Oristano 30 Settembre 2018
Cari amici,
Chiudo il mese di Settembre con una riflessione sulle Nuove Generazioni. Su questo blog ho
trattato ampiamente i problemi dei giovani d oggi, in particolare degli
adolescenti under 16, sempre più preda della tecnologia che li porta a vivere
immersi più in un mondo virtuale che reale. Mondo che, proprio perché non è
reale, li porta a sottovalutarne rischi e pericoli, immaginando che non riservi
sorprese e condizionamenti, in quanto, spento il computer o l’iPhone, tutto possa in un istante scomparire e dissolversi. Purtroppo la realtà dimostra che non è così, in quanto i pericoli
reali nel Web ci sono, eccome!
Ho voluto riprendere oggi con Voi
il problema, in quanto stimolato da un fatto increscioso, accaduto di recente
nella Bergamasca. Una ragazzina di 15 anni, pensate, ha chattato per più di un
anno con un personaggio sconosciuto, un uomo a lei noto solo attraverso il nickname,
entrando con lui talmente in confidenza da instaurare una relazione amorosa virtuale talmente intensa da portarla ad accettare di incontrare questo sconosciuto partner virtuale. Ebbene, amici, l'incontro è stato per Lei a dir poco drammatico, tale da far rabbrividire non poco! Ecco perchè credo che il fatto valga
la pena di essere raccontato, in quanto ritengo che possa essere utile
anche a qualcuno di Voi lettori, per farlo riflettere ulteriormente sul
problema. Ecco come la vicenda si è volta.
Angela (questo
ovviamente è un nome di pura fantasia) è una ragazzina di 15 anni che abita con
la famiglia nel Bergamasco. Come tanti altri giovani è anche lei colpita dalla “dipendenza”
dai social networks, in particolare delle chat, che utilizza a pieno ritmo. Entra spesso in contatto con persone di ogni età e un bel giorno inizia un contatto con un soggetto adulto (che lei non conosce se non per il nickname
utilizzato); la conversazione è piacevole, l'uomo sa intrattenerla e incuriosirla e piano piano, per ottenerne maggiore fiducia, l'uomo la riempie di complimenti e di
attenzioni, tanto che Lei ne rimane abbagliata. Giorno dopo giorno la conversazione,
inizialmente solo via chat, diventa sempre più amichevole ed intima, arrivando
a dialogare espressamente di sesso.
A 15 anni, come si sa,
la curiosità e il bisogno di attenzioni è forte, e ogni giorno che passa lei si
lascia andare con l'uomo ad un’intimità sempre più spinta. Dai messaggi scritti si arriva
all'invio delle prime foto, che l'uomo riempie di tanti complimenti e apprezzamenti, tanto che le richieste di foto intime diventano sempre più esplicite; Lei continua ad inviarle senza timore, in pose sempre più
osé. La relazione virtuale continua a crescere di intensità: la ragazzina è
sempre più presa e coinvolta; dal primo contatto è passato ormai quasi un anno. Mesi e
mesi di messaggi, sempre più erotici, fino ad arrivare ad accettare la richiesta dell'uomo di incontrarsi per concretizzare, passando dal virtuale al reale, la relazione.
Concordato un
appuntamento, la ragazza è in fermento: non vede l’ora di provare fisicamente le emozioni vissute in chat. La sua curiosità è grande, in quanto l'uomo non ha mai inviato foto sue. Arrivata all'incontro, però, resta paralizzata, come colpita da un fulmine a ciel sereno! L'uomo con cui si era lasciata andare, che l’aveva coccolata, riempita di attenzioni, con cui aveva parlato
apertamente di sesso, al quale aveva inviato tanti 'messaggi spinti', non era
un illustre sconosciuto, ma suo padre! Resta senza parole, in preda ad un fortissimo choc. Tutto noi possiamo capire il trauma subito dall’adolescente, drammatico, non certo facile da superare in tempi brevi. Il clamore suscitato dalla vicenda è stato enorme.
La terribile storia è stata
resa pubblica da Enrico Coppola, presidente dell’AGA (Associazione Genitori Antidroga)
che, all'agenzia Adnkronos, ha dichiarato: "La ragazzina, traumatizzata da questa
storia, si è confidata con la psicologa della scuola che poi ha riferito all'Associazione
quanto accaduto. Non ci era mai capitato di imbatterci in una cosa del
genere". La famiglia, come è facile capire,
si è frantumata, in quanto la mamma, per tutelare la ragazzina, si è separata dal
marito lasciando la casa e andando ad abitare con la figlia in un altro centro, cambiando per
necessità ambiente e scuola.
Cari amici, credo che
questo sia un caso davvero triste che fa riflettere non poco. La fragilità dei
giovani andrebbe davvero seguita e sostenuta, cercando anche di “staccarli”,
per quanto possibile, dai social e dalle crescenti relazioni virtuali, che li
portano anche a trascurare le vere relazioni fisiche che invece fanno parte del
loro mondo. In questo campo famiglia, scuola e società credo che potrebbero e dovrebbero fare molto di più. Lo scollamento esistente tra famiglia e scuola appare evidente, e credo di poter affermare che, forse, è la nostra Società che ha abbandonato a se stessa la famiglia e a cascata anche la scuola, lasciando gli
adolescenti abbandonati a se stessi, debba trovare soluzioni adeguate.
Si, perchè in questo modo i giovani, lasciati soli, continueranno a cercare rifugio nel mondo virtuale, scatenandosi ancora di più con il cyber bullismo, il cyber
sex e instaurando, per compensazione, relazioni virtuali al posto di quelle reali. Senza l’aiuto dei genitori e della scuola
la situazione può solo peggiorare. Non dimentichiamo che mali come il cyber
bullismo e il cyber sex negli ultimi tempi hanno portato diversi giovani anche
a togliersi la vita.
Una vera tristezza,
cari amici.
A domani.
Mario
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