Il chiostro del Monastero di S. Chiara ad Oristano
Oristano 1 Settembre 2018
Cari amici,
È proprio vero: nel mondo nulla
resta immutabile, tutto è soggetto ad un continuo cambiamento; col passare del tempo le modifiche o le variazioni praticamente non si contano! Realtà questa
sostenuta fin dai tempi più antichi, se pensiamo che il greco Eraclito (Efeso,
535 a.C. – Efeso, 475 a.C.) nei suoi famosi scritti così ammoniva: “Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza
di cambiare”. Sicuramente Vi state chiedendo perché oggi voglia riflettere
con Voi sul “Cambiamento”, argomento non certo facile, ma, credetemi, importante e che aiuta a farci riflettere. Il ‘cambiamento’ sul quale voglio riflettere oggi è quello relativo alla ‘rivoluzione’ che sta da tempo avvenendo in un luogo per tradizione considerato proprio "immutabile": il Monastero, in particolare quello della
Suore di Clausura.
La vita monastica di clausura è stata per secoli una vita particolare: quella di un
abbandono totale del mondo, di un distacco dalla vita comune per dedicarsi totalmente a Dio. Una decisione certo non facile, irreversibile, presa dopo una lucida e definitiva analisi di se: uscire dal mondo esterno, dalle sue tentazioni,
dalle problematiche e dall'affezione alle cose terrene, per rinchiudersi per sempre in un luogo appartato,
separato anche fisicamente dall’altro con una pesante “grata”, un frame significativo, simbolo reale del 'distacco'. Una scelta di “vita nuova”, che potremmo definire ascetica, di contemplazione, di
preghiera e di meditazione, fatta per cercare una ‘comunione totale con Dio’,
svolta in totale solitudine, senza alcuna interferenza col mondo esterno, a cui
volontariamente si era deciso di rinunciare.
Ebbene, dopo tanti
secoli, con l’arrivo di Internet, la comunicazione via computer è riuscita, quasi in modo subdolo, ad entrare in convento,
presto seguita anche dagli smartphone, collegati con i social e con WhatsApp.
Sembra incredibile, ma sono bastati un computer e un cellulare di nuova generazione a
sgretolare, dopo tanti secoli, quella barriera impenetrabile che separava il
silenzio distaccato del Monastero dal mondo esterno, chiassoso ansioso e
stressante! A rompere quel “sottile muro di confine”, che per secoli aveva separato
i due mondi, il Cavallo di Troia del Web.
Il convento delle
Suore Clarisse di Oristano non è rimasto indietro in questo cambiamento, anzi! Suor Maria Caterina la più
giovane della piccola pattuglia di suore del convento, è considerata una sorta
di «digital manager» della piccola famiglia delle Clarisse oristanesi, tanto
che qualcuno, l’ha già soprannominata «suor Google».
Si, amici, anche in convento, ormai, non è inusuale che il silenzio assoluto che prima vi regnava venga rotto dal drin-drin di una notifica Messenger o WhatsApp. Suor Maria Caterina, esperta «digital manager», non ha difficoltà con il suo dolce sorriso a rispondere ad un curioso interlocutore, che velatamente le chiede il motivo di tanta modernità in un Convento di clausura, che «le nuove tecnologie sono preziose per far arrivare lontano il nostro messaggio e per far conoscere a tante gente come si svolge la vita in clausura. Non è impossibile che qualcuna possa trovare la vocazione anche su Facebook».
Si, amici, anche in convento, ormai, non è inusuale che il silenzio assoluto che prima vi regnava venga rotto dal drin-drin di una notifica Messenger o WhatsApp. Suor Maria Caterina, esperta «digital manager», non ha difficoltà con il suo dolce sorriso a rispondere ad un curioso interlocutore, che velatamente le chiede il motivo di tanta modernità in un Convento di clausura, che «le nuove tecnologie sono preziose per far arrivare lontano il nostro messaggio e per far conoscere a tante gente come si svolge la vita in clausura. Non è impossibile che qualcuna possa trovare la vocazione anche su Facebook».
Il progresso, la necessità di cambiamento, cari amici, non si sono limitati, però, al semplice ingresso in Convento delle nuove tecnologie. Nel
Monastero delle Clarisse di Oristano di recente, per motivi di natura economica, si è
deciso di aprire, in chiave turistica, un locale del Convento che ha accesso dall’esterno;
questo alloggio, una camera linda e spaziosa, è stata offerta, sullo stile Bed and Breakfast, attraverso un sito Web
specializzato, dando in questo modo la possibilità ad una coppia o una persona singola di
poter pernottare nel locale del convento, consentendo in questo modo il riposo, il
raccoglimento e la meditazione. L’offerta, come si legge nel sito, include anche la possibilità di
visitare la Chiesa di Santa Chiara per un’ora al giorno.
Su Internet l’offerta turistica
è apparsa sul sito di Airbnb.it, specializzato in affittacamere e case vacanza.
A pubblicare l’inserzione è stata «suor Google», suor Maria Caterina; motivo
principale, come accennato prima, quello di reperire fondi per il loro sostentamento.
Personalmente sono sicuro che l’offerta non resterà inevasa. Chi deciderà di
utilizzare il locale potrà vivere un’esperienza unica, godendo, anche se solo per pochi
momenti, di un’atmosfera inusuale, fatta di silenzi, di pace, di meditazione e
preghiera.
Cari amici, per uno che
ha la mia età, per chi come me è nato nella prima metà del secolo scorso, tutti
questi cambiamenti non possono che creare meraviglia. Ma Eraclito, non si sbagliava di certo quando sosteneva la necessità del cambiamento!
Nel vetusto e storico Convento
di Santa Chiara di Oristano, nel quale aleggiano ancora sprazzi di quella vita che vi
si svolgeva nel periodo giudicale di E. d’Arborea, le grate in ferro ancora
presenti sono la materiale testimonianza di uno stile di vita ben diverso da quello di
oggi; le rare visite concesse solo per poche ore al giorno, il dialogo con gli ospiti
attraverso l’antica ruota in legno e le rarefatte conversazioni nel parlatorio
semibuio, sono oggi solo un lontano ricordo. Le antiche regole dell’isolamento e della meditazione,
per secoli rispettate con rigore, quando le giornate delle suore trascorrevano
sempre uguali non esistono più. Certo, le suore pregano ancora all’alba, la meditazione è sempre presente, così come i lavori di cucito,
di cucina, di giardinaggio, ma insieme a tutto questo si convive con un costante contatto col mondo esterno, che avviene attraverso la comunicazione via Web.
Tutto cambia, perchè l'esigenza di cambiare mai scomparità. Questo, amici, non vuol dire rinnegare il passato, perchè i cambiamenti
non è detto che creino sempre un peggioramento, anzi! Si, perchè cambiare significa “stare al
passo coi tempi”, vivere il presente, seppure senza dimenticare il passato. La
mia convinzione è questa: se è vero che anche la vita delle suore di clausura è dedicata
al fine di migliorare l’uomo che opera nel mondo, è anche vero che esse possono farlo meglio utilizzando proprio quei moderni mezzi che l'uomo possiede e usa; è con l'utilizzo di questi "strumenti moderni" che la
loro opera può avere oggi maggiore efficacia.
Grazie, amici, a
domani.
Mario
Suore in meditazione nella Chiesa del Convento di Oristano
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