Oristano 19 Dicembre
2013
Cari amici,
gli oristanesi e la
gran parte degli abitanti del territorio della penisola del Sinis, conoscono
bene quest’isola che, pur vicina (dista circa 5 miglia marine dai porti del
golfo di Oristano, poco meno quindi di 10 kilometri), non è facilmente
raggiungibile, a causa del capriccioso vento di maestrale che costantemente
imperversa nel golfo. L’attuale strano nome dell’isola, “Mal di Ventre”, deriva da un'errata traduzione da
parte dei cartografi piemontesi dell’antica denominazione sarda data all’isola:
Malu Entu (vento cattivo), epiteto
attribuito sicuramente a causa dei persistenti venti di Maestrale che,
amplificati anche dall’effetto delle brezze termiche determinate dalla relativa
vicinanza alla Sardegna, hanno reso sempre difficile la navigazione nelle sue
vicinanze e soprattutto l’approdo nell’isola.
Collocata al largo
della costa della penisola del Sinis, l'Isola di Mal di Ventre si estende per
una superficie di circa 85 ettari, con una lunghezza di 2,5 Km, una larghezza
di circa 800 m ed un'altezza massima sul livello del mare di circa 18 m. Questo
lembo di terra, in effetti, è l'unico residuo di un esteso affioramento
granitico che in tempi antichissimi lambiva tutta la costa occidentale della
Sardegna. Distante circa 4 miglia e mezzo dal promontorio di Capo Mannu, l’isola
è attualmente inclusa nel perimetro dell'Area
marina protetta Penisola del Sinis - Isola Mal di Ventre. L’Isola
appartiene territorialmente al Comune di Cabras, ed è rinomata per le sue belle
spiagge, formatesi dal disfacimento delle sue rocce, in parte quarzifere, come alcune
altre spiagge caratteristiche del Sinis, come Is Aruttas e Mari Ermi. Le altre spiagge,
prevalentemente piccole calette, sono caratterizzate da sabbia medio-fine in
superficie, in quanto la sabbia più grossa, quella a “chicchi di
riso”, si trova nella spiaggia sommersa antistante, alla profondità di circa 10
- 15 metri. I fondali dell'isola di Mal di Ventre, sono spesso contornati da
grandi ammassi di blocchi granitici, e alternano tratti rocciosi ad altri
sabbiosi; paradiso degli appassionati d’immersioni, voglio ricordare quattro
siti, fra i più frequentati: la “Secca
Ettore”, la “Secca Geppetto”, il “Relitto del Vaporetto” e il “Relitto del
Joyce”.
L’isola è attualmente
disabitata ed è assolutamente vietata ogni costruzione. Lo splendido paesaggio che
si presenta ai visitatori è quello tipico delle isole costituite da rocce
granitiche, che assumono le curiose e caratteristiche forme a seguito dell'azione
erosiva dell’acqua e del vento, che le "lavorano" e le modellano,
talvolta, in forme che la fantasia popolare attribuisce a persone, cose o
animali. Sotto il mare, in un fondale quasi completamente roccioso, blocchi e
massi arrotondati, singoli o in ammassi, contornano l'isola e, nelle piccole
cale sabbiose della costa, delimitano piccole spiagge sottomarine di sabbie di quarzo;
uno scenario ideale per gli amanti della fotografia subacquea. Sull'isola
non sono presenti antiche costruzioni visibili, fatta eccezione per un fanale
automatico di supporto alla navigazione notturna e, lungo la costa orientale, i
resti di un nuraghe, di muraglioni in pietrame, pozzi e cisterne, che testimoniano
la presenza umana sull'isola fin dall'età del bronzo.
Nei secoli passati l’isola
di Malu Entu fu certamente abitata
in modo continuativo. Molteplici sono le testimonianze delle antiche civiltà
presenti nell'Isola. Le tracce più remote risalgono al neolitico. Ne sono la
prova alcuni resti di costruzioni ed alcuni frammenti di ossidiana lavorata.
Un'ulteriore testimonianza è data anche dal rinvenimento di pietre verdi dette anche
"ofioriti", in alcune spiagge dell'Isola e nei villaggi preistorici
dell'oristanese. Più evidenti invece le testimonianze di epoca nuragica. Si
presume che i pastori nuragici, insediati nel Sinis, si spingessero sino
all'isola per l'abbondanza dei pesci. Testimonianze invece della presenza
nell’isola della civiltà punico-romana le troviamo negli studi del generale
Alberto Lamarmora che, visitando l’isola, ne rimase molto colpito, e scrisse
nei suoi "Itinerari": “… Al tempo dei romani l'Isola era abitata,
perché vi si trovano rottami di antichi edifizi ed una fontana con residui di
un fabbrico”. Secondo il Lamarmora nelle acque circostanti l’isola
sarebbe stata presente in passato anche la foca monaca. Nel medioevo l'isola fu
meta e rifugio dei pirati saraceni che assaltavano con le loro navi la Sardegna.
Lo studioso Raimondo Zucca, profondo conoscitore del Sinis, ci parla anche, in
una sua recente pubblicazione, di un insediamento alto-medioevale nel
retroterra centro orientale dell'Isola.
La presenza di un pozzo
di acqua dolce e di diverse cisterne per la raccolta delle acque piovane ha
consentito, fino a poco tempo fa (prima
che il suo territorio entrasse a far parte dell’Area Marina Protetta), che l’isola
venisse utilizzata dai pastori di Cabras che, da gennaio a maggio, considerata
la mite temperatura, trasportavano le loro greggi sull'Isola con le barche dei
pescatori, per rimanerci fino a Pasqua
inoltrata, soggiornando in stazzi e capanne di falasco.
Per la curiosità di
alcuni ricordo anche che l’isola è stata, nell'agosto del 2008, oggetto di una
singolare iniziativa. Un indipendentista sardo, Salvatore Meloni, si insediò
nell’isola, rivendicandone il territorio e mirando al riconoscimento
internazionale dell'isola di Mal di Ventre, quale "Repubblica Indipendente
di Malu Entu", rifacendosi ai principi di autodeterminazione dei popoli
sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite. Salvatore Meloni, protagonista di
altre storiche battaglie per l'indipendenza della Sardegna, ha provveduto a
inviare il progetto sia alle Nazioni Unite ed ai suoi membri che al presidente
del Consiglio dei ministri italiano. L’uomo, che sostiene che da più di
vent'anni trascorre gran parte delle sue giornate sull'isoletta, assieme ad
altri indipendentisti, avvierà una causa civile per l'usucapione dell'isola di
Mal di Ventre che, dal 1972, appartiene alla società napoletana "Turistica
Cabras srl". Il Meloni ha anche richiesto al Comune di Cabras la residenza
anagrafica sull'isola per rafforzare la sua iniziativa. Meloni ha pure fatto
stampare banconote con la sua faccia, i "Soddus Sardus". Tra i vari
“tira e molla”, credo che la “battaglia” messa in atto da Salvatore Meloni
durerà ancora a lungo.
Mal di Ventre, isola
così esposta al forte vento di Maestrale, è coperta da una vegetazione bassa e
rasata dalle forti raffiche ventose; essa è costituita prevalentemente da
lentisco, cisto, rosmarino, assenzio, tamerici, tife e altra bassa vegetazione
erbosa (a ridosso delle coste numerosa la presenza di erbe saline). Presente,
anche se con radi esemplari, la palma nana. Nel periodo estivo, gran parte
dell'Isola è ricoperta di aglio selvatico e soffici prati di Phleum Pratense
(code di topo), ed in prossimità delle spiagge di profumati gigli di sabbia. Dal
punto di vista naturalistico l’isola ha una avi-fauna molto varia, considerato
che rappresenta un importante ricovero sia per gli uccelli migratori terrestri che
marini che vi nidificano. I padroni dell'Isola sono sicuramente i gabbiani
comuni che a centinaia, soprattutto in primavera si radunano per deporvi le
uova. Più raro il gabbiano corso e quello reale, che, con i cormorani dal
ciuffo, le berte, i cavalieri d'Italia, gli aironi cenerini, i merghi, le
tortore e le procellarie, completano la
ricca avifauna dell'Isola. Con un po' di fortuna, si possono incontrare i conigli
selvatici e le tartarughe, che nell’isola possono circolare senza timore di
essere disturbate; il visitatore deve però stare attento a non incappare
incautamente nella "Malmignatta" (in sardo s’Arza o s’Argia), un
pericoloso ragno, cugino della più temibile "vedova nera", che in
passato, ai tempi della civiltà contadina, era più diffusa e la cui puntura è
causa di reazioni molto fastidiose e pericolose. Tutte queste
peculiarità hanno portato l’Unione Europea a qualificare l'Isola di Mal di Ventre come Sito di Interesse Comunitario (SIC), ai
sensi della direttiva Habitat e Zona di Protezione Speciale (ZPS).
Il biglietto da visita
più affascinante di quest'Isola resta comunque il suo mare, trasparente come
pochi e con un fondale ricco di colori e di vita. L'isola di Mal di Ventre è
stata inserita nel progetto di costituzione del parco "Sinis-Montiferru", fin dal 1989. Ovviamente, considerate
le lungaggini burocratiche e l’opposizione di alcune amministrazioni comunali,
sarà difficile vederne presto la realizzazione. Eppure la bellezza di
quest’isola, il suo passato, la sua storia, potrebbero costituire un richiamo
turistico d’eccezione. Le antiche rotte che portavano fenici, romani, ed altri
colonizzatori, verso il golfo di Oristano, dove Tharros era un porto allora di
prim’ordine, passavano proprio a ridosso dell’isola di Mal di Ventre; le numerose
testimonianze di questi passaggi le troviamo nei diversi relitti che giacciono
nei fondali dell'Isola. L'ultimo importante ritrovamento riguarda una nave da
trasporto romana naufragata nel 50-60 a.C., lunga circa 36 metri. La nave
trasportava un carico di lingotti di piombo imbarcati nel porto iberico di
Nuova Cartago e definitivamente diretti probabilmente a Roma. Ora questi
preziosi reperti, insieme ad altri, sono allocati al museo di Cabras, dove,
speriamo, possano presto fare compagnia ai “Giganti
di Mont’e Prama”, recentemente restaurati.
Cari amici, il Sinis
con il suo parco marino, la sua antica e meravigliosa storia, credo che meriti
di essere valorizzato e sono convinto che potrebbe rappresentare, per il
futuro, un grande veicolo di promozione turistica di grande spessore. In questo
contesto l’isola di Malu Entu,
potrebbe essere quell’interessante ulteriore “biglietto da visita” che rappresenterebbe, ancora meglio, il
valore del nostro territorio. E’ un invito a visitare sia il Sinis, che l’isola.
Per chi volesse cogliere l’occasione ricordo che, essendo questo territorio
incluso nell'Area Marina Protetta “Penisola del Sinis – Isola di Mal di
Ventre”, sono vigenti i tre gradi di
protezione previsti, indicanti i relativi divieti, come si evince dalla cartina
sottostante. Per l’isola, in particolare, è specificata sia la balneazione sia la
possibilità di approdo. L'Isola di Mal di Ventre può essere raggiunta
autonomamente con imbarcazioni proprie oppure noleggiando una barca, tramite
diversi operatori che offrono il servizio navetta (semplice o anche il vitto a
bordo). Avendo sottomano un indirizzo ve lo passo:
………………………………………………………………..
Organizzazione Naturavventura
via Frescobaldi n.4 - Lungomare Mandriola
San Vero Milis
09170 Oristano tel.0783/52197 - 0330/803386
…………………………………………………………………
Grazie della Vostra sempre graditissima attenzione.
Mario
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