venerdì, febbraio 02, 2024

È ARRIVATO IL CARNEVALE! FESTA CHE IN SARDEGNA NON SI FESTEGGA SENZA IL SUO DOLCE TIPICO FRITTO: LE ZIPPOLE (SAS ZIPPULAS).


Oristano 2 febbraio 2024

Cari amici,

Oggi è la "Candelora" e per Oristano in particolare è festa grande, perchè in questo giorno ricevono il cero benedetto i capi corsa della SARTIGLIA: i Componidoris. Per la città è questo l'inizio del Carnevale! In realtà nell'isola è con l’accensione del fuoco di Sant’Antonio, in calendario il 17 gennaio, che si da ufficialmente inizio al CARNEVALE. È questa una festa molto sentita ovunque, anche se, per noi oristanesi, a dominare il particolare periodo festivo è la SARTIGLIA, la grande corsa equestre con centinaia di anni di storia. Il carnevale oristanese viene festeggiato anche con pantagrueliche tavolate nelle scuderie, ricche di ogni ben di Dio, dove a fine pasto, accompagnate da chilometriche bevute di vernaccia, troneggiano calde e fumanti: le ZIPPOLE!

Le ZIPPOLE, in particolare quelle SARDE (sas zippulas), sono un dolce apprezzatissimo; confezionate in forma allungata, come un serpentello, vengono servite arrotolate, calde e cosparse con abbondante zucchero; questo tipico dolce del carnevale oristanese viene servito appena tolto dal fuoco, caldo e fumante, sempre accompagnato dai classici bicchierini di vernaccia, che vengono bevuti senza sorseggiare (a intullu)! Questo antico dolce fritto ha origini antichissime, che si fanno risalire addirittura alla festa dei LIBERALIA, che gli antichi romani celebravano in onore del dio Liber Pater, un dio particolarmente caro agli agricoltori in quanto considerato protettore della fecondità.

In quei tempi lontani la vita era legata ben più di oggi alla fecondità della terra e le divinità protettrici dell’agricoltura e della pastorizia bisognava ingraziarsele con offerte votive di primizie e libagioni. Per avere raccolti abbondanti, ricche messi e buon vino, si organizzavano feste grandiose in onore delle relative divinità; riti propiziatori come i famosi BACCANALI, descritti da Virgilio nel secondo libro delle Georgiche. Festeggiamenti, pensate, che duravano persino un mese e che si svolgevano proprio nel periodo che noi dedichiamo al carnevale!

Ebbene, in questi lunghi festeggiamenti, a parte le abbondanti libagioni servite a tavola, il vino era utilizzato anche per confezionare dei dolci particolari; si preparava un impasto formato da farina di frumento miscelata con vino e addolcito con il miele; con questo impasto si ricavavano delle frittelle, chiamate “serpule” per la loro forma di serpente acciambellato, che venivano fritte nell'olio e poi servite a tavola. Ecco, pare che proprio da questa antica ricetta siano nate le nostre ZIPPOLE, che il passare del tempo ha fatto magari evolvere, ma non certo dimenticare!

Amici, la tradizione sarda, nel preparare questo antico dolce, si affida alle sapienti e pazienti mani di abili massaie, che, per prepararle nel modo migliore, si impegnano a lungo a preparare l’impasto (fare “sa cariadura”), fino ad ottenere un impasto compatto, duttile ed elastico, né troppo liquido, né troppo solido. Si narra che nei tempi passati le massaie più brave riuscissero a preparare zippulas lunghe più d’un metro, al punto da poterne offrire ai viandanti direttamente dalla finestra! Ecco, per chi di Voi – anziché comprarle in pasticceria – vuole cimentarsi e prepararle a casa, fornisco la ricetta tradizionale.

INGREDIENTI. 1 kg farina di semola di grano duro, 2 uova fresche, 25 g lievito, 0,25 l latte tiepido, 1 bicchiere di acquavite, spremuta filtrata di 3 arance, 200 g zucchero, sale q.b., olio d’oliva q.b.

PREPARAZIONE. Versate in un recipiente (magari l’antica scivedda in ceramica) un po’ d’acqua tiepida e leggermente salata nella farina e iniziate ad impastare; poi aggiungete il lievito e stemperate aggiungendo lentamente il resto dell’acqua. Continuate ad impastare in modo energico, aggiungendo il latte intiepidito, in modo da ammorbidire l’impasto. Ora aggiungete le uova intere e continuate ad impastare fino ad ottenere un composto compatto ed elastico. A questo punto aggiungete un bicchiere d’acquavite e la spremuta d’arancio e continuare a lavorare l’impasto con forza e pazienza, perché non deve essere né troppo liquido, né troppo solido, ma tale da riuscire a passare, poi, senza problemi all’interno di “su canneddu”, uno speciale imbuto con becco largo e lungo manico che dà alle Zippole la caratteristica forma a spirale durante la colatura nell’olio per la frittura. Importante. Prima di friggere, lasciate lievitare l'impasto per almeno un’ora in un luogo caldo.

A questo punto, mettete sul gas un recipiente alto con l’olio e quando inizia a fumare, usando “su canneddu”, colate l’impasto con attenzione, muovendo il braccio per creare un serpentello; la temperatura dell’olio deve essere tenuta costante. Bastano pochi minuti affinché le Zippole diventino di un bel colore bruno dorato; a questo punto toglietele dall’olio, scolatele per bene e adagiatele su carta assorbente. Spolveratele con lo zucchero e servitele ancora calde, accompagnate da un bel bicchiere di vernaccia.

Cari amici, io Vi invito davvero a provare! Sono certo che ne ricaverete una bella soddisfazione! Ora Vi auguro Buon appetito e Buon Carnevale!

A domani.

Mario

 

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