lunedì, maggio 06, 2019

“PIÙ DEL BLASONE POTÉ L’AMOR”. A ORISTANO L’ANTEPRIMA DI “MONUMENTI APERTI”, SI È APERTA CON UNA CURIOSA, AUTENTICA STORIA D’AMORE DELL’800.



Oristano 6 maggio 2019
Cari amici,
Ripercorrere l’antica storia di una città non è solo andare a visitare con curiosità i monumenti oggi presenti, simbolo fisico dei tempi andati, ma anche rileggere con gli occhi di oggi gli atti ufficiali, gli scritti autentici di vicende curiose del passato, che, anche se noi oggi possiamo considerarle irreali, fuori dal tempo, all’epoca furono vissute come pericolose violazioni di legge e della morale, pesantemente sanzionate dall’autorità civile e religiosa.
Quest’anno l’Assessorato alla Cultura del Comune Di Oristano, in collaborazione con la Fondazione Sa Sartiglia Onlus, nell’organizzare l’edizione 2019 di “Monumenti aperti” ha arricchito il programma dell’interessante manifestazione con l'introduzione di un "saggio" in anteprima. Insomma, oltre le solite visite guidate ai siti storici della città, si è aggiunto un importante tassello: la rappresentazione, in stile teatrale, di una interessante vicenda del passato, una particolare storia d’amore nata fra due soggetti di diverse classi sociali.
La storia raccontata al pubblico è frutto della ricerca di uno studioso, l’oristanese Gigi Piredda, che, spulciando meticolosamente fra i diversi archivi cittadini, ha rinvenuto gli atti ufficiali di un così detto “matrimonio segreto”, contratto in violazione delle severe regole dell’epoca, che prevedevano per il matrimonio l’assenso dei genitori, unica via "legale" per creare una nuova famiglia. La storia, teatralmente rappresentata, ha messo a nudo in modo evidente sia la rigorosa morale dell’epoca che la rigida divisione esistente tra nobiltà e popolo, attraverso regole ferree che, senza tolleranza alcuna, ignoravano la bontà dei sentimenti esistenti fra due persone di ceto diverso.
Nell’Auditorium San Domenico, una folta presenza di pubblico ha mostrato grande interesse per la manifestazione rappresentata. In prima fila il Vice Sindaco Massimiliano Sanna, l’Assessore Stefania Zedda, il Direttore della Fondazione sa Sartiglia Francesco Obino, il Questore di Oristano Dott.ssa Giuseppina Maria Rita Stellino, il Comandante Provinciale dei carabinieri Domenico Cristaldi, il Comandante dei VV.FF. Ing. Luca Manselli e il Commissario della Provincia massimo Torrente.
Dopo i saluti portati da Maurizio Casu, dal Vice Sindaco Massimiliano Sanna, dal Cancelliere Arcivescovile Mons. Tonino Zedda (Direttore dell’archivio diocesano), che ha portato ai presenti i saluti dell’Arcivescovo, ha preso la parola la Direttrice dell’Archivio di Stato Dr.ssa Michela Poddie, che ha parlato dei tanti documenti esistenti nell’archivio oristanese da lei diretto, sicuramente di grande interesse e che possono essere messi a disposizione degli studiosi per le necessarie ricerche. Poi, prima dell’intervento conclusivo del ricercatore Gigi Piredda, è iniziata la rappresentazione al pubblico della vicenda.
La pièce teatrale, coordinata da Salvatore Sechi con il contributo di Maria Giovanna Fiori, ha preso il via con la lettura degli atti ufficiali della vicenda. Sechi, con a fianco il notaio, interpretava il Giudice, e seguendo il copione ha interrogato sia in italiano che in sardo i vari attori protagonisti della vicenda, interpretati dagli esponenti del laboratorio teatrale dell’Università delle tre età di Oristano, che hanno recitato anche in sardo, mentre una video proiezione (realizzata con i contributi filmati realizzati da Cinzia Carrus e Nicola Marongiu), contenente i filmati dei documenti dell’epoca, scorreva lentamente sullo schermo. 
Il pubblico si è anche commosso nel seguire le varie fasi della triste storia d’amore di una donna importante vissuta 200 anni fa, vittima di norme severe e punitive che vietavano l’amore fra appartenenti a ceti di diverso rango.
Gigi Piredda, al termine della rappresentazione ha portato le sue note conclusive, che hanno ulteriormente evidenziato le conseguenze che la violazione fatta da due giovani portò ad entrambi. Un peso e una punizione severa, per i due protagonisti, destinatari di ben 2 processi: quello civile con relativa condanna e quello ecclesiastico, che per fatti di quel genere prevedeva la scomunica.
Si, cari amici, “Più del blasone poté l’amor” a me è sembrato un titolo davvero azzeccato, per rappresentare una vicenda che oggi appare quasi irreale, considerati i tempi che corriamo. L’autore della ricerca, Gigi Piredda, si è così espresso: “L’elaborazione di questa curiosa storia e la sua narrazione teatralizzata, è stata preparata per suscitare la curiosità e l’attenzione di un pubblico che di norma non è portato a fare ricerche d’archivio, fatte da pochi curiosi che trascorrono ore a spulciare vecchi documenti; l’intento è quello di invitare tutti alla frequentazione di questi straordinari luoghi, che sono dei veri e propri “scrigni della memoria”, dove è possibile, seppure con certosina pazienza, reperire fatti curiosi di personaggi importanti, dei quali si conosce solo la figura pubblica, ma poco si sa delle loro personali vicende”.
Massimiliano Sanna, nel complimentarsi con l’ottimo lavoro fatto dal ricercatore, ha detto: “Un sincero grazie a Gigi Piredda, autore della ricerca, che ha saputo in modo eccellente raccordare le carte e svolgere l’impegnativo ruolo di guida d’eccezione tra gli antichi documenti, seguendo non una cartina, ma un tema, una vicenda, una storia, che certamente aveva il grande merito di essere raccontata, resa nota”.
Cari amici, confermo che quest’anno, nonostante il tempo inclemete (in particolare domenica) l'edizione di “Monumenti aperti” è stata davvero speciale!
A Domani.
Mario


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