Oristano 31 Ottobre 2018
Cari amici,
Chiudo i post di questo mese di Ottobre con una riflessione che riguarda la nostra situazione socio-economica, che considero preoccupante sotto molti aspetti. Stiamo cercando di trovare ulteriori soldi "a prestito" per tamponare vecchie falle, ma poco o nulla stiamo facendo per far emergere un'evasione che ha raggiunto livelli stratosferici.
L’economia poco visibile, quella non osservata, ovvero la somma dell’economia sommersa e delle attività illegali, secondo i dati dell’ISTAT relativi al 2016 vale circa 210 miliardi di euro, pari al 12,4% del Pil. Una cifra da capogiro! Seppure in leggera discesa (l’evoluzione del fenomeno evidenzia che erano 207,4 nel 2015, con un’incidenza sul Pil pari al 12,4%, salito al 12,6% nel 2015 e raggiungendo il picco nel 2014 al 13,1%), l’incidenza di questa componente dell’economia sul PIL italiano appare un macigno che non si riesce a sbriciolare.
L’economia poco visibile, quella non osservata, ovvero la somma dell’economia sommersa e delle attività illegali, secondo i dati dell’ISTAT relativi al 2016 vale circa 210 miliardi di euro, pari al 12,4% del Pil. Una cifra da capogiro! Seppure in leggera discesa (l’evoluzione del fenomeno evidenzia che erano 207,4 nel 2015, con un’incidenza sul Pil pari al 12,4%, salito al 12,6% nel 2015 e raggiungendo il picco nel 2014 al 13,1%), l’incidenza di questa componente dell’economia sul PIL italiano appare un macigno che non si riesce a sbriciolare.
Il valore aggiunto
generato dall'economia sommersa (che
va dalle sotto-dichiarazioni all'impiego di lavoro irregolare, dagli affitti in
nero alle mance) ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro, mentre quello
connesso alle attività illegali (produzione e traffico di droga, prostituzione
e contrabbando di tabacco), incluso l'indotto, risulta pari a circa 18
miliardi.
Entrando nei dettagli,
l’ISTAT ha evidenziato che nel 2016 la componente relativa alla
sotto-dichiarazione pesa per il 45,5% del valore aggiunto (circa -0,6 punti
percentuali rispetto al 2015), pari a circa 95 miliardi di euro. La restante
parte è attribuibile per il 37,2% all'impiego di lavoro irregolare (37,3% nel
2015), pari circa a 78 miliardi; per l'8,8% (era 9,6% nel 2015) alle altre
componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta), pari a circa
18 miliardi; infine, per l'8,6%, alle attività illegali (in aumento dall'8,2%
dell'anno precedente). Le altre attività dei servizi (33,3% nel 2016), il
commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (23,7%) e le costruzioni (22,7%)
si confermano i comparti dove l'incidenza dell'economia sommersa è più elevata.
Più che commentare in
modo sterile questi dati, oggi preferisco fare con Voi una riflessione di
natura generale, partendo dal presupposto che tutti debbono pagare le tasse. E' un obbligo vincolante per ogni
cittadino contribuire, in relazione ai propri introiti, al funzionamento
regolare dello Stato di appartenenza. Norma questa che però nei diversi Stati è
vista con diverso peso: in alcuni risulta essere un obbligo talmente forte che, evadere le
tasse, è considerato un reato talmente grave da prevedere numerosi anni di
galera, quasi alla pari di reati gravissimi come l’omicidio, mentre in altri
(come il nostro) sembra quasi un optional.
Ai giovani che mi
leggono e che magari non conoscono molto bene la storia americana dei primi del
Novecento, posso far sapere che il famoso gangster italo americano Al Capone,
imputato di una numerosa serie di omicidi e rapine, riuscì con i migliori
avvocati dell’epoca a scansare la galera per questi reati, ma non per quello di
evasione fiscale, per il quale fu condannato a molti anni di prigione.
Questo, amici, sta a
significare che negli Stati Uniti non pagare le tasse è considerato un vero
delitto, un “omicidio dello Stato”, in quanto non provvedere al suo
mantenimento significa farlo morire. Una rigidità di questo tipo ha fatto sì
che negli USA le tasse siano ben più leggere delle nostre, in quanto praticamente tutti
provvedono a pagarle. Allora io mi chiedo: non sarebbe il
caso che anche da noi in Italia si pensasse a inasprire in modo simile le pene
per chi non provvede a dare il proprio contributo alla nazione pagando regolarmente
le tasse?
L’Italia, come ben
sappiamo tutti, vive oggi un momento di grande difficoltà. Si vogliono portare
avanti riforme che in realtà non possono essere fatte perché mancano i soldi
per farle. Stiamo mendicando dall’Europa una autorizzazione a “sforare” al 2,4
per cento del PIL, quando, pensate, l’economia sommersa vale un bel 12,4% di
questo famoso o famigerato PIL! Allora io mi chiedo: perché per anni e anni
abbiamo subito evasioni da capogiro senza mettere in atto argini validi, per
poi, invece, andare a mendicare dai furbetti dell’evasione condoni col
pagamento di basse percentuali della somma evasa?
Anche l’attuale
rottamazione delle cartelle altro non è che un “atto in favore degli evasori", concesso ad
una miriade di grandi “predatori- malfattori” (anche se ne beneficeranno i
piccoli che non hanno pagato con regolarità perché impossibilitati a farlo); a
pagare poco e a posteriori sono, purtroppo i grandi, coloro che hanno già messo
in ginocchio diversi istituti bancari, ai quali non si sa bene perché nessuno
tocca il patrimonio.
Siamo sicuri che da noi
non è possibile emanare norme severe che prevedano la galera per l’evasione
fiscale, con l’aggiunta del divieto ad operare successivamente con gli apparati della pubblica
amministrazione, dalla quale continuano a ricavare appalti miliardari con ingenti introiti?
Io sono convinto che non solo è possibile, ma è anche facile metterle in atto
norme di questo tipo! Il fatto è che non c’è la volontà politica di farlo.
Amici, vorrei che
questo mio sfogo fosse inteso da Voi nella sue vera essenza. Non sono per natura un
giustizialista, non lo sono mai stato, ma credo di essere una persona che crede
nella giustizia e nei doveri e nei diritti di ciascuno; chi non paga le tasse
sta rubando 2 volte: allo Stato e ai cittadini onesti, costretti a pagare anche
la parte di chi evade.
Chi ha orecchie per
intendere intenda.
A domani.
Mario
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