mercoledì, maggio 01, 2019

VELENI NEL PIATTO. SAI QUANTI PRODOTTI CHIMICI PERICOLOSI MANGI CON LA FRUTTA E LA VERDURA? RECENTI INDAGINI HANNO RILEVATO CHE…


Oristano 1 maggio 2019
Cari amici,
Inizio i post di Maggio con questo che ho intitolato "I veleni nel piatto". Si, perchè seppure all’apparenza la frutta e la verdura che troviamo in bellavista al supermercato è invitante e attrattiva, in realtà nasconde spesso pericolosi veleni. Lucida, colorata, priva della pur minima imperfezione, in realtà, a parte il luccicante aspetto, il suo contenuto non è altrettanto sano come dovrebbe essere per il nostro organismo che lo consuma. Per avere, infatti, un prodotto così esteticamente perfetto, chi lo coltiva, nell’intento di eliminare tutti quegli insetti che in realtà vorrebbero anch’essi cibarsi di quel prodotto, usa una certa quantità di prodotti velenosi (pesticidi), che eliminano sì gli insetti ma caricano di residui pericolosi i frutti che poi noi mangiamo!
La verità è che per eliminare tutto quello stuolo di predatori che si avventano sui frutti, si ricorre ad armi chimiche sempre più pericolose, quei pesanti pesticidi che se da un lato riescono a salvaguardare il prodotto dall’assalto famelico, dall’altra lasciano su questo delle importanti tracce di veleni, che, finendo nel nostro piatto, sono portatori di malanni spesso anche gravi!
Vediamo insieme, allora, cosa c'è nella frutta e verdura che portiamo in tavola tutti i giorni. Lo studio effettuato di recente da Legambiente tramite dei laboratori pubblici, ha evidenziato l’uso costante di pesticidi, anche se, nel complesso, solo l'1,3 per cento della frutta e della verdura messa in vendita è risultata fuorilegge quanto al contenuto dei residui. Quanto invece ai luoghi di produzione, quella prodotta in Italia è risultata irregolare solo per lo 0,5 per cento, mentre quella di provenienza estera presentava irregolarità ben maggiori, arrivando anche al 3,9 per cento.
Il dato dell'ortofrutta fuorilegge in Italia è stabile da un decennio (nel 2007 era sotto l'1 per cento), in linea con la media europea attuale che è dell'1,5 per cento. La frutta e la verdura italiana, dunque, ai controlli dei laboratori pubblici, si è dimostrata molto meno contaminata rispetto a quella proveniente dall'estero. Anche il prodotto biologico in Italia si rivela sicuro: praticamente in nessun campione sono stati trovati pesticidi. Nell'ortofrutta non bio invece, un terzo ha tracce di queste sostanze, anche se entro i limiti di legge (e quindi commestibile).
Il problema, secondo Legambiente, è in realtà ben più complesso. Quando su di un singolo prodotto si ritrovano tracce di più pesticidi (succede nel 18% dei campioni), per la normativa Ue basta che tutti stiano sotto i limiti di legge, e il prodotto è ritenuto regolare. Ma, secondo il rapporto, "è noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell'organismo umano". Lo studio porta l'esempio di un peperone cinese, dove sono state trovate tracce di ben 25 pesticidi diversi: tutti erano sotto i limiti, e quindi il prodotto veniva ritenuto regolare.
Circa i residui di fungicidi, insetticidi ed erbicidi, questi si trovano molto di più sulla frutta (sul 60 per cento dei campioni) che sulla verdura (36 per cento). Il 5 per cento delle uova ha mostrato tracce dell'insetticida fipronil. Del biologico, secondo Legambiente, ci si può fidare. Su 134 campioni analizzati, solo uno è risultato contaminato in circostanze ignote, e forse per caso.
Altroconsumo ha analizzato 40 campioni di frutta e verdura prodotte in Italia (albicocche, fragole, uva) e 49 di ortaggi (bietole da costa, pomodori, prezzemolo, basilico e lattuga). Tutti prodotti particolarmente a rischio pesticidi, perché si lavano con una certa difficoltà e, nel caso della frutta, si mangiano senza togliere la buccia. Su 89 prodotti, quasi la metà (41) contiene residui di pesticidi. Tra questi, 9 sono fuori legge per la presenza di residui sopra i limiti consentiti. Inoltre 9 campioni su 43 contengono più di 4 pesticidi diversi; in un caso si è arrivati addirittura al record di 10 sostanze presenti contemporaneamente.
Visti questi risultati è difficile non pensare ai pesticidi quando si portano in tavola frutta e verdura. Ma cosa possiamo fare concretamente per limitare la loro presenza nella nostra alimentazione? La risposta non è semplice e non basta orientarsi verso la produzione biologica, perché anche questa non è esente da problemi importanti, anche se di diversa natura. Il consiglio di base per limitare l’assunzione di pesticidi a tavola è sicuramente quello di avere una dieta il più possibile variata. Già lavando la frutta e la verdura con cura sotto l’acqua corrente si compie un’opera di ripulitura abbastanza efficace dei residui di pesticidi che si sono depositati in superficie.
Il consiglio, però, è quello di aggiungere all’acqua di lavaggio un po’ di bicarbonato, utile anche per rimuovere i batteri, soprattutto quando si mangia anche la buccia. La sbucciatura elimina quasi completamente i residui di fitofarmaci ed è quindi fortemente consigliata, soprattutto quando non si ha la possibilità di lavarla. Però è proprio nella buccia che si trovano gran parte delle sostanze utili presenti in frutta e verdura, in particolare le fibre, e quindi sbucciando le si elimina. Normalmente durante la cottura il calore è in grado di degradare alcuni pesticidi mentre l’acqua di cottura ne dissolve altri (bisogna però buttarla). Purtroppo però non tutti i residui vengono eliminati, perché esistono pesticidi molto resistenti al calore.
Cari amici, questo cocktail chimico che ci ritroviamo, spesso senza rendercene conto, sulla frutta e la verdura che quotidianamente consumiamo, lentamente ma inesorabilmente ci crea problematiche anche serie; è correlato, per esempio, alla ormai nota riduzione della fertilità, influisce sull’aumento di alcuni tipi di tumore, causa pubertà precoce, diabete e obesità. Problematiche serie e delicate, al centro di un costante dibattito. L’uso dei pesticidi difficilmente potrà essere del tutto eliminato, ma sarebbe certo auspicabile un controllo più severo, stabilendo limiti ancora più ridotti sui residui nei prodotti.
A domani, amici.
Mario

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