Immagini della cerimonia di beatificazione di Edvige Carboni
Oristano 21 giugno 2019
Cari amici,
Il 15 giugno scorso a
Pozzomaggiore, paese d’origine di Edvige Carboni, ben cinquemila fedeli provenienti
da tutta l’Isola si sono stretti attorno ai vescovi sardi e al cardinale Angelo
Becciu per partecipare alla cerimonia della beatificazione della grande donna
sarda elevata agli onori degli altari. A definire Edvige Carboni “Una donna
mite, umile, al servizio del prossimo nel nome di Cristo", è stato monsignor
Giuseppe Curcu, Vicario del vescovo di Alghero-Bosa Mons. Mauro Maria Morfino.
L’iter che ha portato
alla beatificazione di Edvige si è di recente concluso con l’emissione della Bolla
pontificia di beatificazione, che è stata letta dal Card. Angelo Becciu
poco prima che le reliquie della beata fossero portate sull'altare. Il
porporato sardo durante l’Omelia ha poi detto: "Il riconoscimento
della santità di vita di una figlia di questa terra è certamente un grande
motivo di orgoglio, ma è anche la dimostrazione delle profonde radici cristiane
che hanno da sempre ispirato i più alti valori umani della nostra gente; la
Chiesa che è in Sardegna è chiamata dalle odierne circostanze a servire la
rinascita delle nostre città e dei nostri paesi, per una instancabile operosità
al servizio del bene, specialmente di quanti stanno ai margini della
società".
Sempre nell’Omelia,
riferendosi alla fulgida figura di Edvige ha aggiunto: "Umile e
forte, generosa e paziente, laboriosa e fiera, la Beata Edvige incarna le più
belle virtù della donna sarda dell'epoca. Eppure, dal suo
vissuto umano e cristiano, emergono dati che rendono più che mai attuale la sua
testimonianza: Edvige è un valido riferimento per le donne di oggi, di ogni età
e di ogni estrazione sociale. La sua semplice e profonda esperienza spirituale,
contrassegnata dalla carità senza limiti, da una umiltà smisurata e dalla preghiera incessante,
è un modello di vita ancora attuale, perché dimostra che anche in una vita semplice e
ordinaria è possibile sperimentare una solida comunione con Dio e un apostolato
caratterizzato dalla passione per l'umanità ferita e disagiata".
Quella della nuova beata Edvige
Carboni è la storia di una donna apparentemente ordinaria, che visse una vita
di lavori manuali e di servizio, prestati in famiglia; eppure Ella fu eletta in
modo misterioso e ricolmata di grazie e doni soprannaturali straordinari. Ecco
riepilogata la sua luminosa storia di vita.
Edvige Carboni nacque a Pozzomaggiore il 2 maggio del 1880, piccolo centro in Provincia di Sassari appartenente alla Diocesi di Alghero-Bosa. Come ha riportato in dettaglio il giornale l’Avvenire, Edvige, figlia di Giovanni Battista e di Maria Domenica Pinna, è la seconda di sei figli; imparò fin da bambina l’arte della tessitura e del ricamo, abilità con cui poté aiutare la famiglia dopo la morte della madre. Avrebbe voluto farsi suora, ma il peso della responsabilità verso la famiglia la dissuase dall’abbracciare la vita religiosa fra le Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, come in cuor suo aveva desiderato. Con l’aiuto dei confessori, del parroco don Luigi Carta in particolare, capì che Dio le chiedeva di seguire un’altra strada. A 26 anni, comunque, entrò nel Terz’Ordine francescano.
Edvige Carboni nacque a Pozzomaggiore il 2 maggio del 1880, piccolo centro in Provincia di Sassari appartenente alla Diocesi di Alghero-Bosa. Come ha riportato in dettaglio il giornale l’Avvenire, Edvige, figlia di Giovanni Battista e di Maria Domenica Pinna, è la seconda di sei figli; imparò fin da bambina l’arte della tessitura e del ricamo, abilità con cui poté aiutare la famiglia dopo la morte della madre. Avrebbe voluto farsi suora, ma il peso della responsabilità verso la famiglia la dissuase dall’abbracciare la vita religiosa fra le Figlie della carità di san Vincenzo de’ Paoli, come in cuor suo aveva desiderato. Con l’aiuto dei confessori, del parroco don Luigi Carta in particolare, capì che Dio le chiedeva di seguire un’altra strada. A 26 anni, comunque, entrò nel Terz’Ordine francescano.
Il suo rapporto privilegiato con Dio
fu segnato fin dalla nascita. La mamma confidò che mentre partoriva una sfera luminosa, un ostensorio, illuminò la camera; nei giorni successivi vide sulla parte alta del petto una Croce, che rimase visibile per tutta la vita. Altri episodi speciali seguirono, senza trovare spiegazioni plausibili. Fu battezzata qualche giorn dopo, il 4 Maggio. Crescendo iniziò ad avere delle visioni celesti, che la
accompagnarono per tutta la vita. All’età 29 anni iniziò ad essere tormentata da vessazioni
diaboliche; andava spesso in estasi e su di Lei si manifestarono numerosi fenomeni mistici, tra cui le stimmate. Queste ultime furono anche
ispezionate da medici, i quali esclusero che si trattasse di una finzione. La sua vita diversa, in particolare dopo aver ricevuto le stimmate, fece clamore, attirando a Pozzomaggiore devoti e curiosi, nonostante Lei cercasse di
sottrarsi a quell’attenzione. Notorietà che se da un lato generava ammirazione nelle
persone particolarmente cristiane e devote, fra le quali il padre
vincenziano Giovanni Battista Manzella, il gesuita padre Felice Cappello, e il
passionista padre Ignazio Parmeggiani, suo ultimo confessore, riusciva anche a creare dubbi e sospetti, in quelli che la presumevano una specie di ingannatrice.
Nel 1925 il vescovo di Alghero
Francesco D’Errico ordinò un’indagine canonica da cui Edvige uscì “assolta”.
Nel 1929, all’età di 49 anni, insieme al padre ormai anziano, lasciò la Sardegna
per trasferirsi nel Lazio dove la sorella Paolina era insegnante, stabilendosi
poi a Roma nel 1938. Nella sua spiritualità ebbero un ruolo particolare i
Novissimi.
L’amica Flora Argenti
testimoniò al riguardo: «Pregava assiduamente per le anime del purgatorio.
Continuamente queste anime purganti, per concessione divina, comparivano a lei
perché raddoppiasse le preghiere per la loro liberazione e le lasciavano
impronte e scottature del loro fuoco. E spesso io la vidi soffrire per queste
piaghe. Allora si moltiplicava per pregare e faceva celebrare sante Messe. Dopo
la liberazione queste anime si presentavano tutte raggianti di beatitudine
eterna a lei per ringraziarla. Ella, nelle estasi, vedeva anime che, appena
morte cadevano nell’inferno, ed erano molte, e anime del fuoco del purgatorio e
anime che volavano in Cielo. Nel giorno dei morti vedeva stuoli e stuoli di
anime che la ringraziavano e le dicevano di ringraziare le persone che avevano
pregato per loro per volare in paradiso».
Edvige Carboni morì il 17
febbraio del 1952. Nel 2015 il suo corpo è stato traslato da Albano Laziale nel
Santuario di Santa Maria Goretti a Nettuno. Le sue spoglie hanno fatto ritorno
in Sardegna il 25 maggio scorso e ora resteranno nella chiesa parrocchiale di
Pozzomaggiore, dove Edvige ricevette il Battesimo.
Cari amici, oggi la Chiesa
sarda annovera tra i suoi figli una nuova Beata: Edvige Carboni. Come ha
commentato il porporato sardo Card. Angelo Becciu che ha presieduto la sacra
funzione della sua beatificazione, la Beata Edvige “incarna le più belle virtù
della donna sarda dell’epoca”. "Semplicità, carità, umiltà e sorriso sono,
perciò, un modello ancora attuale - ha detto il porporato - sono la dimostrazione che anche una vita
semplice e ordinaria può sperimentare una solida comunione con Dio che la
rende unica e straordinaria. Perché è proprio nella piccolezza delle esperienze
quotidiane e nell’umiltà che si vede la presenza di Dio e sono queste le scarpe
da indossare per camminare sulla strada della grande santità”.
Credo che la Beata Edvige, continuerà dal Cielo a pregare costantemente per il suo popolo, il suo amato popolo sardo.
A domani, amici,
Mario
Pozzomaggiore, murale dedicato a Edvige Carboni
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