Oristano 23 Dicembre
2013
Cari amici,
S'Istrumpa,
in dialetto barbaricino, oppure “Sa strumpa” o “Istrumpa”, come denominata in
altri dialetti, indica un tipo di lotta nella quale già i sardi nuragici si
cimentavano millenni orsono. Questo modo tutto sardo di misurare le proprie capacitàcon
l’avversario, questa “prova
di forza e di abilità”, originaria della Sardegna del passato, è recentemente
diventata, dopo il riconoscimento da parte del CONI, un vero e proprio sport.
Ieri sera ad Ollolai ha avuto luogo
la “Ventesima edizione del campionato
nazionale di lotta sarda”, come viene oggi comunemente definita S’Istrumpa,
e che, dopo il riconoscimento ottenuto dal CONI, da parte della Federazione
di S’Istrumpa, opera
all’interno della FILJKAM (Judo, lotta Karatè e Arti Marziali).
"S’Istrumpa"
ha origini molto remote. Il suo nome proviene dal sardo Istrumpare e significa atterrare, gettare a terra l’avversario: una
prova di forza nella quale i sardi si sono misurati da millenni e diventata nel
tempo una consuetudine consolidata, che costituisce oggi un pezzo di cultura
dell'isola. Le sue scarne regole sono state tramandate oralmente, di
generazione in generazione, attraverso la pratica e con i racconti degli
anziani, che trasmettevano alle nuove generazioni le regole ed i segreti della
cultura degli avi. Cultura, quella de s’istrumpa, che qualche studioso ha
definito “archeologia vivente”, basando tale affermazione sui reperti nuragici
trovati: bronzetti ritrovati negli scavi archeologici fatti nelle diverse parti
dell'Isola, tra cui il famoso bronzo dei lottatori di Uta, il più
rappresentativo. Pur non avendo prove certe che questa lotta sia esattamente la
stessa praticata nel periodo nuragico, di certo sappiamo che già in epoca
rinascimentale “S’Istrumpa” era una lotta giocosa che animava le feste
agro-pastorali. Erano prove di forza e di abilità che continuarono ad essere
praticate sino al secolo scorso, anche dai giovani chiamati alla visita
obbligatoria di leva, come testimoniano alcune foto d'epoca degli anni
cinquanta. La competizione prevedeva poche regole, e nei pochi minuti dell’incontro
più che l’abilità contava soprattutto lo spirito di appartenenza. Nei cortili
degli uffici di leva si combatteva in nome del paese: bisognava difendere
sempre e comunque l'onore del proprio paese d’origine e della Sardegna in
generale.
Questo modo sportivo di
confrontarsi, tra gli uomini della civiltà agro pastorale, era così diffuso, che
tutte le circostanze erano buone confrontarsi e sfidarsi. Le occasioni più
propizie per farlo erano i diversi raduni collettivi: le feste campestri, le cerimonie
religiose, le fiere di bestiame, nonché le squadre messe in campo per i lavori
agricoli e pastorali, come la mietitura, la trebbiatura ed in particolare la tosatura
del bestiame. Nei momenti di pausa dalle fatiche della campagna, misurare la
propria forza e abilità con quella degli altri, era quasi una necessità.
Latifondisti e allevatori talvolta si ritrovavano tra i loro servi abili
lottatori, gherradores esperti, abili giocatori di Istrumpa, che nelle disfide diventavano
orgogliosamente i propri “rappresentanti personali”, quando gareggiavano nelle
feste sopracitate.
Originariamente in
questo sport non vi erano vere e proprie regole, come le conosciamo noi oggi.
Di vincolante c'erano solo le posizioni di partenza. In questo tipo di lotta si
partiva da una posizione chiaramente definita: al via dell'arbitro, i lottatori
si portavano in piedi, uno di fronte all'altro. La presa avveniva portando un
braccio sotto l'ascella e l'altro sopra l'omero-spalla dell'avversario; la
guancia destra sfiorava quella opposta, una mano impugnava l'altro polso o
anche l'altra mano dietro la schiena dell'avversario, in modo tale da
stringerlo saldamente. Non era consentita altra forma di presa e non era
permesso combattere lasciando la presa e aiutarsi appoggiando le mani libere
sull'avversario.
I lottatori si affrontavano partendo in parità di condizioni:
per vincere servivano la forza, l'equilibrio e la destrezza. Nel corso della
gara, pur rispettando le regole basilari prima esposte, si faceva ricorso a
qualsiasi tecnica di gamba, trazione, spinta frontale o laterale, sollevamento
da terra e sgambetti; l’importante era cercare, con furbizia, di non perdere
l'equilibrio. Più che la forza fisica contava maggiormente la tecnica: era l’abilità
che riusciva a fare la differenza! In lingua sarda questo connubio di tecnica e
abilità viene definito “trassa”,
cioè un fare abile e astuto insieme, che solo in pochi sono in grado di esprimere.
La lotta viene interrotta quando uno dei due lottatori cade al suolo, evitando
così l'incattivirsi dello scontro.
Pur trattandosi di una
lotta abbastanza impegnativa, questa non era riservata solo ai grandi, ma
praticata anche dai giovanissimi. A questo sport, infatti, era riconosciuta una
valenza educativa: i bambini e gli adolescenti crescevano nella convinzione che
nello sport, come nella vita, non bisognava mai arrendersi, neanche davanti ad
avversari più dotati di forza fisica, constatando che, spesso, ad avere
la meglio non è la forza ma l'abilità,
sa “trassa”, appunto. “S’Istrumpa” insegnava la precisione e il rispetto
rigoroso delle norme e chi barava era malvisto dagli stessi atleti e la sua
vittoria non contava nulla: vinceva chi era stato leale, coraggioso. L’insegnamento
era chiaro, fondamentale, valido anche nella vita pratica: chi sa vincere senza
sotterfugi, chi vince con onore, dimostra di avere “trassa”, abilità, e non ha bisogno
di barare per ottenere la vittoria. Anche nel passato i vincitori non
ottenevano grosse somme di denaro: il premio più grande era il rispetto che ottenevano
davanti alla Comunità.
Soppiantata dai moderni
sport s’Istrumpa vive gli anni dell’oblio: i giovani, che ormai si allontanano sempre
di più dalle professioni dei padri per abbracciare gli studi e vivere in città,
perdono lentamente gli antichi valori e le tradizioni. Dopo essere andata in
declino per molti anni, nel 1985 un gruppo di appassionati decide di
rivitalizzare questa antica lotta organizzando il 1° torneo ufficiale di Istrumpa. Nella fase preparatoria venne
svolta un'indagine presso gli anziani di Ollolai e dei paesi limitrofi per ricavare
tutte le informazioni necessarie, indispensabili all’elaborazione di un
regolamento “moderno”. Ne emerse che della lotta tradizionale, tramandata oralmente
dalle precedenti generazioni, non esistevano regole precise, salvo alcune
basilari; non erano, per esempio, contemplate diverse categorie di peso, né i tempi
di combattimento: i contendenti spesso lottavano senza sosta finché uno dei due
o entrambi, si arrendevano per stanchezza. La vittoria veniva assegnata con due
atterramenti su tre o tre su cinque. Fu stilato un primo regolamento: vennero
istituite le categorie di peso, stabiliti i tempi di combattimento e le norme tecniche
della disciplina. Su questa nuova base, nello stesso anno, venne organizzato il
1° campionato regionale, accolto con
grande favore dal pubblico di molti paesi dell’Isola e che vide la partecipazione
di atleti provenienti da numerosi centri della Sardegna. Nel 1994 fu costituita
la "FEDERAZIONE S'ISTRUMPA"
che nel 1995 fu accolta nella FILC (Federazione internazionale di lotte
celtiche). Infine nel 1997 la "Federazione s'Istrumpa" fu
ufficialmente riconosciuta dal CONI come
disciplina associata alla FILJKAM.
In questi anni, oltre
che ad Ollolai, centro che vanta campioni di alto livello come Franco Columbu, sono
stati organizzati tornei in diversi altri centri dell’Isola, come Fonni,
Sardara, Ozieri, Dorgali, Villamassargia, Villagrande, Oliena, Urzulei, Lanusei,
Sorgono, Tertenia, Tonara, Orosei, Thiesi, oltre a diverse altre “dimostrazioni”
svolte a Baratili, Oristano, Cagliari, Sassari, Nuoro, Desulo, Olbia e Monti. Il
numero delle società affiliate è in crescita, principalmente nei paesi della
Barbagia: Oliena, Villagrande, Urzulei, Lanusei, Tertenia, Dorgali e Nuoro, che
stanno assurgendo a fulcro per la diffusione di questo sport. La
sede della "FEDERAZIONE S'ISTRUMPA" è ad Ollolai (Nu) in via
Sardegna, 62. Web Site: www.istrumpa.it
.
Ieri a Ollolai a fare
da degna “cornice” alla ventesima edizione di questo antico sport, circolava
tra i molti spettatori il recente libro, scritto dal presidente della
Federazione nazionale di questa disciplina ludico-sportiva, Piero Frau, che raccoglie i mille
segreti di questa disciplina e le semplici regole di questo sport che affonda
le sue radici nel passato. Nel libro, dal titolo “S’Istrumpa, manuale storico didattico”, - Alfa Editrice, sono
spiegate in modo interessante sia le
tecniche di base (sas trassas), arricchite da numerosi disegni, che la sua
lunga storia. I lettori attenti potranno curiosamente apprendere alcune
tecniche in uso, tra cui quella del “ghettare
s’anca” all’interno oppure “sa
tzaccadura”, lo schiacciamento, oppure la rotazione laterale, “sa molinadura”. Piero Frau, vero
artefice del rilancio de s’Istrumpa, nel libro ha voluto riportare anche
l’attuale regolamento di questo antico sport, che nelle sue regole stabilisce
le severe modalità del combattimento: tre riprese, dove il lottatore deve
cercare di atterrare l’avversario senza mai colpirlo, provocarlo o deriderlo.
Cari amici, anche al
giorno d’oggi, uno sport antico come S’Istrumpa, è capace, con le sue regole,
di darci lezioni di correttezza, lealtà e rispetto per l’avversario. La
Sardegna, con la sua saggezza millenaria, pur nella lunga tradizione orale, non
scritta, è sempre stata di grande insegnamento alle generazioni future, decantando
l’amicizia, ha un valore immenso, assolutamente superiore a qualsiasi altra
manifestazione affettiva.
Grazie della Vostra
attenzione.
Mario
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