Oristano 20 dicembre 2022
Cari amici,
"INVIDIARE", un verbo da sempre tanto in uso! Invidiare un altro, per
come è, per cosa possiede, è un comportamento che affonda le sue radici nel
tempo. A causa di INVIDIA è morto pure Abele, ucciso dal fratello Caino, come ci racconta
la Bibbia. Insomma, stiamo parlando di quel deteriore sentimento umano che
annebbia l’uomo, tanto che la stessa religione cattolica considera l’invidia uno dei 7 “VIZI
CAPITALI”. Questo egoistico sentimento umano nasce in età precoce, tormenta fin
dall’infanzia e dall’adolescenza, quando il confronto con gli altri, necessario
alla costruzione dell’identità, appare frustrante, ritenendosi inferiori nel
confronto, e di conseguenza, producendo una sensazione di inadeguatezza e di
rabbia.
Ciò fa nascere nella
persona invidiosa il desiderio di riuscire ad avere quello che l’altro ha e che
a lui manca; questo desiderio insoddisfatto viene trasformato in un sentimento
negativo nei confronti della persona che ha ciò che noi non abbiamo, che
consideriamo un rivale da combattere. Col passaggio all’età adulta, con l’evoluzione
della personalità, l’individuo invidioso può, con grande lucidità, riconoscere il
proprio errore e lentamente arginare l’invidia che lo avviluppa, attraverso la
costruzione di un Sé maggiormente sicuro, un Sé che non vede più gli altri come
una minaccia, e, di conseguenza, si impegna a realizzare gli obiettivi da raggiungere attraverso
le proprie risorse.
Amici, purtroppo l’egoismo
e l’egocentrismo dell’uomo non consentono facilmente di riconoscere i propri
errori e, proprio per questo, di invidia si può anche perire! Se la nostra capacità
interiore non ci consente di riconoscere le reali qualità dell’altro, ritenuto, solo in apparenza “migliore” di lui, in quanto questo, per emergere, si pensa ricorrera a qualche trucco
disonesto; allora l'invidioso cova nel suo pensiero la rivincita: se l’altro ha qualcosa
che lui non riesce ad avere, cerca lo stratagemma perché non lo abbia più. Insomma,
nel percepire che l’altro appare “migliore di lui”, la conseguenza è che la sua
posizione ne viene sminuita, per cui l’altro costituisce una reale minaccia. L’invidioso
allora getta ombre sull’invidiato, con l’obiettivo inconscio di recuperare il
suo valore sminuito dall’altro.
Quali, dunque, i segni
distintivi dell’invidia? Come scrive lo psicologo Enrico Maria Secci, in Blog
Therapy, lo scrittore Jon Elster nel suo libro “L'IO MULTIPLO” (Feltrinelli 1991)
ha individuato i principali segni caratteristici dell’invidia: in primis si adotta un
atteggiamento duramente critico, censorio, nei confronti dell'altro, si
giustificano i successi degli altri in quanto ritenuti derivati da fattori esterni, si ricorre
al pettegolezzo o al sabotaggio indiretto per sminuire la persona “rivale”. Tutto questo, però,
comporta delle conseguenze importanti sull’equilibrio psicologico dell’invidioso,
che risultano anche abbastanza gravi, in quanto vengono disperse tutte le sue risorse,
sprecate contro un nemico immaginario e, allo stesso tempo, bloccano le sue
potenzialità verso un’affermazione personale autentica. Per questo, nel lavoro
in psicoterapia, elaborare i sentimenti di invidia e “liberarsene” è spesso un
fatto catartico per i pazienti.
Secondo Alessandro
Morandotti (1980), “l’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre” e si
tratta di un logorio lento, punteggiato di piccole cattiverie, maldicenze,
insinuazioni, rabbia, ostilità, ossessione. E, poiché è vero che “l’invidia è
una terribile fonte di infelicità per moltissima gente” (Russel, 1960), forse è
meglio non lasciarsene sopraffare, fermarsi, provare a capire da soli da dove
venga un sentimento così violento e superarlo se necessario con l’aiuto di un
esperto.
Cari amici, come sostiene
lo psicologo Enrico Maria Secci, l’invidia è un sentimento molto umano, ma
anche molto pericoloso, che può trasformarsi in nevrosi distruttiva. È necessario,
perciò, evitarlo, affrontando nella giusta misura questo sintomo di
disequilibrio che accomuna di frequente soggetti con bassa stima di sé,
depressi, psicotici e con disturbi di personalità.
A domani, amici.
Mario
1 commento:
Che bel blog amico Mario! Seguirò coCaglarin costanza le interessanti informazioni/riflessioni che quotidianamente ci offri.
Mario Cantini da Fidenza (PR), nato a Cagliari.
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