Oristano 7 febbraio 2024
Cari amici,
La tecnologia continua ad
avanzare con passi da gigante. Nel settore delle telecomunicazioni, dopo le grandi novità
portate dal 5G, siamo ora arrivati alla fase successiva: quella del 6G, che
è già in cantiere nei laboratori di tutto il mondo. Ci stanno lavorando ad
esempio i Nokia Bell Labs da più di tre anni, anche in seno al progetto europeo
Hexa-X (che vede coinvolti TIM, Politecnico di Torino e Università di Pisa), ma
anche un grande gruppo di lavoro cinese composto da diversi dipartimenti
governativi e 37 università, istituti di ricerca e imprese locali.
Il lavoro in corso è
frenetico: la fase progettuale è oramai alle ultime battute e entro il corrente
anno la rete mobile 6G (di sesta generazione), inizierà a trasmettere i
primi segnali ad una velocità impressionante: sino a un terabyte al secondo. Ma
i suoi vantaggi vanno ben oltre. Non è, infatti, solo una questione di
velocità, che comunque è straordinaria, essendo fino a 50 volte superiore
all’attuale standard 5G, ma comporterà una vera e propria rivoluzione nell’uso
dei cellulari, che riceveranno il segnale ovunque, anche in galleria.
Amici, sembra
incredibile, ma cambierà davvero tutto! Spariranno le celle telefoniche
(le antenne che propagano il segnale radio da zona a zona) che sinora ci hanno
accompagnato in ogni parte del mondo e sarà possibile navigare e telefonare
ovunque, senza rallentamenti o interruzione del segnale. Insomma, con ironia
potremo addirittura dire che non potremo più chiamare il nostro telefonino “cellulare”,
perché non si servirà più delle celle telefoniche per ricevere e trasmettere!
Il 6G. la nuova
straordinaria rete mobile, immensamente più potente della precedente, sarà un nuovo
e più forte network senza fili sul mercato. Al momento non sostituirà
la fibra ottica, che trasmette via cavo, che risulta, per ora, ancor più
veloce e stabile, anch’essa in continua evoluzione. La nuova, potente rete 6G
opererà in forte integrazione con l’intelligenza artificiale, per cui darà un
impulso decisivo alla guida autonoma, che opererà dialogando in continuazione con
le costellazioni di satelliti.
Che dire poi, dell’ausilio
che darà all’utilizzo della realtà virtuale, aumentata ed estesa, in
un’esperienza sensoriale e condivisa mai raggiunta! Potrà beneficiarne anche l’industria
5.0, contribuendo a generare posti di lavoro e nuove professioni. Persino
l’ambiente dovrebbe beneficiare, perché il nuovo standard di comunicazione
consuma meno e riduce l’inquinamento elettromagnetico. Con la dovuta prudenza,
il 6G si annuncia quindi come un’evoluzione epocale.
Il suo lancio, previsto
per il corrente anno, avrà pienezza di utilizzo entro il 2030, anche se già
oggi le sperimentazioni (soprattutto negli Stati Uniti e in Cina) stanno dando
risultati sorprendenti. Non è un caso che Pechino, battendo tutti i
concorrenti, abbia lanciato in orbita il primo satellite dedicato alle
comunicazioni in 6G. E in Italia a che punto siamo con il 6G? L’Italia,
sempre attenta, si muove con capacità e determinazione.
Alla Scuola Superiore
Sant’Anna, con il programma Deterministic6G, è iniziata la progettazione
di robot ed esoscheletri di nuova generazione compatibili con il nuovo standard
e capaci di operare a distanza anche in luoghi dove non esiste una rete via
cavo. L’Unione europea ha destinato 900 milioni di euro entro il 2027. La
Commissione UE ha annunciato il 19 ottobre scorso i 27 progetti che riceveranno
un finanziamento di 130 milioni per la ricerca sul 6G in Europa. Inoltre
Bruxelles sta lavorando, con gli Stati Uniti, alla nascita di uno standard
condiviso, mentre i colossi dell’informatica e delle telecomunicazioni stanno
studiando dispositivi capaci di sfruttare la potenza della nuova autostrada
wireless.
Amici, il 6G scalda i
motori per rivoluzionare anche la telemedicina. In futuro, il medico potrebbe
non solo monitorare da remoto lo stato del paziente, ma anche interagire
fisicamente tramite l’ausilio di robot, in particolare quelli indossabili. Secondo
il professor Emilio Trigili, ricercatore all’Istituto di Biorobotica
della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, alla domanda: “Quali potrebbero
essere i benefici per la medicina? Ha così risposto.
“Sebbene il progetto del
6G si focalizzi principalmente sulle applicazioni industriali, i potenziali
benefici nel campo medico potranno essere molteplici, soprattutto per quanto
riguarda la teleoperazione. Per esempio, un problema molto sentito nell’ambito
della riabilitazione è quello della difficoltà nel garantire la continuità
della cura, ovvero un processo che assista il paziente dal ricovero in clinica
fino alla vita di tutti i giorni. Oppure, un medico potrebbe tele-operare con un
robot chirurgico, con la sicurezza che lo scambio di informazioni tra i due
sistemi avvenga con ritardi di comunicazione minimi tali da garantire
un’interazione fluida e realistica”.
Cari amici, indubbiamente
il 6G cambierà molte cose nella nostra vita di tutti i giorni; dalla velocità
delle comunicazioni alla nostra “casa smart”, dalla rivoluzione nel lavoro, alla
cura della salute e dell’ambiente. Chi vivrà vedrà!
A domani.
Mario
Nessun commento:
Posta un commento