Oristano
5 Settembre 2018
Cari amici,
Sono trascorsi 10 anni
dallo sbarco-occupazione dell'isolotto di "Malu Entu" (storpiato in Mal di ventre) posto al largo del golfo di
Oristano, messo in atto dall’indipendentista Doddore Meloni con un manipoli di
entusiasti e irriducibili indipendentisti, che riuscirono, seppure per un breve
periodo a esibire al mondo la voglia di indipendenza che da sempre, a loro avviso, aveva covato negli abitanti
dell’Isola. Azione, quella messa in atto, più dimostrativa che reale, dagli
scarsi effetti pratici, ma che riuscì a sensibilizzare e a far riflettere tanta gente anche non sarda, perché
anche le azioni dimostrative sono un seme
vivo, che non muore senza portare frutto.
Ho già avuto modo su
questo blog di riportare la storia antica di quest’isolotto, piccolo ma posto su
una rotta obbligata per i popoli che frequentavano la Sardegna provenienti da ovest e volevano sbarcare nel golfo di Oristano. Il suo vero nome in passato non era Mal di Ventre, come noi la chiamiamo oggi
(fu un banale errore dei ‘distratti’ cartografi genovesi), ma “Malu Entu”, ‘Cattivo Vento’, a significare
il pericoloso gioco di vento e correnti che chi percorre quella rotta deve
affrontare. Zona dunque perigliosa per i naviganti, come è dimostrato dal
rinvenimento di molti relitti, in particolare quello della nave romana che, proveniente dalla Spagna con un carico di lastre
di piombo, affondò proprio nelle vicinanze dell’isola. Il carico di piombo, utilizzato in parte per ragioni di studio anche dal CERN, si trova esposto nel museo di Cabras.
Chi desidera leggere l’intera storia di quest'isoletta, da me riportata su questo blog, può farlo cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2013/12/lisola-di-mal-di-ventre-un-lembo-di.html, che riporta quanto scrissi in data 19 Dicembre 2013.
Chi desidera leggere l’intera storia di quest'isoletta, da me riportata su questo blog, può farlo cliccando sul seguente link: http://amicomario.blogspot.com/2013/12/lisola-di-mal-di-ventre-un-lembo-di.html, che riporta quanto scrissi in data 19 Dicembre 2013.
Malu Entu, insomma, isola
più di una volta nell’occhio del ciclone, se pensiamo anche alla lunga diatriba
tra il Comune di Cabras, nel cui territorio è posta l’isola, e il ricco
proprietario inglese Rex Miller; i due contendenti si confrontarono in un lungo e impegnativo confronto giuridico per l'utilizzo turistico di quel suolo (durato
un ventina d’anni) che comunque si concluse con la vittoria del Comune, che negò sempre la possibilità di costruirvi abitazioni. Oggi
l’isola di Malu Entu è parte integrante dell’Area Marina Protetta "Penisola del Sinis - Isola di Mal di
Ventre".
Si, Malu Entu fu per secoli frequentata e
abitata e, fino a data abbastanza recente, terreno di pascolo per i pastori cabraresi che vi portavano in barca il gregge. Risulta frequentata fin dal
periodo neolitico, come attestano le numerose punte di freccia e raschiatoi in
ossidiana ritrovati in diverse parti dell'isola. Sicuramente fu abitata anche nel
periodo nuragico (forse per l'abbondanza di pesci), visto che è l’unica isola minore della Sardegna dove è
presente un nuraghe bilobato. L’approvvigionamento idrico per gli abitanti era garantito da
alcuni pozzi, di cui uno con acqua sorgiva perenne, ubicato nella parte centro
meridionale dell'isola. Anche nel periodo romano essa risulta abitata: sono
ancora presenti i resti di una grande casa romana, realizzata fra il I e il II
secolo d.C., come testimoniano anche gli scritti del Canonico Giovanni Spano e del
Generale Alberto Marmora, che, nel segnalare questa imponente
costruzione affermarono che era dotata anche di vasche e di una fontana con acqua.
Ebbene, amici, tornando
al tema del post di oggi, proprio questa isola-simbolo, fu scelta 10 anni fa
dagli indipendentisti, guidati da Doddore Meloni, per manifestare pubblicamente,
con “un’azione di forza”, l’anelito indipendentista mai spentosi in una Sardegna
sempre dominata da popoli ‘estranei’ e praticamente considerata dagli invasori solo ‘colonia’.
Si, il blitz fu fatto proprio su questo lembo di terra di circa 7 chilometri quadrati, su questo paradiso
naturale situato a circa 4 miglia e mezza dalla costa occidentale della
Sardegna, di natura prevalentemente rocciosa (in gran parte granito); un'isola difficilmente abitabile (ecco il perchè dell'azione esclusivamente dimostrativa) con un suolo arido, a stento ricoperto di bassa vegetazione mediterranea, popolata da una
fauna di piccoli rettili e volatili. Su questo "Stato-Nazione virtuale" il gruppo indipendentista di Doddore si installò con un'azione-lampo,
proclamando la “Repubblica di Malu Entu”.
Oggi, dopo 10 anni,
possiamo non solo ricordare ma credo anche riflettere. Era il 28 Agosto del 2008,
quando Salvatore "Doddore" Meloni, assieme a 12 fedelissimi, sbarcò
su quest’isola e la proclamò “Repubblica
Indipendente di Malu Entu”, appellandosi alla Carta di San Francisco. Fu
scelta anche la bandiera, adottato un nuovo sistema monetario e dato vita ad un
proprio governo. L'intento era quello di fare dell'isola il 139° Paese
riconosciuto dall'ONU.
Nei primi tempi i
giornali non solo italiani ma anche stranieri riversarono fiumi d’inchiostro su
questa curiosa operazione “indipendentista”; centinaia di persone (oltre 500) fecero
richiesta per ottenerne la cittadinanza, ma il 30 Gennaio del 2009, il Corpo Forestale
e la Capitaneria di Porto di Oristano, in esecuzione di un'ordinanza del GIP, fecero
sgomberare il presidio indipendentista che aveva occupato l’isola, sequestrando
tutte le attrezzature e allontanando gli occupanti. Doddore e altri 5 indipendentisti (i Ministri del
Governo provvisorio) vennero iscritti nel registro degli indagati per
occupazione abusiva, danneggiamento ambientale e smaltimento illecito di
rifiuti solidi. La lotta però continuò senza sosta. I ricorsi presentati nelle
varie sedi giudiziarie, nel 2016 sfociarono in una vittoria: gli imputati vinsero
il ricorso presentato in Cassazione. Il sogno, però, si stava per avviare al
termine.
Nell’Aprile del 2017
Doddore viene arrestato con l’imputazione di diversi reati fiscali, e il grande
sogno di portare all'indipendenza l'intera Sardegna subisce un duro colpo con
l’eliminazione del numero uno del Movimento, leader della forza indipendentista “Paris”. Doddore però, non si arrende. In
carcere intraprende per protesta uno sciopero della fame e della sete, che lentamente,
però, lo consuma. La sua salute peggiora di giorno in giorno e a fine
Giugno viene ricoverato in ospedale in gravi condizioni, dove il 5 Luglio successivo muore. La sua
scomparsa destò enorme impressione, non solo in tutta la Sardegna ma anche nel resto dell'Italia e all'estero.
Cari amici, la
Sardegna, come accennavo prima, è stata da sempre terra di conquista da parte
dei popoli viciniori che si affacciano nel Mediterraneo. I sardi, forse, hanno sempre tollerato troppo gli
invasori, abituandosi a sopportare un giogo ultrasecolare che ha pesato e continua a pesare.
La Sardegna e i sardi hanno bisogno di maggior rispetto, di poter dialogare ad armi pari. Sarebbe troppo lungo indicare cosa oggi non va, perchè le cose che continuano ad essere 'imposte' sono troppe. Non è facile nemmeno ipotizzare soluzioni immediate, perchè anche se queste potessero essere trovate,
solo una reale, vera, coesione di tutti i sardi, potrebbe aprire un costruttivo anche se 'forte' dialogo "ad armi pari" con chi ci governa.
A domani.
Mario
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