Oristano
25 Aprile 2019
Cari amici,
Seppure col tempo abbia
cambiato pelle, l’ANAP è presente e opera in Sardegna dal 1963. Quando io ho
conosciuta questa struttura professionale era il 1964; ero fresco di diploma all’Istituto tecnico per
ragionieri e, diversi miei compaesani che non avevano studiato alle scuole
superiori iniziavano a frequentare questa scuola per trovare un lavoro migliore e più qualificato. Scopo di questo istituto, infatti, era quella di provvedere
alla formazione dei giovani disoccupati, indirizzandoli a professioni specializzate, come
elettricista, radiotecnico, e diverse altre attività qualificate. La sua sede era all'uscita di Santa Giusta.
Anche oggi, dopo oltre
mezzo secolo di attività, le attuali sedi dell’ANAP operano nell’ambito di
programmi formativi, emanati dalla Regione Autonoma della Sardegna e/o dall’Unione
Europea. Come in tutte le attività formative, nel tempo ci sono stati periodi aurei e
altri meno, tuttavia in 50 anni di attività l’Ente ha qualificato oltre 7.000
giovani, molti dei quali si sono ben inseriti nel mondo del lavoro.
Inizialmente la sede fu quella di Santa Giusta, a due passi da Oristano, ora
invece, la sede centrale è in città, ad Oristano, in Via Cagliari 177, anche se conta altre sedi staccate in diversi punti dell’isola.
Oggi l’ANAP Sardegna è
un’Agenzia di formazione qualificata, inserita nell’elenco regionale dei soggetti abilitati a
proporre e realizzare interventi di formazione professionale, con codice di
iscrizione: X00004. Se in passato, come detto, la presenza dei Centri di
formazione professionale ANAP permise a migliaia di giovani di qualificarsi e
inserirsi nel mondo del lavoro, non va certo dimenticato l'importante ruolo di
sviluppo che questi centri ebbero nel contesto socio-economico del territorio della
nostra isola.
Oggi l’ANAP, come anche
gli Enti abilitati alla formazione, ha dovuto aggiornare sistemi e programmi
di studio, adeguandoli a quelli che l’inserimento dell’Italia in Europa
prevede. Su questa linea, di recente, questo Ente ha dato il via alle iscrizioni a importanti nuovi corsi; trai i più significativi, inseriti nel programma “Il tuo futuro si chiama Sardegna”, quelli che prevedono un anno di formazione a
quei giovani che, seppure con tanta voglia di lavorare, vogliono rimanere
nell’Isola e operare in particolare nel turismo.
L’operazione, denominata “FOR-MARE E DINTORNI”, ha previsto 3
specializzazioni: Turismo eno-gastronomico, turismo culturale e turismo
museale. I corsi sono finanziati dalla R.A.S. e co-finanziati al 50 per cento
con fondi dell’Unione Europea. Sono partiti a metà aprile e si concluderanno tra
un anno: ad aprile dell’anno prossimo. Non sono a conoscenza dei dati di
partecipazione, ma sono certo un bel gruppo di giovani, interessati a trovare
un’occupazione o a varare una nuova impresa nei settori del turismo e
dell’ambiente, hanno chiesto d partecipare.
Questi corsi, infatti, consentono
di preparare il personale che si dovrà occupare della valorizzazione dei beni
culturali e museali e delle specialità enogastronomiche della Sardegna, beni
riconosciuti straordinari e sotto certi aspetti unici. L’articolato progetto di
formazione, è stato varato da un raggruppamento di imprese guidato da ANAP
Sardegna con i suoi partner, il consorzio Camù, l’associazione Imago Mundi e
l’azienda STI, Soluzioni Turistiche Integrate.
Il programma formativo
“For-Mare e dintorni”, prima evidenziato, è stato diviso in sette percorsi; l’ambito
territoriale di riferimento del progetto, i territori della costa
occidentale della Sardegna e le comunità interne limitrofe. Differenti i fini
previsti nei percorsi.
5 di questi percorsi
formativi, di 470 ore ciascuno, prevedevano l’acquisizione e la certificazione
delle competenze relative a: turismo
enogastronomico, “turismi” per lo
sviluppo locale e turismo museale. Gli altri 2 corsi, da 120 ore ciascuno, erano
destinati a supportare quanti erano intenzionati ad avviare un’attività
autonoma nell’area dei servizi per il turismo culturale e del turismo sostenibile.
I corsi erano riservati a 140 residenti in Sardegna (dei quali 77 donne,
diplomati, disoccupati o inoccupati, e con una buona conoscenza della lingua
inglese). Non era fissato alcun limite d’età e prevedeva, come sedi dei corsi,
le città di Oristano, Sassari e Iglesias.
Come ha sostenuto il
coordinatore del progetto Franco Corpino, “Con i nostri corsi, anche attraverso la
collaborazione di numerose imprese, ci proponiamo di valorizzare le competenze
presenti nei settori del turismo dei beni culturali e museali, la realizzazione
di un sistema turistico integrato e competitivo, ma anche di rafforzare la
propensione all’autoimprenditorialità, generare e aumentare l’occupazione
favorendo il reinserimento lavorativo di quanti hanno perso un’occupazione”.
Cari amici, sono sicuro
che molti giovani hanno aderito al progetto, iscrivendosi a questi corsi. Restare a lavorare
in Sardegna, credo che sia la massima aspirazione di ogni giovane sardo, perché
fuori dall’isola potrà anche guadagnare e farsi una vita, ma sarà sempre uno “sradicato”,
uno che, con la Sardegna nel cuore, non amerà mai il pane guadagnato da forestiero e il faticare in casa d'altri, come del resto disse il nostro sommo poeta Dante, confermando "quanto sa di sale lo pane altrui e quanto è duro calle lo scendere e il salir per l’altrui scale”.
A domani.
Mario
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