come tutti gli altri: non avrebbero interessi in quanto infruttiferi e sarebbero anche privi di scadenza. Poichè destinati in realtà alla circolazione "materiale", verrebbero fisicamente stampati (contrariamente a quelli ordinari che esistono solo in una pagina elettronica), in un formato ridotto e di piccolo taglio, all'apparenza molto simili al formato delle banconote, creando nel portatore una similitudine molto vicina alla carta moneta vera e propria.
Come accennato, a partire dalle opposizioni, le reazioni alla proposta non sono mancate. Se per Giorgetti, una delle menti della Lega, essi sono una possibile soluzione per soddisfare le aziende, per Zingaretti sono solo soldi finti, studiati per pagare in modo subdolo l’ingente debito di Stato! Insomma i Mini Bot sono diventati il tormentone del giorno, ed è difficile immaginare come in realtà andrà a finire, considerato anche che la proposta appare come un ulteriore tentativo per avvicinare l'Italia all’uscita dall'euro, e proprio per questo esponenti di spicco dell’UE si sono espressi in modo fortemente negativo.
Mario Draghi della Banca Centrale Europea ha avvisato dei rischi insiti nella creazione di una “moneta parallela” (giudizio confermato anche da Banca d'Italia). Il presidente Draghi è stato addirittura lapidario: "I Mini Bot o sono valuta, e quindi sono illegali, oppure sono debito, e dunque lo stock del debito sale". Giudizio condiviso anche da Confindustria, che li ha assimilati "ai soldi del Monopoli". Secondo il presidente della commissione Bilancio della Camera, il leghista Claudio Borghi, che invece ne propugna l'uso da anni, i Mini Bot "non sono una moneta" e "sono debito" ma "non sono nuovi debiti, perché derivano da debiti già esistenti che lo Stato ha verso i fornitori e i cittadini".
Una differenza di vedute su un problema che certamente contribuisce a tenere l’Italia una “sorvegliata speciale” in Europa, giudizio che certo non agevola la nostra posizione nei confronti degli investitori (il cui mancato gradimento ci creerà un ulteriore pesantissimo macigno in interessi) la cui ridotta fiducia farà lievitare lo spread a livelli di grande pericolosità.
Gli economisti in gran parte non appaiono favorevoli, come il docente della Bocconi Tommaso Monacelli, che in un'intervista apparsa su “La Voce”, ha affermato che “…se questi titoli vengono emessi ‘per pagare le tasse’, "sarebbero del tutto identici a un taglio delle imposte o, in modo equivalente, a un incremento di debito pubblico"; se invece utilizzati dalla PA per pagare i debiti nei confronti dei fornitori, sarebbero del tutto inutili, in quanto lo Stato starebbe scambiando una passività (i pagamenti dovuti), con un'altra passività (i buoni del tesoro emessi per finanziarsi)”.
A leggere tra le righe anche all’interno della maggioranza di governo non c’è molta coesione. Di recente lo stesso Ministro dell’Economia Giovanni Tria, condividendo il giudizio espresso da Mario Draghi, si è espresso contro la proposta di pagare i debiti arretrati della pubblica amministrazione con i Mini Bot. “Per estinguere il debito non servono, come valuta alternativa sono illegali”, ha commentato.
Cari amici, una situazione, la nostra, che appare difficile sotto molti aspetti; i pareri discordanti prima evidenziati ci portano a pensare che dopo l’estate potremmo trovarci di fronte ad una situazione che potrebbe portare quanto prima a nuove elezioni. Senza una coesione politica forte (la pace tra Salvini e Di Maio credo sia solo apparente), in un momento particolarmente pericoloso che vede il nostro Paese in difficoltà (come crescita, in coda agli altri partner dell’UE), l’ipotesi più probabile è quella di andare a nuove elezioni, ridando la parola agli elettori. In tutti i casi, credo che il prossimo sarà un autunno davvero caldo, anzi addirittura rovente!
A domani.
Mario
Una caricatura degli ipotetici Mini Bot

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