sabato, aprile 27, 2019

RICICLARSI IN ETÀ SENILE: L’ESEMPIO DI STEFANO PIBI, UN SARDO OVER 50 CHE DA MANAGER SI È TRASFORMATO IN IMPRENDITORE ALIMENTARE DEL PANE.


Oristano 27 aprile 2019
Cari amici,
C’è da dire che, per i tempi che stiamo vivendo, lasciare di propria iniziativa il posto fisso, in particolare se di alto livello e ben retribuito, non è cosa facile! Oggi, che la precarietà non è più un'eccezione ma è diventata la regola, tenersi stretto un buon posto di lavoro è il sogno di tutti. Eppure c’è qualcuno che, per appagare un suo bisogno interiore, magari coltivato nel cuore fin da bambino, è disposto a farlo ed è pronto a lasciare tutto per ricominciare da capo la propria vita.
Uno di questi particolari personaggi è un sardo, nato a Cagliari, che di nome fa Stefano Pibi e che, prima di avviare, a 50 anni suonati, un’attività di panificazione, svolgeva, da ingegnere, un lavoro interessante e ben retribuito. Lavoro che, dopo lenta riflessione ha lasciato, gettandolo alle ortiche, per poter realizzare un suo grande sogno coltivato fin da bambino: occuparsi di gastronomia, in quanto da sempre appassionato di cucina.
La storia di Stefano è da considerarsi, sotto certi aspetti, straordinaria e innovativa, e credo valga la pena di essere raccontata. Innovativa in primo luogo per il fatto che per un sardo l’abbandono del posto fisso per mettere in piedi un’attività commerciale non è un fatto consueto. La mentalità imperante, nel nostro DNA di sardi, non è proprio votata al rischio, né all’associazionismo, in quanto il nostro individualismo ci porta ad isolarci e ad evitare di lavorare in gruppo. Stefano, però, è riuscito a superare tutto questo: vediamo in che modo.
Stefano Pibi, nato e dimorante a Cagliari, ha oggi 52 anni. Appassionato fin da bambino di enogastronomia, da studente all’università di Tor Vergata a Roma, per mantenersi agli studi lavorava come cameriere e come aiuto in cucina in un ristorante di Frascati. Lui fin da allora adorava stare ai fornelli, miscelare sapori e profumi, sperimentare nuove ricette, dimostrando di avere una capacità innata. Una volta portati a termine gli studi, laureatosi in ingegneria elettronica con il massimo dei voti, iniziò subito a lavorare da ingegnere per una società della penisola, passando poi alla Saras. Nel 2007 fa un salto ancora più importante: passa a Tiscali, dove diventa responsabile commerciale.
Indubbiamente una carriere brillante la sua, anche se interiormente non si sente abbastanza appagato. Nel 2013, avendo in cuor suo mantenuto sempre il pallino della ristorazione, parlando con un’amica della panificazione fatta con il lievito madre, viene assalito da una folle idea: rimboccarsi le maniche e dedicarsi alla sua passione interiore: provare a realizzarsi proprio nel campo della panificazione, utilizzando il lievito madre e cercando di rifare il pane buono come una volta. L’idea lo perseguita e, dopo una seria riflessione, alla fine abbandona il lavoro di manager per iniziare una nuva avventura.
Senza avere troppa fretta, dal 2013 al 2016, giorno dopo giorno, matura la convinzione che il pane buono come una volta si può ancora fare, utilizzando proprio gli ingredienti del passato: grano di qualità, lievito madre e giusta cottura come una volta. Dopo i primi “esperimenti casalinghi” fatti per sé, inizia a farlo conoscere e mangiare agli amici che ne restano entusiasti. Ed ecco che Stefano capisce che il tempo è arrivato: lascia senza rimpianti il suo lavoro manageriale di ingegnere per diventare imprenditore del pane, ma di quello buono, quello di una volta, di cui è conscio che una certa nicchia di mercato esiste, eccome!
Certo, decidere di passare dai segreti dell’elettronica a quelli della lievitazione e della panificazione, non è certo un passo semplice da fare, essendo i due mondi, due universi lontanissimi tra loro, ma Stefano non ha paura di volare alto. Con grande coraggio lascia il posto sicuro, il futuro assicurato per la famiglia, e, a 50 anni suonati molla tutto, attrezza e apre un piccolo locale in viale Colombo a Cagliari, davanti al molo Ichnusa, dove Luna Rossa stava iniziando a preparare la nuova America’s cup. Lo chiama “Pbread Natural Bakery”, giocando con il suo cognome e la parola pane in inglese.
Reinventarsi bakery chef, esperto nella panificazione a 50 anni, deve avergli creato certamente una certa preoccupazione, ma quando ciò avviene per soddisfare un bisogno interiore conservato nel cuore fin da bambino credo che si ri riesca a superare facilmente. Oggi, nella sua nuova attività, Stefano sforna non solo pane, ma anche prodotti di pasticceria e pizze.
A chi gli chiede se è soddisfatto della scelta di aver mollato tutto per realizzare qualcosa che lui certo considera un punto d’arrivo, con un sorriso risponde: «Un punto d’arrivo? No di certo, questo è solo un punto di partenza; il mio è un progetto ben più ampio, internazionale, in quanto “Pbread Natural Bakery”, è solo il primo di tanti altri punti che verranno in seguito. Sono partito da Cagliari, ma non voglio certo fermarmi qui. L’obiettivo è creare un’impresa in giro per il mondo, che poi sia qualcosa di solido e importante da lasciare ai miei figli».
Il suo locale Pbread di Cagliari è già ben frequentato. La zona è centrale ma tranquilla. Stefano accoglie la gente come se fossa a casa sua; serve con un sorriso al banco tapas, panini, pizze. La gente può anche mangiare lì, a tutte le ore: dalla colazione alla cena. Sceltissimi i prodotti sardi che Pibi utilizza, con le farine ovviamente in primo piano. Farine ricavate dal Grano Capelli di Tuili, o dai grani dimenticati sardi, circa 60 tipi, che arrivano dall’azienda Sa Laurera di Villanovaforru; accompagnati da tanti altri saporiti prodotti sardi, come i salumi di Michelangelo Salis, di Ploaghe, i formaggi dell’Agricola S’Ungrone di Bonarcado, l’olio di Escolca e di Seneghe o la bottarga di Cabras.
Cari amici, l’iniziativa di Stefano Pibi è sicuramente una delle più interessanti della gastronomia sarda, tanto che il suo “Pbread natural bakery”, è stato inserito dal Gambero Rosso nella mappa dei migliori panifici di ricerca italiani, unico sardo presente nella lista. Credo che tutti i sardi dovrebbero prendere esempio da Stefano Pibi, giovani e meno giovani, perché il futuro, con i tempi che corrono, sta proprio nell’innovazione e nella ricerca.
A domani.
Mario


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