Oristano 11 maggio 2019
Cari amici,
Meravigliosa e unica
terra di Sardegna! Lo dico da sardo orgoglioso, felice di essere parte di un
popolo antico, fiero e forte, che, nonostante le numerose dominazioni, ha
mantenuto caparbiamente ferma la sua identità e la sua dignità. La Sardegna è certamente riconosciuta come una delle terre più antiche,
che, oltre la bellezza esterna, quella che colpisce al primo sguardo, quella che appare subito a
tutti quelli che vengono a visitarla, riserva, nel suo sottosuolo, ulteriori,
straordinarie meraviglie, come le grotte
di “Su Mannau”, fra le più antiche al mondo. Proprio di questo particolare mondo nascosto, voglio
parlare oggi con Voi, cercando, anche con l’aiuto di alcune foto, di farvelo
almeno intravedere.
Collocate nella zona Sud
Ovest dell’isola, a ridosso delle miniere dell’Iglesiente risalendo verso la
Costa Verde, le grotte di Su Mannau costituiscono un intricato e vasto sistema
di caverne, formatesi in periodi lontanissimi, tanto da essere considerate fra le più
antiche del mondo. Gli studi effettuati ipotizzano un’età di circa 540
milioni di anni, un tempo straordinariamente lungo, che ha consentito a Madre
Natura di plasmare questo straordinario castello sotterraneo in modo
indescrivibile.
Chi si addentra nelle sue
viscere, resta immediatamente senza fiato: quello che si presenta al primo
sguardo meravigliato appare come qualcosa di “vivo”, difficile da descrivere; un mondo fatato, in perenne,
continua evoluzione, con una miriade di formazioni calcaree in crescente trasformazione. Queste
grotte, poste nel territorio del comune di Fluminimaggiore, sono considerate tra
le più belle d’Italia, e, dal punto di vista degli studiosi, risultano essere di
grande interesse archeologico e speleologico.
Considerata la veneranda
età di queste cavità, esse furono utilizzate fin dal periodo nuragico e anche prenuragico, seppure
limitatamente alla prima parte, la più accessibile (la Sala Archeologica, utilizzata come tempio ipogeico), come
risulta dalle analisi effettuate dagli archeologi. Le
antichissime popolazioni sarde sicuramente si recavano alla grotta di Su Mannau
per praticare i culti dell’acqua, testimoniati dal rinvenimento di diversi
frammenti di lucerne votive ad olio. Successivamente gli esperti, in particolare nelle epoche più recenti, ne
completarono l’esplorazione, arrivando
a stabilire che le grotte di Su Mannau sono un ampio complesso carsico,
composto da due rami principali, originati da due piccoli corsi d'acqua
interni: il Ramo di Sinistra dal fiume Placido ed il Ramo di Destra dal Fiume
Rapido.
I due rami risultano diversi nella struttura: il Ramo di sinistra è
caratterizzato da un andamento piuttosto accidentato, con ampi e profondi pozzi,
soprattutto nel tratto che va dal Pozzo Rodriguez al Ramo dell'Infinito; in
questo Ramo si possono ammirare: la Sala Serra, ampia sala ricca di colate
bianchissime, il Pozzo Rodriguez largo oltre 20 mt. e profondo 23 mt. su cui
troneggiano imponenti colonne oggi facente parte del Ramo Turistico, il Ramo
dell'Infinito ricco di concrezioni e colate d'alabastro. Scendendo infine all’ultimo
livello, si arriva al fiume Placido che lentamente scorre verso valle creando
suggestivi accumuli di sabbia fluviale. Nei rami alti sono presenti altre diverse sale: la Sala dei
Cristalli, che successivamente porterà verso la Galleria Puddu ed al collegamento successivo col ramo
di Destra.
Il
Ramo di destra, denominato nella sua prima parte Ramo dei
Bolognesi, è il tratto più frequentato; ad andamento quasi orizzontale risale il
Fiume Rapido per circa 3.500 metri. Su questo ramo si possono ammirare fenomeni
carsici di grande imponenza: la cascata delle Pisoliti, con il Salone
soprastante dove singolari sfere “perle di grotta” tappezzano il pavimento, il
lago Pensile lungo circa 40 mt e profondo 5 mt, che nei periodi di
piena si attraversa con l'ausilio di canotti, la Sala del Sonno, ricca di Stalattiti e Aragoniti eccentriche, con grandi colonne alte fino a 15 mt., la Sala Bianca,
difficile da arrivarci, ma con aragoniti davvero uniche, il salone Ribaldone,
un grande ambiente di crollo alto oltre 150 metri.
Straordinaria, poi, la sala
Vergine, vera perla di Su Mannau! E' questa un'ampia sala bianchissima adorna di
veri e propri organi bianchissimi, con aragoniti coralloidi ed eccentriche
dalle forme uniche; la Sala Bizzarra, situata oltre uno pseudo-sifone che si
supera con le mute subacquee, è un'altra ampia sala ricca di enormi aragoniti e
da stranissime concrezioni dette "funghi"; il Salone degli Abeti,
ultimo ambiente ampio conosciuto della grotta, è un’immensa sala, alta oltre 40
metri con il pavimento adorno da veri e propri abeti di cristalli.
Da questo
punto la grotta prosegue in uno stretto cunicolo semi sommerso assai difficile
da risalire. Allo stato attuale delle esplorazioni tale ramo è stato esplorato
per oltre 1 chilometro, scoprendo diversi affluenti laterali che apportano
acque sotterranee dando appunto origine al Fiume Rapido.
Cari amici, credo che
anche buona parte dei sardi abbia una scarsa conoscenza di questo nostro straordinario gioiello! Io sono personalmente convinto che queste splendide grotte vadano davvero visitate, ammirate e apprezzate! Questo, se vogliamo, è il periodo giusto: prima del periodo estivo (o eventualmente anche dopo la pausa estiva), sarebbe un modo eccellente di fare una bella gita. Sono disponibili delle visite guidate che supportano i
visitatori. Per chi è interessato ecco alcuni numeri di telefono: Carlo
Pusceddu, +39 0781 580 411, +39 347 331 36 65, +39 347 541 36 24.
Buona giornata, amici, a
domani.
Mario
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