Oristano 4 Ottobre 2018
Cari amici,
Mercoledì 3
Ottobre presso l'auditorium San Domenico si è svolto l’interessante Convegno “Come rinsaldare il patto educativo
scuola-famiglia per garantire il benessere degli alunni?”, organizzato dall’AIMC,
l’associazione italiana dei maestri cattolici, sezione provinciale di Oristano.
All’evento, considerata l’importanza dell’argomento trattato, ha partecipato un
pubblico numeroso, costituito in prevalenza da docenti e genitori.
Relatori a
vario titolo, Dottor Giuseppe Scarpa, dirigente scolastico, Prof. Massimo
Serra, presidente associazione genitori democratici, Prof. Filippo Scalas,
presidente Azione Cattolica di Oristano, oltre a rappresentanti dei genitori
dell’associazione AMA Arcobaleno e a Don Massimiliano Giorri, parroco di
Terralba.
Dopo l’introduzione
fatta da Rita Consolo, responsabile provinciale AIMC di Oristano (aimcoristano@gmail.com), che, dopo
aver comunicato l’impossibilità dell’Arcivescovo a partecipare ai lavori a
causa di impegni fuori Oristano, è entrata nell’argomento del convegno.
Aiutandosi con delle slide efficaci ha detto che l’alleanza educativa tra
scuola, famiglia e società è da tempo in crisi; lo stesso Papa Francesco, nei
suoi numerosi interventi sulla famiglia, ha detto che i ragazzi hanno diritto
alla cultura e alla speranza, anche se in cambio hanno il dovere di impegnarsi
nello studio. “Scuola e famiglia non
debbono mai andare in contrapposizione”, perché sono complementari, non
antagonisti; è necessario pertanto una piena e doverosa collaborazione tra le
due istituzioni, nel pieno rispetto reciproco.
La parola è poi passata al primo relatore, il
dirigente scolastico Giuseppe Scarpa. “Patto
educativo e benessere – ha esordito –
sono i due cardini dell’alleanza scuola famiglia”. Ha proseguito poi la sua
riflessione ponendosi la domanda se la scuola è necessaria solo per l’apprendimento
nozionistico, oppure se essa rappresenta un più complesso strumento educativo;
il genitore, ha detto, può anche sostenere di essere in grado di istruire il
proprio figlio, ma il ragazzo avrà raggiunto in questo modo solo un buon
livello cognitivo ma non certo educativo, mancandogli l’interscambio culturale,
il confronto e la condivisione con gli altri.
Educare è un compito complesso, che coinvolge responsabilmente
genitori e insegnanti; per meglio comprendere i compiti degli uni e degli altri il relatore
ha utilizzato la metafora del tunnel,
al centro del quale sta il bambino. Per raggiungerlo, genitori e docenti debbono
scavare da una parte e dall’altra del tunnel: solo in questo modo entrambi potranno
raggiungerlo. Scuola e famiglia debbono vivere un mondo di continua relazione:
costantemente incontrandosi e confrontandosi, perché è solo con la cultura dell’incontro che
si raggiunge lo scopo, in questo caso il benessere del bambino.
Dopo di lui ha preso la parola Massimo Serra, che ha
focalizzato l’attenzione sul rapporto genitori/insegnanti, passato da tempo da
una posizione complementare ad una posizione simmetrica dei ruoli. Questo
passaggio ha incrinato non poco la relazione, in quanto nessuna delle due parti
appare disponibile a retrocedere alla posizione down. Rispetto al passato, oggi genitori e insegnanti partono da basi culturali molto simili, e proprio da qui scaturisce il
conflitto, con continuo e aspro confronto, in cui nessuno vuole apparire come parte succube.
Il Prof. Scalas, intervenuto dopo di lui, ha
impostato invece la sua riflessione sulla “Fiducia”. “È questo il valore gradualmente più trascurato”, ha detto. Tutto
il percorso educativo e formativo costruito tra scuola e famiglia, così come il percorso che regola la vita sociale, l’economia e la politica, è basato sulla
fiducia reciproca; nel percorso educativo, se manca la fiducia reciproca, il primo a trovarsi
in difficoltà è il bambino, prima vittima di questa carenza, che vivrà uno stato di costante
tensione che sbocca, purtroppo, nel fallimento educativo.
Gli ultimi due interventi hanno riguardato le
problematiche che incontrano i genitori di ragazzi disabili (riuniti nell’associazione
Ama Arcobaleno), in gran parte lasciati soli senza il necessario supporto che
la scuola avrebbe invece dovuto fornire, e quello di Don Massimiliano Giorri,
parroco e educatore. Quest’ultimo si è interrogato sul “Patto educativo rotto”, sulla attuale crisi di valori esistente
tra scuola, famiglia e società, domandandosi come trovare una valida soluzione,
cosa poter fare per ricostruire il patto andato in frantumi. “Bisognerebbe
analizzare, scoprire (come in un grande acquedotto), dove si è interrotta l’acqua, per poterne ripristinare il flusso”,
ha detto. Senza quest’analisi, ognuno cerca di dare la colpa all’altro, stroncando il
dialogo e innescando e alimentando in questo modo il conflitto. Niente di più sbagliato: l’unica
via percorribile è l'incontrarsi, avviare un dialogo, riflettere e confrontarsi; ognuna delle parti,
poi, dovrà necessariamente fare dei "passi indietro".
Al termine il pubblico, che ha seguito con grande
attenzione tutte le relazioni, è stato chiamato a partecipare al dibattito,
ponendo domande e portando la propria esperienza. Diversi, sia del corpo insegnate
che delle famiglie, sono intervenuti; anche io ho voluto portare la mia
esperienza di genitore.
Cari amici, debbo un sincero grazie a Rita Consolo
che mi ha invitato a partecipare, e credo che incontrarsi, dialogare, mettersi
il problema, sia il modo migliore per agevolare la formazione e la crescita dei nostri ragazzi; è questo un dovere
a cui nessuno di noi dovrebbe mai rinunciare.
Grazie a tutti dell’attenzione. A domani.
Mario
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