Oristano 19 giugno 2019
Cari amici,
La statistica è quel
mezzo che non fa mai giochi di prestigio: se correttamente utilizzato, dice
sempre la verità! Ebbene, anche nel post di oggi è la statistica a darci freddamente
le sue dolorose conferme: in Sardegna, oltre alla popolazione, risulta “vecchio”
anche il tessuto imprenditoriale. A governare le imprese sarde, infatti, vi
sono sempre più “imprenditori over 50”! Nelle loro mani quasi 54mila aziende su
94mila. A dirlo a voce alta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato
Sardegna: “La Sardegna invecchia a
livello imprenditoriale: sono necessari degli incentivi per accelerare
passaggio di testimone”.
Mi onoro da tempo dell'amicizia di Antonio Matzutzi, col quale condivido le radici, essendo entrambi originari degli stessi luoghi ed al quale rinnovo i miei migliori AUGURI, essendo stato confermato proprio nei giorni scorsi Presidente regionale della grande associazione artigiana!
Mi onoro da tempo dell'amicizia di Antonio Matzutzi, col quale condivido le radici, essendo entrambi originari degli stessi luoghi ed al quale rinnovo i miei migliori AUGURI, essendo stato confermato proprio nei giorni scorsi Presidente regionale della grande associazione artigiana!
Tornando alla statistica, è questa
a confermarci che tra marzo 2013 e marzo 2018, ultimo periodo disponibile, il
numero dei dirigenti d’impresa (ovvero quelli che detengono le cariche di
amministratore) con più di 50 anni d’età è cresciuto di quasi 21 punti
percentuali, mentre nello stesso periodo gli under 50 hanno subìto un
decremento dell’11,6%. È un quadro allarmante quello che emerge
dall’elaborazione fatta dall’Osservatorio per le PMI di Confartigianato Imprese
Sardegna, che ha comparato i dati del 2013-2018 di UnionCamere-Infocamere;
invecchia la popolazione, invecchia chi sta alla guida delle attività produttive!
La preoccupazione non è di poco conto.
“Purtroppo non è
una sorpresa se osserviamo i dati anagrafici della popolazione – commenta
ancora Matzutzi - si parla con preoccupazione, da oltre un decennio, di
disoccupazione giovanile ma questi numeri ci ricordano che esiste anche un
altro problema, in prospettiva ancora più insidioso: sempre più aziende sono, e
saranno, guidate da persone “mature” e, innegabilmente, con “orizzonti di
crescita” più limitati rispetto a quello che possono avere i più giovani”.
In dettaglio, alla fine di
marzo 2018, nell’Isola i capitani d’impresa under 50 erano 40.804 contro i
53.556 over 50, per un totale di 94.370, quota che nel quinquennio 2013-2018 è
cresciuta di 4.169 unità. In questo lasso di tempo, caratterizzato da una
profonda e tangibile difficoltà nel passaggio di testimone per la continuità
aziendale, si è ribaltato il rapporto tra le fasce d'età con gli amministratori
over 50 diventati la maggioranza. I numeri, quindi, parlano sia del decremento
dei 18-29enni, fascia anagrafica che ha perso 271 unità, sia dei 30 -49enni,
calati di 5.082. Al contrario, quelli appartenenti all’età 50-69 anni sono
cresciuti di 5.962 unità e gli over 70 di 3.560.
Se da un lato, commenta
Matzutzi, un over 50 può vantare esperienza e saggezza maturate con gli anni, un
dirigente giovane è probabilmente più aperto al cambiamento ed all'innovazione,
maggiormente propenso ad abbandonare la routine e sperimentare strade nuove per
rilanciare ed attualizzare l’azienda. Analizzando i settori produttivi, si può
rilevare che, nei cinque anni considerati, il fenomeno dell’invecchiamento
degli amministratori ha caratterizzato tutte le attività, con incrementi di
quasi il 30% nella classe 50-69 anni e superiori al 40% in quella degli over 70
nei due settori dell’alloggio e ristorazione e dei servizi alle imprese. I
comparti che, invece, hanno fatto segnare un saldo positivo di ringiovanimento
sono quelli dell’agricoltura, i servizi d’informazione e comunicazione,
sanitario e assistenza sociale.
Ebbene, considerato che nelle
“aziende “anziane” c’è un grande valore economico e di cultura produttiva che
deve essere preservato e rilanciato dai giovani – ha continuato il Presidente
Matzutzi – ciò può avvenire solo sostenendo e facilitando il passaggio di
testimone verso chi, erede del titolare o dipendente, vuole rilevare
l’impresa”. Per fare questo sarebbe necessaria, da parte del Governo, un’attenzione
particolare sul passaggio generazionale nelle attività produttive e quindi fornire,
per agevolare il passaggio del testimone, incentivi, investimenti e taglio
della burocrazia, ha sostenuto ancora, con forza, Matzutzi.
L’argomento è stato
portato all’attenzione del nuovo Assessore Regionale all’Artigianato Gianni Chessa,
al quale è stato chiesto un impegno concreto per attuare il provvedimento che,
nella Legge di Bilancio 2019, ha messo a disposizione ben 2 milioni di euro”. Confartigianato
Imprese Sardegna ha ricordato come la norma sul Passaggio Generazionale, approvata
dal Consiglio nello scorso dicembre, doveva consentire ai giovani, attraverso
voucher di un valore minimo di 15mila euro, di apprendere nuove conoscenze
manageriali, di migliorare prodotti e servizi e di sviluppare maggiormente
l’economia aziendale.
In questo modo, i giovani
figli di artigiane e artigiani, collaboratori familiari o dipendenti da almeno
5 anni, che in futuro subentreranno formalmente nell’attività, potranno acquisire
le necessarie competenze finalizzate allo start up della propria esperienza
aziendale; potranno anche essere finanziate, tra le altre, le attività
formative manageriali, la comunicazione innovativa, i servizi legati al
commercio elettronico, l’internazionalizzazione, l’innovazione di processo, il
controllo di gestione, il marketing e i percorsi di management aziendale.
Cari amici, siamo tutti
in attesa di conoscere quanto la nuova Giunta regionale, guidata da Solinas,
vorrà e saprà fare per rinvigorire un settore trainante per l’economia della
Sardegna: quello artigiano! Le speranze non mancano, ora però si resta in
attesa dei fatti!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento