Campidoglio |
Oristano 31 ottobre 2021
Cari amici,
Chiudo i post di ottobre parlando di cattiva amministrazione. Non è certo un argomento nuovo, ma quello che succede a Roma e che sto per raccontare, merita di essere fatto conoscere. Il Comune di Roma di immobili da dare in
locazione, in specie alle categorie meno abbienti, ne ha una
bella serie, se pensiamo che la cifra rimasta da incassare dai canoni di
locazione è calcolata in oltre 1 miliardo di euro! Un tesoretto consistente ma
solo apparente, in quanto questo miliardo di euro è il “monte dei crediti” che l’Amministrazione
capitolina vanta nei confronti di persone che non pagano o non hanno mai pagato
nulla, seppure occupino legittimamente
un alloggio comunale. Un vero peccato, considerato che di questo miliardo ben
481milioni sono già stati considerati non più esigibili.
Col trascorrere del
tempo, come ben sappiamo, i crediti da riscuotere diventano sempre più
problematici, e ormai l’Amministrazione comunale ha perso le speranze, tanto che non
prova nemmeno a riscuoterli. Vengono
considerati “irrecuperabili”, in quanto i primi atti interruttivi della
prescrizione sono stati inviati solo a febbraio 2011, perché in precedenza
nessuno aveva fatto nulla per mettere in sicurezza i crediti non riscossi. Pensate
che certe posizioni possono essere definite mostruose, trattandosi di inquilini
morosi per cifre importanti, una addirittura per 237mila euro. E sapete qual è la
cosa più riprovevole? Che in gran parte non si tratta di persone indigenti, visto
che in un caso fra i tanti un inquilino moroso dichiarava un reddito annuo di
98mila euro! I casi sono tanti, ma uno che racconto può far riflettere molto.
Via S. Giovanni in Laterano |
In un alloggio posto in
zona pregiata, quella di San Giovanni in Laterano, abita una signora che, con
un nome di fantasia chiameremo Giulia. Questa signora Rosa, benestante, in
quanto con redditi pari a 68mila euro l’anno, è da più di trent’anni che d’iniziativa
ha deciso di non pagare più l’affitto all’Amministrazione comunale. Entrò nell’appartamento
nel 1978, subentrando ad una zia a cui era stato assegnato l’alloggio. Da
allora il debito, di rata in rata, è cresciuto fino ad arrivare a sfiorare i
100 mila euro. Interpellata sul motivo del mancato pagamento alle casse del
Comune ha dichiarato: «Perché non pago? Qui tutti i lavori di ristrutturazione
li ho dovuti fare di tasca mia. Dai pavimenti agli infissi, dalle porte, a tutto
il resto. L’Ater (l’Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica
della provincia di Roma), non è mai venuta nemmeno quando è crollato il
soffitto sulla testa di mia figlia piccola, per cui non pago».
Piazza Navona |
Anche tanti altri morosi sono
sulla stessa lunghezza d’onda. Il mantra è sempre il solito, lo raccontano
tutti gli inquilini morosi: «Poiché il Comune non fa manutenzione ci arroghiamo
il diritto di non versargli un euro». Nell’anagrafe degli inquilini si scoprono
cose incredibili. Come il signor MDL titolare di alberghi a Capri e in Val
D’Aosta, ma assegnatario di un alloggio popolare a Roma così come GA noto
proprietario di una catena di supermercati che nonostante le sue ville sparse
tra Palermo e Trapani ha avuto bisogno di una casa popolare nella capitale. Poi
ci sono quelli che pur abitando in zone assolutamente centrali come Piazza
Navona, il Lungotevere, i Fori Imperiali, etc. hanno la fortuna di un affitto
concordato a pochi euro.
Via del Gonfalone |
In via del Gonfalone, a
pochi metri da Castel Sant’Angelo il signor Agostino paga 42 euro al mese per
un bilocale. Era il badante della vecchia assegnataria e dopo la sua morte ha
preso il suo posto. Si schermisce, sminuisce il valore immobiliare della zona.
«Ma no, questa è una brutta zona, ormai interdetta ai più. Lo stesso
appartamento era un fienile, se lo vede carino è perché l’ho sistemato io nel
tempo». Per un monolocale a 50 metri da casa sua, sempre al piano terra,
un’agenzia immobiliare chiede 900 euro al mese. E mentre parliamo è un via vai
di turisti con il trolley. «Non ho paura dello sfratto, ho 75 anni, qui abito
da una vita e potrei anche avere patologie che impediscono di mandarmi via».
Cari amici, quelli
segnalati sono solo degli esempi, in quanto i casi reali sono centinaia, forse migliaia,
che fanno rabbia soprattutto a chi da tanto tempo avrebbe davvero diritto ad
una casa (sono 13.500 quelli in lista d’attesa
per un alloggio pubblico) per le condizioni economiche. Il problema ancora più
serio è che nei grovigli di una simile situazione, si è inserita la criminalità
organizzata. Secondo gli inquirenti e le forze dell’ordine ci sono interi
quartieri come San Basilio e Acilia dove i clan (per lo più Spada, Bevilacqua e
Moccia) organizzano le «assegnazioni» degli alloggi popolari per gestire al meglio
il traffico e lo spaccio di droga. Anche quello degli “strani affitti” a Roma,
è un serio problema che Roberto Gualtieri, neo sindaco di Roma, dovrà affrontare.
A domani.
Mario
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