Oristano
17 Ottobre 2018
Cari amici,
C’è un detto antico che
dice che la felicità consiste nell’essere soddisfatti di quello che quotidianamente
si fa, ovvero si è felici se il lavoro che svolgiamo è consono ai nostri
desideri, e che alla fine della giornata ci lascia appagati. Questo pensiero la
cui origine si perde nel tempo, è valido ancora oggi, perché la felicità sta
proprio nel piacere di realizzarci nella vita facendo quello che maggiormente
ci emoziona, che ci consente di essere allo stesso tempo produttivi, soddisfatti e creativi.
Chi nasce artista, poi,
chi nel DNA ha questo particolare impulso
creativo, potrà anche reprimerlo nella prima fase provando anche un altro
lavoro, ma questo bisogno si ripresenterà ben presto più forte di prima, quasi
costringendo a gettare alle ortiche qualsiasi altra professione, per potersi dedicare
a quella per la quale in realtà si è nati.
Si, amici, questa mia
riflessione calza a pennello con la storia che intendo riportare a Voi oggi, quella
di un giovane oristanese presentatomi da un mio carissimo amico, Franco Cadeddu
(resta sempre valido il proverbio francese che dice “Les amis de nos amis sont nos amis”), che ha solo 22 anni e si
chiama Davide Garau.
L’incontro con il mio
amico e il ragazzo è avvenuto alcuni giorni fa presso la Galleria d’arte 13, posta in Via Ciutadella de Menorca, pochi
giorni prima che si svolgesse la mostra personale che Davide stava allestendo e
che doveva essere inaugurata Sabato 13
Ottobre. Debbo confessarvi che questo giovane mi ha dato un’impressione
positiva fin dal primo istante, considerato che mi è apparso ben più serio e
posato dei suoi coetanei.
Mentre, su mia
richiesta, mi parlava del suo breve vissuto, io osservavo con attenzione le
opere che venivano una dietro l’altra esposte alle pareti; erano tutte in
bianco e nero, eseguite a grafite o a carboncino, con una meravigliosa
sfumatura di grigi, che mi ha subito affascinato. L’ho lasciato parlare, cosa
che ha fatto senza bisogno di domande o stimoli ad esprimersi. Solo alla fine
gli ho chiesto dei dettagli sulle tecniche usate, se realizzava le opere dal
vivo oppure con l’ausilio di supporti come la macchina fotografica.
Nella sua precisa e
ragionata esposizione del suo vissuto mi ha detto di essere di Oristano, di
avere ora 22 anni e di essere stato sempre affascinato dall’arte del disegno,
fin da bambino. Per lui disegnare era qualcosa di innato, di così semplice e piacevole,
tale da creargli emozioni indescrivibili. Crescendo e avanzando negli studi,
dopo la maturità si era iscritto all’Università, al Corso di Biologia, ma con
scarsa soddisfazione. In realtà il bisogno di realizzarsi nell’arte continuava
a premere, tanto che alla fine prese la decisione di accantonare la “carriera” universitaria.
Il suo era il bisogno interiore di “cambiare vita”, di darsi una possibilità
diversa da quella di fare il biologo: quella di realizzarsi nel mondo
dell’arte, cosa che lo aveva sempre affascinato.
“Amo disegnare da ché
ne ho memoria, è la cosa più naturale e personale che possa fare e mi ci dedico
anima e corpo ogni giorno”, queste sono state le
sue parole per farmi comprendere le motivazioni della sia decisione.
Poi ha proseguito,
guardandomi negli occhi senza timore: “Prediligo il disegno a qualsiasi altra
forma d’arte visiva e, in particolare, mi affascina la ritrattistica. È
incredibile come un volto, uno sguardo o un’espressione possano far emozionare
l’osservatore. Per questo motivo, nei miei pezzi, curo particolarmente questi
aspetti e faccio sempre in modo che l’attenzione dell’osservatore si focalizzi
su di essi. Trovo inoltre che disegnare in bianco e nero, con la grafite o il
carboncino, renda il tutto ancora più espressivo e realistico”.
Mentre continuavamo la
chiacchierata, mi soffermavo, opera per opera, domandandogli qualche dettaglio,
e debbo dirvi che ho trovato il suo lavoro davvero interessante. Mi ha invitato
a partecipare all’inaugurazione e lì ho trovato un pubblico numeroso che ha voluto
essere presente e apprezzare le straordinarie opere di un ragazzo che, anche se
appena 22enne, dimostra una capacità artistica già profonda.
Ottima anche la
scelta della location, la 13 Arts Gallery, che ha ospitato in precedenza diversi
grandi artisti.
Nel colloquio ultimo con lui,
il giorno dell’inaugurazione della mostra, mi ha detto di avere in corso d’opera
diversi altro lavori, che spera di poterli mostrare in pubblico quanto prima.
Mi ha
parlato anche di alcune offerte di lavoro ricevute non solo da operatori
italiani ma anche stranieri (le sue capacità potrebbero a mio avviso essere
interessanti anche per le case di produzione di fumetti), anche se tutte ancora
da valutare in quanto vuole capire quale sia la soluzione migliore da prendere.
Nel salutarci mi ha
detto che è presto per lui fare progetti “a lungo termine” o porsi limiti o
obbiettivi particolari, l’unica cosa, ha precisato “è riuscire a migliorare ancora e
creare opere che piacciano e riescano a far parlare bene di me.”
Auguri Davide, sono
certo che un luminoso futuro ti aspetta! Ad maiora!
Mario
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