domenica, ottobre 24, 2021

NELL’ULTIMA DOMENICA DI OTTOBRE SI TORNA ALL’ORA SOLARE. SPOSTEREMO LE LANCETTE INDIETRO DI UN’ORA E STAREMO A LETTO UN PO’ DI PIÙ.




Oristano 24 ottobre 2021

Cari amici,

Questa è l'ultima domenica con in vigore l'ora legale. Nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre torneremo all’ora solare, abbandonando ancora una volta l’ora legale. Sposteremo le lancette dell’orologio indietro di 60 minuti, dalle ore 03 alle ore 02, guadagnando in questo modo un’ora di sonno in più. L’ora solare resterà attiva fino all’ultima settimana del mese di marzo 2022, ovvero fino alla notte fra sabato 26 e domenica 27 marzo 2022, quando si rifarà, ancora una volta, il cambio. Insomma da anni continua il valzer dei cambi, nonostante l’Europa avesse dichiarato l’intenzione di porvi fine.

Si, amici, l’Europa aveva deciso di intervenire per mettere fine al passaggio stagionale tra ora legale e solare, ma, nonostante le buone intenzioni, per ora è tutto fermo. A fine agosto 2018 l’allora Presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, avviò la proposta legislativa per l’abolizione del cambio dell’ora, ma non fu facile trovare l’accordo tra gli Stati. Successivamente è arrivata la Commissione Von der Leyen, poi la pandemia, e tutto è rimasto nel cassetto.  

“La proposta – ha spiegato un funzionario Ue – è stata discussa l’ultima volta in Consiglio nel dicembre 2019. Poiché la decisione sul cambio dell’ora ha così tante ramificazioni, molti Stati membri hanno ritenuto che sarebbe necessaria una valutazione d’impatto prodotta dalla Commissione prima di poter prendere posizione. Un’altra questione che è stata spesso menzionata è stata la necessità di un coordinamento tra Stati membri confinanti, per evitare un mosaico di fusi orari diversi se rinunciassimo al sistema attuale”.

Il meccanismo di “cambio dell'ora”, amici, ci accompagna ormai da decenni, tra spinose, infinite polemiche, in particolare tra Stati del Nord Europa e Stati del Sud. Una soluzione, comunque, dovrà essere trovata, anche se il Parlamento europeo prende ancora tempo. Tra i fautori dell’introduzione dell’ora legale e quelli che vorrebbero evitare i cambi semestrali, in effetti si ragiona in modo diverso. I primi insistono in particolare sul risparmio energetico portato dall’ora legale, i secondi calcano la mano sui danni alla salute creati dal cambio di fuso orario.

Circa il risparmio energetico che l'ora legale comporta, Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale ha calcolato che con l'ora legale in Italia nel 2020 i è avuto un risparmio pari a 400 milioni di kWh (quanto il consumo medio annuo di elettricità di circa 150 mila famiglie), un valore corrispondente a minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro". Lo scorso anno, tra l’altro, i valori sono stati fortemente influenzati dalla complessiva riduzione dei consumi energetici, dovuta alla chiusura delle attività per effetto dell'emergenza sanitaria da Covid-19. Dal 2004 al 2020 Terna ha rilevato che il minor consumo di elettricità per l'Italia, dovuto all'ora legale, è stato di circa 10 miliardi di kilowattora e ciò ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro.

Circa il problema della nostra salute, invece, lo spostamento di un'ora avanti oppure indietro delle lancette dell’orologio in occasione del passaggio all'ora solare o all'ora legale, comporta degli effetti importanti sul nostro organismo e sulla nostra salute. La Prof.ssa Carolina Lombardi, Responsabile del Centro Medicina del Sonno - Lombardia - U.O. Cardiologia - Auxologico San Luca, specialista in Medicina del Sonno, in alcune interviste rilasciate ha dichiarato che “Il nostro organismo è progettato per seguire in modo uniforme e costante i ritmi circadiani fisiologici (ritmi cioè caratterizzati da un periodo di circa 24 ore) e il rispetto di tempistiche coerenti con il ritmo ambientale, che seguano l’alternarsi naturale della luce e del buio”.

Il mancato rispetto di questi “ritmi naturali”, dice la professoressa,  crea scompensi anche importanti, tanto che ogni variazione, anche di una sola ora, come avviene con il passaggio da ora legale a ora solare e viceversa, può influenzare la secrezione di ormoni e la qualità del sonno e della veglia. Il rispetto o meno di questi ritmi naturali ha inoltre effetti sensibili sulla pressione arteriosa e la frequenza cardiaca. Sicuramente, quindi, avere dei ritmi più costanti tutto l’anno, dal punto di vista della nostra salute, può essere certamente vantaggioso.

Nel corso delle interviste la Dottoressa Lombardi, entrando nei dettagli, ha detto anche che le persone che hanno di norma problemi con il sonno, trovano ulteriore difficoltà nei cambi dall’ora solare a quella legale e viceversa.  Inoltre è stato rilevato anche un aumento sensibile della difficoltà di concentrazione. Anche sul cuore questi “cambi” producono effetti negativi. Diversi studi, soprattutto nordeuropei, hanno evidenziato una correlazione tra il passaggio da ora solare a ora legale e le patologie cardiache. In particolare uno studio dell’Università di Stoccolma ha riportato un'incidenza del 4 per cento in più di attacchi cardiaci nella settimana successiva all’introduzione dell’ora solare, in prevalenza nelle persone più anziane.

Infine, vengono rilevati effetti negativi anche sull’umore: con l’ora legale, infatti, fa buio prima e l’esposizione alla luce solare appaiono fondamentali da tutti i punti di vista: per il metabolismo dell’osso; per la regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia; per il nostro umore. Nei Paesi dove si passano molti mesi all’anno in condizioni di bassa luminosità, sicuramente si ha anche un tasso maggiore di disturbi dell’umore soprattutto in senso depressivo.

Cari amici, che dire dunque? Aboliamo il passaggio semestrale da ora solare a ora legale e viceversa? Personalmente sono per il mantenimento di un unico orario, ma che possibilmente coinvolga il maggior numero di Paesi nel mondo, non solo quelli che fanno parte della Comunità Europea.

A domani.

Mario

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