Oristano 23 Ottobre 2018
Cari amici,
Anche di recente
l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), passando al setaccio la sanità
pubblica settore per settore, ha evidenziato (mettendo nero su bianco) le anomale
situazioni che ha trovato impressionanti. Il risultato ottenuto è di tutta
evidenza: il nostro Sistema Sanitario è un vero e proprio colabrodo: dalle
siringhe ai cerotti, riesce a sprecare cifre che quantificate superano il
miliardo di euro di sprechi.
Entrando nei dettagli,
secondo una tabella elaborata dall'ANAC, le spese sostenute dalle Regioni per l’acquisto
di presidi e dispositivi medici, come siringhe, ovatta e cerotti, ammontano a
oltre 75 milioni di euro, quando sarebbe stato possibile, invece, spendere un
20% in meno, ovvero risparmiare 15 milioni di euro. Passando al servizio di pulizia
delle strutture sanitarie, gli attuali costi di 1,2 miliardi di euro, potrebbero
diminuire di almeno un 17,5%, con un risparmio di 210 milioni di euro. Quanto
ai pasti serviti negli ospedali, la spesa attuale annua di 750 milioni di euro,
che potrebbe calare del 12,6%, con un risparmio di 95 milioni di euro. E non è
tutto.
Per lavare le lenzuola
e la biancheria dei ricoverati la spesa ammonta a circa 500 milioni di euro, ma
se ne potrebbero risparmiare 100 (il 20%). Se prendiamo i dispositivi per il
diabete, gli ultimi utilizzati, la spesa si aggira sui 510 milioni, ma di
questa cifra si potrebbe risparmiare almeno il 40%, ovvero 215 milioni. Infine
300 milioni si potrebbero risparmiare nell'area dei farmaci, pari al 10% dei 3
miliardi spesi. Una lunga serie di voci, cari amici, che sommate fanno un
totale di oltre 6 miliardi di euro di costi, che potrebbero essere calmierati,
in media, di un 15,5% che tradotto in soldoni significa un risparmio di circa
un miliardo di euro.
Se è pur vero che ci
sono Regioni più risparmiose e altre più sprecone, è necessario arrivare ad una
soluzione univoca, che consenta di calmierare i diversi costi che, alla fine,
non fanno altro che diminuire i servizi all’utenza, sempre più gravata da costi
aggiuntivi, in considerazione della “coperta troppo corta”, in particolare
sulla mancata prevenzione, senza la quale, poi, i costi nel medio termine non
potranno che aumentare.
Si parla tanto di lotta
agli sprechi, ma a parte le parole e i messaggi trionfalistici, poco sembra
comunque cambiare. Noi sardi lo sappiamo bene! In Sardegna si è cercato di avviare
una riforma che, a quanto pare, sembra aver prodotto più danno che guadagno!
Una riforma che in teoria sembrava capace di risolvere con un colpo solo i
tanti mali, ma i risultati appaiono a dir poco sconfortanti. Si sono allungate
le liste di attesa per gli esami, si stanno praticamente chiudendo i presidi
sanitari presenti nelle zone interne, il numero dei medici è in costante
diminuzione, quindi dove sta il tanto reclamizzato cambiamento in positivo?
A questo proposito
vorrei portare un caso personale. Il mese scorso sono andato dal mio medico per
richiedere l’autorizzazione ad effettuare le analisi di routine (sangue, urina,
etc.). Il medico, notato che le precedenti da me effettuate erano di circa 10
mesi prima, mi ha detto che non poteva, in quanto potevano essere prescritte
solo “trascorso un anno” dalle precedenti analisi. Se me le avesse prescritte (io
le analisi le devo fare periodicamente, in quanto avendo problemi cardiaci e
pressori, con anche l’innesto di 2 stent nelle coronarie effettuato qualche
anno fa), Lui sarebbe incorso in un richiamo e anche in una salata multa. Ovviamente
le analisi le ho fatte comunque, a mie spese, in un laboratorio privato.
Eppure, amici, in
Sardegna la metà del bilancio regionale è fagocitato dalle spese della sanità!
Un cittadino comune come me, a questo punto si chiede: ma dove va tutta questa
montagna di soldi, se mancano i denari anche per la normale prevenzione? E che
dire delle prenotazioni delle visite specialistiche? Se hai un problema e provi
a prenotarla, ti rispondono che la visita sarà tra 3, 6 o addirittura 12 mesi!
Insomma fai certamente prima a morire, così ti togli dai piedi.
La denuncia che fa oggi
l’ANAC, a parte il polverone iniziale, rischia di non cambiare niente. Sulla
sanità, come del resto in altri settori della P.A., è presente un sistema
collaudato, dove si annidano clientelismo, corruzione, speculazioni di mercato
e ingerenze anche mafiose; intaccarle non è mai stato facile e non lo sarà né oggi
né domani. La battaglia intrapresa contro gli sprechi in sanità è una guerra
giusta, puntualmente annunciata, che ha ottenuto anche qualche risultato, ma la
vittoria finale sarà molto lunga e difficile. Potrà essere vinta solo con il
concorso di tutti noi, che spesso vediamo e tocchiamo con mano le tante cose
che non vanno bene e anziché denunciare…” facciamo spallucce” e ci voltiamo
dall’altra parte!
A domani.
Mario
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