giovedì, febbraio 08, 2024

UNA NUOVA, PERICOLOSA TRUFFA GIRA SU INTERNET: LA “TRUFFA DEL POLIZIOTTO”. UN INSIDIOSO SISTEMA PER RUBARE I DATI PERSONALI.


Oristano 8 febbraio 2024

Cari amici,

Che navigare nel Web sia come attraversare una foresta pericolosa, lo possiamo toccare con mano tutti i giorni. Non passa giorno che i numerosi cybercriminali non cerchino di “fregare la buona fede” dei diversi utenti, con lo scopo di appropriarsi dei loro i dati sensibili, le password, e quant’altro per depredarli, come facevano una volta i banditi con i poveri viandanti che a piedi o in carrozza attraversavano titubanti e impauriti i boschi o i sentieri fuori dai centri abitati.

Sono tante le truffe in essere nel Web, che vanno da Phishing, al vishing, dallo smishing agli accessi abusivi ai nostri dati personali, dallo spoofing all’insidiosa “truffa del poliziotto”, truffa di cui voglio parlare con Voi oggi. Ecco come funziona. Il primo messaggio che arriva è la “Notifica di false indagini a carico del malcapitato di turno”, a cui segue la richiesta di dati sensibili (seguite poi anche da richiesta di somme di denaro).

Questa truffa, ribattezzata, appunto, "truffa del poliziotto", è combinata bene: è un tranello in cui è facile cadere, per chi riceve questi avvisi, perché di norma, questa è persona abbastanza impressionabile o poco informata. Fingendosi degli agenti, i cybercriminali riescono in poco tempo a far cadere il malcapitato nella trappola, ottenendo ciò che vogliono. Svelare l'inganno, tuttavia, non sarebbe così difficile, usando un po’ di attenzione.  Ma vediamo meglio le varie fasi, nelle quali si concretizza il tentativo di raggiro.

Inizialmente alla vittima designata arriva una pseudo-comunicazione apparentemente proveniente dalla polizia giudiziaria, in cui la si informa di una non precisata convocazione in tribunale. Alla mail è addirittura allegato un falso atto giudiziario, che attesta che nei suoi confronti è in corso un'indagine giudiziaria per il pericoloso reato di "pornografia infantile, pedofilia e pornografia cibernetica"; essendo questa imputazione qualcosa che fa rizzare i capelli a chiunque, è ovvio che al malcapitato di turno viene il freddo!

Si, amici, in realtà è una truffa davvero ben congegnata, che gioca molto sullo stato d’ansia che un ipotetico provvedimento di questo tipo crea, in quanto va a toccare un argomento davvero spaventoso, che metterebbe in allarme chiunque. A rendere ancor più credibile la comunicazione, il foglio allegato porta anche il logo del Ministero dell'Interno e la firma, in calce, del capo della polizia e "direttore generale della pubblica sicurezza"! Facile, dunque, per un soggetto con poca esperienza di Web, cadere nella rete.

Il messaggio, tra l’altro, risulta perentorio: la vittima viene invitata a contattare tempestivamente il mittente entro il termine di 72 ore, rispondendo alla mail e inviando i propri dati, evidenziando anche le possibili giustificazioni da dare, in merito alle accuse a lui rivolte. È un piano che spesso fa centro, perché il malcapitato, molto impaurito, fornisce proprio quanto i cybercriminali chiedono: i dati personali, che poi verranno usati, magari sul Dark Web, per congegnare altre truffe. Oltre a fornire i dati personali la vittima, spesso, aderisce anche a “pagare” somme di denaro, giustificate da una sanzione per la violazione effettuata.

A pensarci bene, accorgersi di essere di fronte a una truffa di questo tipo non è così difficile. Chi appena conosce il sistema giudiziario, sa bene che, se l’accusa di cui parla il messaggio fosse vera, mai e poi mai la persona indagata per reati come la pedofilia o la pornografia infantile, verrebbe avvisata di un’indagine in corso! Ancora più fantasiosa e inverosimile la possibilità di “fornire giustificazioni e la possibilità di riparare pagando una multa”!

Amici, nessun apparato giudiziario, dinanzi a delle pesantissime imputazioni come quelle prima evidenziate, manderebbe una comunicazione via e-mail ad un indiziato! Per cui, in caso di ricezione di tentativi di truffa similari, risulta essenziale mantenere la calma e riflettere, prima di cedere i propri dati personali oppure inviare somme di denaro. L’unica cosa da fare è mettersi in contatto con Polizia o Carabinieri, mostrare quanto ricevuto, per cercare di arrivare, ove possibile, agli autori. È questo anche il consiglio – sempre fornito - dalla Polizia, quella vera!

Cari amici, come ho occasione di ripetere spesso su questo blog, il mondo di Internet è una grande, pericolosa foresta, con tanta positività e altrettanta negatività. Un vasto mondo dove possiamo trovare notizie utili per avere informazione, lavoro, intrattenimento, comunicazione, svago, ecc., ma allo stesso tempo è anche un luogo (virtuale) dove si nascondono malviventi alquanto furbi, con buone capacità operative, con le quali essi cercano di “prendere all’amo” i navigatori meno furbi e meno esperti. Perciò, amici lettori, MASSIMA ATTENZIONE, perché, come dice il proverbio, FIDARSI È BENE, MA NON FIDARSI È MEGLIO!

A domani.

Mario

Nessun commento: