Oristano
10 Ottobre 2018
Cari amici,
Molti di Voi sanno della
mia particolare predilezione per il pane. Sono nato nel 1945 e, seppure fossimo
alla fine della guerra, ho sofferto anch’io quella che oggi è solo un lontano
ricordo: la fame. Ricordi di gioventù, che ho voluto riportare anche nel mio
libro autobiografico “Marieddu”, nel
quale è riportato, tra gli altri, l’episodio tristissimo che negò a me, ragazzo
di meno di 10 anni, un pezzo di pane da parte di una famiglia benestante del
mio paese.
Uno shock, quello che
subii in tenera età, che non solo non è mai scomparso, ma ha condizionato il
mio rapporto con il pane, per il quale ho tutt’ora un rispetto che certamente
va ben oltre l’ordinario. A casa mia il pane, l'indomani dell'acquisto, non viene mai gettato via, come
avviene ormai in tantissime famiglie; a parte la rigorosa fase dell’acquisto,
che, a prescindere dal prezzo, è da me ponderato quanto e più di quello degli
altri beni di consumo, l’eventuale rimanenza dal giorno prima viene consumata a
colazione o, se ancora ciò non è bastante viene tagliato a fettine e dorato in
padella o al forno. In casi eccezionali è possibile anche utilizzare il pane
raffermo al posto della pasta, bagnato nel brodo e condito con sugo e formaggio
fresco grattugiato.
Sicuramente vi state
chiedendo perché oggi la mia riflessione quotidiana è dedicata al pane. È
semplice: ho letto sui giornali nei giorni scorsi che il panificio PORTA di
Gonnosfanadiga festeggia il suo primo secolo di vita. Questa notizia, nel caso
mio, riveste un’importanza particolare, in quanto ciò significa che questa
famiglia ama, certamente quanto e più di me, il pane. Ecco allora per voi la
bella storia della famiglia Porta, oggi Panificio
Porta 1918.
Potremmo iniziare a
riportare la storia di questa famiglia, iniziando come nelle antiche favole:
“C’era una volta Nonna Chiara”. Si, perché è stata Lei 100 anni fa, nel 1918, a
confezionare un caratteristico tipo di pasta madre, che a distanza di un secolo
continua ad essere prodotta nello stesso identico modo, e dalla quale si ricava
un pane che ha tutto il sapore di una volta. “La pasta madre è il nostro
orgoglio e il segreto dei nostri prodotti; non è un record assoluto di
anzianità ma poco ci manca”, racconta Riccardo Porta, il simpatico e
giovane imprenditore sardo, erede di questa secolare tradizione familiare.
In un secolo l’attività
di panificazione di questa famiglia ha superato i confini locali, conquistando
il Sud della Sardegna. “Soltanto a Cagliari abbiamo due punti
vendita e un laboratorio di produzione. Per noi, che veniamo da un piccolo
paesino di provincia, è un orgoglio essere approdati in città e aver
conquistato la fiducia dei cagliaritani e dei turisti”, dice con
orgoglio Riccardo. Grande attenzione innanzitutto alla materia prima: il grano,
che è esclusivamente quello prodotto in Sardegna; utilizzati sia il grano duro per la
panificazione che quello tenero per gli altri prodotti da forno e per la pasta
per la pizza.
Innovazione
nella tradizione, questa la filosofia dell’azienda
Porta, che continua la cultura sarda del pane, ricco di profumi e sapori naturali, cosa che
contribuisce a valorizzare il territorio della nostra Sardegna. Oggi a
portare avanti l’antico panificio è la 4^ generazione, che ha ben allargato
l’orizzonte; oltre il pane, altri prodotti da forno e dolci, come il famoso
amaretto tradizionale, premiato all’EXPO di Milano. In questa innovazione c’è
tutta la filosofia degli antichi Porta, quegli avi che della qualità del loro pane avevano
sempre fatto baluardo, fin dalle origini.
“Un’azienda che ha un
secolo di storia alle spalle, non può che innovare e innovarsi, cercare nuovi
sapori e nuove forme di commercializzazione. Lo facciamo da sempre – sostiene
Riccardo con soddisfazione – Lo ha fatto mio nonno Peppino, poi mio
padre Gianfranco e ora tocca a me. Il rapporto degli italiani con il pane è in
continuo mutamento. Ai tempi della mia bisnonna Chiara si faceva in casa, poi
si andava a prendere al forno”.
Riccardo, che oggi
rappresenta come detto la 4^ generazione, prima di assumere la gestione moderna del
panificio, ha lasciato la Sardegna per laurearsi, tornando poi a casa con
competenze più adeguate. Oggi, dice, pensando a come i tempi cambiano, non
basta portare il pane nei panifici, “sembra che sia il pane a dover andare a
casa delle persone. Per questo, abbiamo appena lanciato il nostro street food,
con cui vogliamo raggiungere le spiagge sarde ma anche, e soprattutto, i principali
luoghi di aggregazione di Cagliari e provincia”. Lo StrEat Porta, questo il
nome del più recente progetto pensato dalla Quarta generazione dei “Porta 1918”.
Domenica 7 ottobre
2018, nella sede di Gonnosfanadiga, in Via dei Fornai n.1, il Panificio Porta1918 ha festeggiato il
suo primo secolo di Storia. Un secolo di pane e di condivisione. “Il nostro primo secolo di storia sarà
un’occasione per ripensare a ciò che è stato il nostro passato e a quello che
ci riserverà il futuro – osserva Gianfranco Porta, padre di Riccardo e
attuale titolare dell’attività – futuro dove dobbiamo rimettere al centro
della nostra tavola e della nostra vita il pane. Come elemento di
valorizzazione culturale, sociale ed economica per il nostro territorio”.
Che dire, cari amici, a
me parlare e sentire di queste storie di pane e di mantenuta, antica
tradizione, crea una grande commozione, e la mia mente torna agli anni
Cinquanta del secolo scorso, quando ancora bambino, giocando per strada,
desideravo un caldo e profumato pezzo di pane che…a volte non arrivava!
Grazie amici a domani.
Mario
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Per eventuali contatti
e informazioni sul Panificio Porta ecco il numero di cellulare di Riccardo
Porta: 3475601076; E mail: riccardo@porta1918.it
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